Fonte: La Repubblica
L’uomo ha 27 anni, è originario del Bangladesh. Ha agito da solo. Altre tre persone sono rimaste ferite ma non in pericolo. Ordigno costruito sul posto di lavoro
New York non riesce a liberarsi dalla paura. Un ordigno è esploso alle 7.40 locali a Manhattan nel tunnel che porta alla stazione dei bus di Port Authority, sulla 41esima strada, a poca distanza da Times Square, dove ogni giorno transitano oltre 200 mila persone. Quattro i feriti, nessuno in pericolo di vita. “Un tentativo di attacco terroristico” l’ha definito il sindaco Bill De Blasio.
“Questa è New York e noi siamo un bersaglio di chi lotta contro la democrazia e la libertà” ha detto il governatore di New York Andrew Cuomo. Nel pomeriggio, la comunicazione della Casa Bianca: “Distruggere le ideologie del male, questo l’obiettivo del presidente Trump – da affermato la portavoce Sarah Sanders – dobbiamo proteggere le nostre frontiere e passare a un sistema di immigrazione basato sul merito”.
Intorno a tutti gli obiettivi sensibili della città è stata rafforzata la sicurezza. Sotto strettissima sorveglianza aeroporti, stazioni dei treni e della metro, tunnel e ponti. Ma anche luoghi simbolo come Times Square, l’Empire State Building e il nuovo World Trade Center, a Ground Zero.
L’esplosione è stata provocata da un ordigno artigianale, un “tubo-bomba” che sarebbe esploso nel sottopassaggio prima del previsto ferendo lo stesso attentatore che lo portava attaccato al corpo, fissato sotto alla giacca con un adesivo. L’uomo, arrestato, ha 27 anni e si chiama Akayed Ullah. Ricoverato presso l’ospedale di Bellevue, ha confezionato l’ordigno sul luogo di lavoro. Residente a Brooklyn e originario del Bangladesh, è da sette anni negli Stati Uniti. Non sono stati trovati altri ordigni, né ci sarebbero complici.
Parlando agli investigatori, l’uomo avrebbe legato il gesto alle azioni di Israele contro la popolazione di Gaza, come riferisce la Cnn citando fonti investigative. “Ho agito per vendetta”, avrebbe detto all’Fbi, “hanno bombardato il mio Paese e volevo fare del male qui”.
Al vaglio degli investigatori le immagini di una telecamera di sorveglianza che avrebbero ripreso l’uomo poco prima dell’esplosione.