Silvia Rovere presidente di Poste, Zafarana di Eni e Pontecorvo di Leonardo. A Terna Giuseppina Di Foggia verso la nomina ad amministratore delegato, De Biasio presidente
La decisione è arrivata dopo un lungo braccio di ferro all’interno della maggioranza. Giorgia Meloni ha insistito per avere l’ultima parola nella scelta degli amministratori delegati delle partecipate pubbliche di maggior rilievo. I pronostici sono stati in larga parte confermati: all’Eni rimane Claudio Descalzi, Matteo Del Fante al vertice di Poste. Cambi invece nelle altre due società a controllo pubblico: l’ex ministro Roberto Cingolani guiderà Leonardo. Flavio Cattaneo sarà il nuovo ad di Enel con Claudio Scaroni presidente. Silvia Rovere sarà la nuova presidente di Poste. Il nuovo presidente di Eni sarà Giuseppe Zafarana, quello di Leonardo Stefano Pontecorvo. Le nomine di Terna arriveranno domani (12 aprile): Giuseppina Di Foggia (attuale vicepresidente di Nokia) dovrebbe essere il nuovo amministratore delegato, Igor De Biasio (consigliere d’amministrazione Rai eletto in quota Lega) il nuovo presidente.
Eni: la conferma di Descalzi
Claudio Descalzi, classe 1955, laureato in Fisica al timone dell’azienda dal 2014, per lui il quarto mandato. Descalzi ha iniziato la carriera in Eni nel 1981 come ingegnere di giacimento. Dal 2002 al 2005 è direttore dell’area geografica Italia, Africa e Medio Oriente, ricoprendo inoltre il ruolo di consigliere di amministrazione di diverse consociate Eni dell’area. Il 14 aprile 2014 è stato indicato dal Governo Renzi per il ruolo di amministratore delegato di Eni. Il primo mandato di Descalzi dura dal 2014 al 2017: sotto la sua direzione, tra il 2016 e il 2017, il bilancio di Eni torna in utile, chiudendo l’anno con profitti netti pari a 3,43 miliardi di euro. Nel 2016 Descalzi lancia il Progetto Italia, un programma di iniziative e misure in ottica di produzione energetica a zero emissioni.
Il 18 marzo 2017 viene confermato dal Governo Gentiloni nel ruolo di amministratore delegato per un secondo mandato insieme alla presidente Emma Marcegaglia. Il 20 aprile 2020 il Governo Conte II conferma Claudio Descalzi alla guida di Eni per la terza volta consecutiva. Sotto la sua gestione la strategia di transizione verso le rinnovabili prosegue e il 19 febbraio 2021 Descalzi annuncia l’impegno di Eni nel raggiungere la decarbonizzazione di tutti i prodotti e processi aziendali entro il 2050. La prova più difficile gli è toccata dopo il crollo delle importazioni di gas dalla Russia, quando la necessità di differenziare le forniture italiane si è intrecciata al tema della transizione ecologica, che sta già imponendo ad aziende come Eni un cambio di passo.
Enel, arriva Cattaneo
Flavio Cattaneo, vicepresidente di Italo, classe 1963, laureato in Architettura al Politecnico di Milano, nel 1999 assume la carica di Commissario dell’Ente Fiera Milano, che trasforma in SpA, di cui è presidente e amministratore delegato fino al 2003, preparando la quotazione in Borsa e lanciando il collocamento dell’azienda nel 2002 presso il segmento Star di Borsa Italiana. Dal 2003 al 2005 è stato il più giovane direttore generale della Rai. Nominato direttore generale dal governo Berlusconi, ne cura la fusione con la holding e ne rimette in ordine i conti. L’anno successivo la società, sotto la sua guida, raggiunge il più alto utile netto della sua storia. Dal 1º novembre 2005 al 27 maggio 2014 (per tre mandati consecutivi, il massimo consentito) è amministratore delegato di Terna, azienda proprietaria della rete di trasmissione elettrica italiana, dedicandosi a colmare il ritardo infrastrutturale della rete elettrica e a sviluppare la ricerca. Ad di Nta (Nuovo Trasporto Viaggiatori) nel 2015 e di Telecom dal 2016 al 2017. Poco dopo torna ad essere amministratore delegato di Italo – Nuovo Trasporto Viaggiatori. In passato ha ricoperto diverse cariche in vari consigli di amministrazione tra cui: Generali Assicurazioni , Domus Italia Cementir Holding S.p.A.
L’approdo di Cingolani a Leonardo
È dalle fasi di passaggio del testimone col governo Draghi che Roberto Cingolani comincia a muoversi al fianco dalla premier Giorgia Meloni come suo consulente. L’ex banchiere centrale europeo aveva chiamato il fisico milanese di levatura internazionale, genovese di adozione, al ministero nuovo di zecca della Transizione ecologica. Studi di perfezionamento alla Normale di Pisa ed esperienze in Germania al Max Planck Institut, in Giappone e negli Stati Uniti, Cingolani era stato a lungo alla guida dell’Istituto italiano di tecnologia: dunque un scienziato a tutto tondo, esperto di robot e nanotecnologie, sulla plancia del dicastero che si rivelerà cruciale con lo scoppio del conflitto in Ucraina per le competenze in materia energetica. Quando va via nel 2019 l’Iit ha 11 centri di ricerca e oltre 1.700 scienziati provenienti da 60 paesi, un migliaio di brevetti, 24 start-up già attive e altre decine in cantiere. A Cingolani si deve l’impulso al progetto per l’umanoide iCub, il robot simbolo dell’Istituto, così come è lui a lasciare il segno nel progetto per una cittadella di Scienze della vita di Milano, lo Human Technopol. Nelle vesti di divulgatore partecipa alla Leopolda su invito di Matteo Renzi, ma già dieci anni prima era intervenuto a veDrò di Enrico Letta. Nel 2019 diventa il capo dell’Innovazione in Leonardo (chief Technology and Innovation Officer) dove torna. Tra le prime iniziative, portare in Italia, e proprio a Genova, uno dei supercomputer più potenti esistenti, per far entrare il Paese «nel club del supercalcolo mondiale» con almeno l’1% della potenza. Senza dimenticare la nuova sfida, che la tecnologia sostenibile è la nuova sfida dell’innovazione («non è pensabile fare cose nuove e scaricarne il peso sui nostri nipoti»).
Poste: la conferma di Del Fante
Fiorentino, 55 anni, Matteo Del Fante arriva alla guida di Poste nel 2017 direttamente dal vertice di Terna dove era approdato a maggio del 2014 per scelta del governo Renzi. Bocconiano, specializzato in mercati finanziari alla Stern School of Business della New York University, Del Fante inizia la sua carriera nel Dipartimento di ricerca di JP Morgan nel 1991 e, dopo diversi incarichi nelle sedi di Milano e Londra, nel 1999 assume la carica di managing director. Rimane nella banca d’affari fino al 2003, con la responsabilità per i clienti dell’area Emea (Europa-Medio Oriente-Africa). Poco dopo la privatizzazione, nel 2004, entra in Cassa depositi e prestiti come Responsabile Finanza e M&A. In Cdp avvia le attività nel settore immobiliare, assumendo dal 2009 al 2014 la carica di amministratore delegato della società di gestione del risparmio del gruppo. A giugno del 2010 assume la carica di direttore generale di Cassa, fino alla nomina nella primavera del 2014 di amministratore delegato di Terna. Alla fine di marzo, comunicando al mercato i risultati di Poste, Del Fante ha sottolineato che la società ha «solide basi per la crescita futura». I «risultati eccezionali» evidenziati si riferiscono non solo alla chiusura del bilancio ma anche al percorso fatto per due mandati alla guida dell’azienda. È stata rievocata «la promessa fatta nel 2018», l’obiettivo di far salire il risultato operativo a 1,8 miliardi nel 2022. «Siamo andati ben oltre», il bilancio si è chiuso con un ebit a 2,3 miliardi. «Livelli record. Abbiamo più che raddoppiato il margine operativo del 2017».