22 Novembre 2024

Fonte: La Repubblica

Al lavoro per definire il prossimo decreto che verrà illustrato in Aula mercoledì, in vigore poi dal 4 dicembre. Si valutano deroghe per raggiungere gli anziani fuori dal proprio territorio. Braccio di ferro sulla riapertura delle scuole superiori: il governo propone il 7 gennaio, ma M5S e Iv insistono per il 14 dicembre. Toti: “Valutare inserimento di una zona bianca”

I tempi si accorciano, le luci del Natale iniziano ad accendersi e bisogna intervenire per continuare a contenere il contagio da Covid in Italia. A preoccupare sono gli spostamenti tra regioni, i raduni familiari in casa e tutte le situazioni di convivialità tipiche delle feste. Perché, questa volta, è assolutamente vietato ripetere gli errori dell’estate scorsa, come continuano a ribadire il premier Giuseppe Conte, i ministri della Salute e degli Affari regionali, Roberto Speranza e Francesco Boccia. Il governo è quindi al lavoro per definire gli ultimi passaggi del nuovo Dpcm in vigore dal 4 dicembre per tutto il periodo delle feste natalizie. A rischio il cenone della vigilia con il coprifuoco confermato alle 22. Questo per evitare tavolate tra parenti e spostamenti vari. Tra i principali nodi da sciogliere, appunto, c’è sicuramente quello degli spostamenti tra regioni (anche gialle) con il dubbio sui ricongiungimenti familiari.
Domani i presidenti di Regione si incontreranno per cercare una linea comune in vista dell’incontro con il governo di martedì. E le le anticipazioni del governatore ligure Giovanni Toti già fanno presagire una trattativa non facile: ristoranti aperti anche di sera a Natale e Santo Stefano e magari anche gli altri giorni clou. Toti inoltre ha invitato il governo a valutare l’inserimento di “una zona bianca per le regioni a rischio più basso”.  Dagli assessori delle regioni alpine (Trentino, Alto Adige, Veneto, Friuli – Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Valle D’Aosta) arriva poi l’ultima proposta all’esecutivo per salvare lo sci a Natale: concedere skipass solo a chi pernotta in albergo e a chi ha le seconde case.
Sul tavolo del governo sono dunque tante le ipotesi che potrebbero trasformarsi in regole effettive: dalla conferma del coprifuoco fino alle 22, con l’anticipo delle messe di Natale da concordare con la Conferenza episcopale; ai negozi aperti fino alle 21; dai bar e locali chiusi dalle 18 compresi i ristoranti, che terranno le saracinesche abbassate anche per tutte le giornate di Natale e Santo Stefano; fino alla chiusura degli impianti sciistici. Altro tema che fa discutere è quello della scuola. L’orientamento prevalente del governo sarebbe quello di far rientrare tutti i liceali in classe dal 7 gennaio, passate le feste. Ma c’è chi insiste, in particolare M5S e Iv, per una riduzione graduale della didattica a distanza per gli studenti delle superiori già da dicembre, forse dal 14. La ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, si aspetta “un piano di organizzazione dei trasporti locali e dei servizi sanitari dedicati per la scuola che permetta di arrivare già dai primi giorni di dicembre a una forma di didattica quanto meno integrata per le scuole che adesso sono in dad al 100%”. In serata la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina afferma: “Sulla riapertura delle scuole non è stata presa nessuna decisione”. E aggiunge che “l’ipotesi della domenica non è percorribile. Non lo vogliono gli studenti, le famiglie e il personale scolastico”.

Vietati gli spostamenti tra regioni
Si va verso un’Italia “monocolore”, ovvero un’unica zona gialla ma “rafforzata”. In questo caso sembra definitivo il divieto di spostamento tra le Regioni, comprese quelle in fascia gialla. Il governo, al momento, sarebbe intenzionato a lasciare la porta aperta ad alcune deroghe, come il ritorno a casa dei residenti e favorire chi vuole trascorrere cenone e pranzo di Natale con i propri cari che vivono in un’altra città, ma solo nel caso in cui si tratti di un parente malato o genitori anziani soli. E previa autocertificazione.

Coprifuoco alle 22 e messe natalizie
Resta confermato il coprifuoco alle 22, ora in vigore, senza deroghe neppure per la sera della vigilia e Santo Stefano. E tutto ciò determinerà un anticipo delle messe natalizie, su questo la Conferenza espiscopale ha confermato la sua disponibilità.

A tavola fra conviventi
La decisione di mantenere il coprifuoco alle 22 comporta la “raccomandazione” a limitare il numero di ospiti a casa ai soli conviventi, con un tetto massimo di commensali che potrebbe rimanere quello attualmente fissato a sei persone.

Negozi e ristoranti
Potrebbe essere spostato alle 21 l’orario di chiusura dei negozi per allungare lo shopping natalizio, con ingressi sempre contigentati per evitare gli assembramenti. Per bar e ristoranti invece resta tutto invariato: la chiusura è sempre fissata alle 18. Per quanto riguarda i ristoranti, non sarà ammessa nessuna deroga e dovrebbero restare chiusi nelle intere giornate di Natale e Santo Stefano.

Scuole
Gli studenti delle medie da domani (lunedì 30 novembre) tornano in classe nelle regioni che da oggi sono passate da rosse ad arancioni, quindi per Lombardia e Calabria. Ma non in Piemonte, dove il governatore, Alberto, con un’ordinanza firmata ieri pomeriggio, ha deciso di confermare la didattica a distanza anche per la seconda e terza media. Per le scuole superiori, invece, l’orientamento del governo sarebbe quello di riaprirle il 7 gennaio, dopo le vacanze natalizie. La decisione non è ancora stata presa, anche perché una parte della maggioranza, in particolare il M5S e Iv, spingerebbe per una riduzione graduale della didattica a distanza per le superiori già dal 14 dicembre. È l’altra l’ipotesi su cui si starebbe discutendo nel governo. “La scuola è una priorità e il ritorno alla didattica in presenza un’urgenza educativa per i nostri ragazzi – osserva la ministra Bonetti – L’ho detto più volte con Italia viva. Non c’è tempo da perdere, ogni giorno di scuola in presenza è un giorno guadagnato per il futuro dei nostri ragazzi e vale tutto il nostro lavoro e il nostro impegno al governo”.

Niente vacanze di Natale sulla neve.
Nelle regioni in cui è possibile fare test antiCovid a pagamento, senza ricetta medica e senza fine infinite nei drive-in, è corsa al tampone rapido per trascorrere il Natale in tranquillità con i propri familiari. Sono già migliaia le prenotazioni per la settimana di Natale soprattutto per chi lavora o studia fuori e rientrerà nella città di residenza per trascorrere le feste.

Cena più camera: la trovata per le feste fuori casa
Vietato il Natale al ristorante, perché per il 25 dicembre il governo valuta di tenere i ristoranti chiusi. E allora scatta il piano B degli italiani che prevede un piccolo e legale escamotage. I ristoratori possono mettere a disposizione l’ospitalità alberghiera, così da poter permettere la cena fuori anche quando non si potrebbe.

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