19 Settembre 2024

Fonte: La Repubblica

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Con il posizionamento della seconda gabbia nella parte posteriore della struttura, i vigili del fuoco – con la supervisione della Soprintendenza alle belle arti – hanno termintato la messa in sicurezza della facciata della basilica di San Benedetto di Norcia.
La “vela” rimasta in piedi dopo la forte scossa del 30 ottobre scorso, è completamente contenuta tra le due strutture realizzate con tubi innocenti. Questo permetterà di avviare il lavoro di recupero di ulteriori opere e dei materiali all’interno della Basilica, ora protetti da teli neri di plastica.
I materiali, incluse le pietre, saranno recuperati in modo da poter tentare un loro riutilizzo durante la fase della ricostruzione della Basilica di San Benedetto, come è stato più volte sottolineato dagli stessi uomini della Soprintendenza e dei vigili del fuoco.
Le due “gabbie”, oltre a preservare la facciata da ulteriori crolli, permetteranno di avviare la seconda fase dei lavori che porterà alla successiva ricostruzione della basilica. Adesso si potranno recuperare in sicurezza le opere rimaste sotto le macerie e i materiali crollati che potranno essere utilizzati per il rifacimento della “casa”: fino a oggi i vigili del fuoco erano stati impossibilitati ad addentrarsi tra i resti della chiesa.
Il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker ha ribadito in una lettera alla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, nelle scorse settimane “l’impegno a sostenere la ricostruzione della basilica di San Benedetto a Norcia”, che spera “possa essere completata il più rapidamente possibile”. Il presidente, rivolgendosi alla governatrice, aveva anche scritto che “i servizi della Commissione europea hanno già preso contatto con le autorità italiane per discutere le misure che potranno essere finanziate attraverso il Fondo di solidarietà e il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale”.
Intanto il Comune di Norcia, attraverso il sindaco Nicola Alemanno, ha formalmente invitato Juncker a visitare la città di San Benedetto, così da vedere da vicino le ferite inferte dal terremoto.

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