Fonte: Corriere della Sera
di Stefano Montefiore
Per la prima volta i «deputati Playmobil», come li definiscono gli avversari, tutti uguali come soldatini, se la prendono con il governo e il capo al quale in molti casi devono tutto
Il deputato francese Guy Bricourt (del piccolo partito di centrodestra Udi) ha presentato a fine gennaio una proposta di legge per aumentare da 5 a 12 i giorni di assenza dal lavoro concessi ai genitori che hanno appena perso un figlio. È un’idea sostenuta dalla destra dei Républicains come dalla sinistra radicale della France Insoumise, e «pensavo che passasse come una lettera alla posta», dice il deputato François Rufin. Chi potrebbe opporsi, del resto, a garantire più giorni di lutto per una tragedia simile? A sorpresa, si mettono di traverso i deputati de La République en Marche, il partito del presidente Macron, seguendo le indicazioni del governo e in particolare della ministra del Lavoro, Muriel Pénicaud. Il testo è respinto, i parlamentari dell’opposizione accusano la maggioranza di votare in modo automatico, senza ascoltare i bisogni dei francesi. La deputata macronista Sereine Mauborgne risponde con una frase che non le verrà perdonata: «Troppo facile comprarsi generosità a poco prezzo sulle spalle delle aziende». Dopo mesi di cortei in cui Macron viene accusato di essere «il presidente dei ricchi», duro e distante dalla gente comune, è il passo falso di troppo. Seguono giorni di imbarazzo, finché Macron stesso prende le distanze dalla sua maggioranza e chiede di riaffrontare la questione «dando prova di umanità». Il presidente vorrebbe lasciarsi l’incidente alle spalle, ma ottiene invece l’effetto di aprire una crisi senza precedenti con i suoi deputati. Che spiegano di avere votato secondo lealtà, come sempre, e si lamentano adesso di essere usati come capri espiatori, trattati da «disumani» e indicati all’odio generale. Per la prima volta i «deputati Playmobil», come li definiscono gli avversari, tutti uguali e ubbidienti come soldatini, se la prendono con il governo e il capo al quale in molti casi devono tutto, Macron. E proprio alla vigilia della maratona in Aula sulla contestata riforma delle pensioni.