22 Novembre 2024

Fonte: Huffington Post

clinton

di Lucia Annunziata

Hillary ha trascorso la sua vita pianificando, sopportando, brigando, sperando, negando e soprattutto mentendo. Tutte caratteristiche che ha in comune con suo marito Bill e che sono state probabilmente il più forte collante di un’unione, che a dispetto di tutto, ha creato negli anni una stella polare nell’arte di dominare la politica americana e globale: ottenere, mantenere, e tramandare il massimo di potere.
Prendere o lasciare, la Ditta Clinton su questo principio ha formato un’epoca, ha ispirato narrazioni letterarie, serie televisive, ed ha offerto un modello per la politica occidentale dagli anni ottanta in poi. Vorrei aggiungere: un modello per la mala politica – i Clinton possono essere infatti considerati i “nonni” della decadenza della politica come la conosciamo. L’intreccio fra amoralità operativa e machiavellismo estremo fra fine e mezzi, è sfociato ha preso la forma di un Santo Graal dell’arte di governare. Un inizio e una fine, tanto più amara se si considera che questa evoluzione (o decadenza, appunto) sia nata e sia stata nutrita nell’alveo della tradizione liberal dell’Occidente.
Come si vede da quello che ho fin qui scritto (e che ho scritto altre volte) non ho grande stima dei Clinton – almeno, di quello che sono diventati dopo la fine della Presidenza. Eppure. Si, c’è un eppure.
Niente, nessun intrigo, pianificazione, bugia e alleanza poteva preparare i Clinton per questo crudele giro del fato: Hillary colpita in pubblico dai sintomi di una malattia, ginocchia che si piegano, una scarpa che cade, le mani dei suoi aiutanti che la trascinavano a spalla verso la macchina. Questo pupazzo di pezza che la potente Hillary è diventata in quel momento, filmata ed esposta agli occhi avidi del mondo – occhi sempre avidi della caduta dei potenti – proprio sul maggiore palcoscenico, quello del 9/11, cioè proprio quando la possibile futura prima presidente donna avrebbe dovuto mostrare tutta la postura, la forza, la mascella al vento del futuro Commander in Chief , guida dell’America nei flutti perigliosi fra guerra e pace.
Al di là dei bollettini medici, delle polemiche sulla ennesima bugia sullo stato di salute, l’incidente lascia in questo senso il maggior danno fin qui inflitto alla intera carriera della Clinton – con lo svenimento si è ristabilita in un attimo la vecchia idea del sesso debole. Decenni di lavoro e battaglie contro l’idea che le donne non possono fare nulla di importante perché sono più fragili degli uomini, buttati a mare in un secondo. Buttati a mare per Hillary ma anche per tutta la sua generazione, il primo giro di femminismo, le baby boomers che rifiutano di ascoltare il tempo e a qualunque età continuano a imbracciare le armi per la prossima battaglia, pensando di essere immortali. Per ognuna di questa generazione il malore della Clinton è il più terrificante campanello d’allarme fin qui suonato, il più efficace memento mori fin qui ascoltato.
Che poi sono tutte queste le ragioni per cui possiamo fin da ora prevedere cosa succederà ora nella campagna elettorale americana: nulla. Nelle regole del partito democratico nessuno può imporre alla candidata una sostituzione, a meno che non ci sia un volontario abbandono. L’unica scelta che un personaggio come Hillary può fare è negare la propria debolezza, negare la sua propria mortalità. Troppo alto il prezzo, troppo grandi le implicazioni, personali e imperiali, di una rinuncia “per malattia”.
Speriamo solo che davvero Hillary non sia malata.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *