22 Febbraio 2025

Vincere le elezioni non autorizza a ignorare la legge nazionale e il diritto internazionale; a punire i giudici o i giornalisti; a ignorare la scienza. Tagliare fuori l’Europa dai negoziati sull’Ucraina è un insulto alla Nato. Premiare l’aggressione di Putin significa concedere alla Russia il ruolo di potenza dominante sul continente

Un fratello e una sorella abitano insieme nella vecchia dimora di famiglia. Una vita tranquilla e abitudinaria. Un giorno sentono strani rumori provenire da una stanza della casa. Decidono di ignorarli. In fondo, di quella stanza possono fare a meno. Ma i rumori aumentano, si spostano anche in un’altra stanza. Poi in un’altra ancora. Alla fine i fratelli abbandonano la casa, terrorizzati, senza capire cos’è accaduto.
Il racconto Casa tomada (Casa occupata) è del 1946, venne pubblicato in una rivista letteraria diretta da Jorge Luis Borges. L’autore, Julio Cortázar, lo scrisse forse come reazione al peronismo, che l’aveva privato della cattedra. Ma la lezione è utile a tutti, ancora oggi. Per ignavia o per pigrizia, spesso, scegliamo d’ignorare ripetuti segnali d’allarme. Sappiamo che sta accadendo qualcosa di grave, ma facciamo finta di niente. Ci ritiriamo in quello che ci sembra uno spazio sicuro. Finché, di colpo, smette di esserlo.
Donald Trump, in meno di un mese, ci ha fatto capire cos’ha in mente: sconvolgere il mondo, e vedere cosa succede. Tagliare fuori l’Europa dai negoziati sull’Ucraina è un insulto alla Nato. Premiare l’aggressione di Putin significa concedere alla Russia il ruolo di potenza dominante sul continente. Arrivare a Monaco di Baviera e irridere le libertà europee, come ha fatto il vice-presidente J.D. Vance, è offensivo. Proporre di svuotare Gaza e farne un resort a stelle e strisce è, semplicemente, folle.
L’Occidente è la nostra casa comune, e Donald Trump la sta occupando. Ma tutti – chi più, chi meno – fatichiamo ad ammetterlo. Pensiamo di abitare una stanza distante e sicura, protetta da leggi e tradizioni; siamo convinti che nessuno proverà a forzarla. Ne siamo certi?
L’illusione non è solo europea. È prima di tutto, americana. Negli Usa stanno accadendo cose gravi: il perdono agli assalitori del Congresso, la nomina di un complottista no-vax a capo della sanità, la cancellazione dell’agenzia che si occupa degli aiuti internazionali, il licenziamento brutale di funzionari pubblici (gente con famiglie, non robot). I grandi media — New York Times in testa — denunciano, stigmatizzano, protestano: ma non danno l’impressione di cogliere l’enormità dei fatti e la gravità del momento. Lo stesso fanno tanti cittadini di fede democratica, soprattutto se vivono sulle due coste: pensano di essere al sicuro. Sì, ma fino a quando?
Anche in Italia assistiamo a uno spettacolo simile. Il nostro legame con gli Usa non è solo storico, militare, diplomatico, economico, scientifico, culturale. È un forte legame psicologico. Per alcuni è ammirazione, addirittura dipendenza. Per altri stupore, condito di diffidenza. Ma tutti siamo legati agli Stati Uniti d’America, e fatichiamo ad ammettere che sono in pericolo.
Si leggono colossali sciocchezze, si sentono clamorose ingenuità. «Donald Trump è stato eletto!», gridano in tanti. Dimenticano che democrazia non vuol dire dittatura della maggioranza. Vincere le elezioni non autorizza a ignorare la legge nazionale e il diritto internazionale; a punire i giudici o i giornalisti; a ignorare la scienza. Sui social media, sabato, Donald Trump ha scritto: «He who saves his Country does not violate any Law». Chi salva il proprio Paese non viola alcuna Legge. È un’affermazione pericolosa. Ma molti non lo capiscono.
Avete paura di Donald Trump? Pochi, in Italia, risponderanno a questa domanda. Quasi tutti ricorreranno a quello che, in inglese, si chiama wishful thinking: confonderanno i giudizi con i desideri. Diranno che, in fondo, Trump è un negoziatore scaltro, e chissà cos’ha in mente (sull’Ucraina, sulla Russia, su Gaza). Che non ricorrerà alla forza per prendersi Panama o la Groenlandia. Che rispetterà il Canada. Che non lascerà la Nato. Che i tecno-oligarchi, alla fine, lo riporteranno alla ragione. Siamo certi?
Li sentiamo tutti, gli scricchiolii inquietanti dentro la nostra casa comune. Ma abbiamo paura di aprire la porta e andare a vedere. Restiamo nelle nostre stanze, illudendoci di essere al sicuro. Per quanto?

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