20 Settembre 2024

Fonte: La Repubblica

Attentato Nizza

di Katia Riccardi

Tra i fermati, il destinatario del messaggio telefonico. Bouhlel effettuò sopralluoghi con camion sulla Promenade e prima della strage si fece un selfie da Nizza. È mistero su 100mila euro che si dice abbia inviato ai suoi familiari in Tunisia. Farnesina: una decina di italiani tra irreperibili e feriti

Si continua a indagare sulla strage del tir sulla Promenade des Anglais, a Nizza, dove hanno perso la vita 84 persone. Ed escono nuovi particolari sul killer, come i circa 100mila euro che, secondo alcune indiscrezioni, avrebbe inviato ai familiari in Tunisia. O come il selfie che inviò il fratello, la sera del ’14 luglio’, proprio da Nizza, “sorridente e in apparenza felice”. La pista terrorismo si rinforza, gli investigatori danno la caccia ai complici: sono state arrestati altri due sospetti, un uomo e una donna. In serata, un altro fermo ancora.  Intanto, l’ex moglie dell’assassino Mohamed Lahouaiej Bouhlel è stata rilasciata. In totale, dunque, gli individui fermati sono sette, tra cui una coppia di albanesi. Che ora sono stati portati via dal sud della Francia per essere trasferiti nel quartier generale dell’antiterrorismo di Levallois-Perret, alle porte di Parigi.
Il sedicente Stato islamico ha rivendicato l’azione di Bouhlel, definito “soldato” dell’Is. Un soldato autonomo che ha agito per suo conto: in casi del genere si parla di ‘lupo solitario’. Eppure secondo le autorità francesi, Bouhlel non aveva legami noti con i terroristi. E così sostengono anche i conoscenti del 31enne. “Era un po’ matto” racconta Samiq, 19 anni, che non ha voluto dire il suo cognome. Anche lui lo conosceva, viveva vicino all’appartamento sulla Boulevard Henri Sappia che Bouhlel occupava quando era ancora insieme alla sua famiglia, alla moglie e ai tre figli: “Non l’ho mai sentito parlare di estremismo, non posso credere che fosse un membro dell’Is”.
Eppure nuovi particolari continuano a emergere dall’analisi dei dati nel telefonino del killer e dagli interrogatori. Come l’sms  inviato prima del massacro a un destinatario, uno dei sospetti sotto custodia della polizia, al quale chiedeva di portare “più armi”. L’invio risale al 14 luglio, alle 22:27, poco prima di entrare sul lungomare. Secondo il quotidiano Nice Matin, gli investigatori stanno esaminando un altro messaggio con cui il tunisino rassicurava un suo interlocutore di avere già del “materiale”. Una fonte vicina alle indagini citata dal quotidiano ha precisato che dall’esame del telefono cellulare e di un computer trovato nell’appartamento di Bouhlel non è stato trovato, però, alcun “materiale di propaganda”.
L’esame degli sms ha condotto giovedì notte gli investigatori in un indirizzo nel centro di Nizza, dove è stato perquisito un appartamento in cui non sono state trovate armi, né esplosivi, ma questo rafforzerebbe l’ipotesi che Bouhlel avesse dei complici.
“Bouhlel radicalizzato molto rapidamente”. Un testimone ha riferito che nelle ultime settimane l’attentatore aveva espresso posizioni estremiste e si era fatto crescere la barba. La conferma arriva anche dal ministro dell’Interno francese, Bernard Cazeneuve: “Sembrerebbe essersi radicalizzato molto rapidamente”, l’ultima volta che era stato visto in moschea, risale ad aprile. Il fratello Jabeur, che vive in Tunisia, racconta: “Il 14 luglio mi aveva detto che era a Nizza con i suoi amici europei per celebrare la festività nazionale”. Nelle ultime settimane, aggiungono i familiari, il 31enne li chiamava spesso, dicendo che prometteva di tornare presto, e chiedeva informazioni sui parenti. Sovente, inoltre, spediva piccole somme di denaro e telefoni cellulari.
Una settimana prima di compiere la strage ritirò tutto il denaro dal suo conto bancario, si liberò anche della sua auto. L’ultima spesa di cui è rimasta traccia telematica, il 6 luglio: un acquisto online dell’importo di 24 euro registrato con la voce “Islam”, ma non collegato ad alcuna pagina web.  Il giorno successivo aveva pagato le spese scolastiche dei tre figli. Non c’è traccia, invece, tra i movimenti bancari, dell’invio di circa 100.000 euro alla sua famiglia in Tunisia.
Il procuratore ha aperto un’indagine per omicidio e tentato omicidio, tentato omicidio di persone dotate di autorità pubblica (ovvero la polizia) e terrorismo. Per il premier francese, Manuel Valls, la rivendicazione dell’attentato da parte dell’Is, e la rapida radicalizzazione dell’uomo, “confermano la natura islamista dell’attacco”.
Due giorni prima di uccidere, Bouhlel aveva anche perlustrato il luogo dell’attentato, la Promenade des Anglais. Risulta che l’uomo, al volante del camion noleggiato lunedì scorso in una città vicina, sia passato lì vicino, martedì e mercoledì, come si vede dalle telecamere di videosorveglianza della città. Bouhlel aveva prenotato il camion frigorifero il 4 luglio a Saint Laurent Du Var. Come ha precisato il procuratore Molins, aveva poi recuperato l’autoarticolato l’11 luglio e avrebbe dovuto restituirlo il giorno prima della strage.
Il fratello di Bouhlel in Tunisia, Jaber, in un’intervista al MailOnline, dice anche di aver ricevuto soldi (“una fortuna in contanti”), circa 100 mila euro. Aggiunge anche che “è stata una sorpresa”, i due fratelli non si vedevano da anni.

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