19 Settembre 2024

Per il 2021 si stima una crescita del 5,9%, dopo la contrazione dell’8,9% nel 2020. Franco: “Quota 100 scade, in manovra soluzione equilibrata”

Le stime dell’Economic Survey dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) indicano una ripresa dell’economia italiana dagli effetti della pandemia da Covid-19, «con un conseguente recupero dei livelli di attività del 2019 nel corso del primo semestre del 2022».

Le stime dell’Ocse
Per il 2021 si stima per l’Italia una crescita del 5,9%, dopo la contrazione dell’8,9% nel 2020. Lo segnala l’Organizzazione che osserva come «un significativo sostegno fiscale nel 2021 favorirà la ripresa nel breve termine, con l’accelerazione dei tassi di vaccinazione e l’allentamento delle restrizioni».
Per il futuro «gli investimenti pubblici, inclusi quelli finanziati dai fondi Next Generation EU, uniti a una maggiore fiducia e livelli di domanda più elevati, sosterranno gli investimenti nel settore privato». Per l’Italia l’obiettivo a cui tendere è quello di una crescita «più forte e sostenibile» nel tempo.
«Il debito pubblico salirà quasi al 160% del PIL nel 2021» e al tempo stesso «l’invecchiamento demografico metterà sotto pressione le finanze pubbliche». Per questa ragione l’Ocse ha invitato il nostro governo ad «annunciare in anticipo un piano fiscale di medio periodo da attuare una volta che la ripresa sarà consolidata, al fine di ridurre il rapporto tra debito pubblico e PIL, tenendo conto degli effetti dell’invecchiamento demografico».
Con la graduale revoca delle molteplici misure di sostegno introdotte dal Governo, è probabile che il numero di fallimenti aumenti e questo incremento peserà sulle banche in un contesto caratterizzato da profitti relativamente bassi e crediti in sofferenza ancora elevati rispetto ad altri paesi dell’Ocse. Lo sottolinea l’Ocse, spiegando però che, «il sistema bancario poggia su basi più solide rispetto al periodo della crisi del debito sovrano nel 2012».
Secondo l’Organizzazione, infatti, «le probabilità di attuare con successo le riforme strutturali e i progetti di investimento pubblico sono ora maggiori che in passato».

Il futuro della pubblica amministrazione
La pubblica amministrazione italiana «potrebbe diventare più forte e più efficace, ma al momento appare priva di personale dotato delle competenze necessarie». «L’accelerazione del pensionamento dei dipendenti pubblici nel corso del prossimo decennio –  precisa l’Ocse –  consentirà di attuare un processo di rinnovamento, a patto che il processo di assunzione sia più agile e anticipi il fabbisogno di competenze, e a condizione che i dipendenti pubblici che andranno in pensione possano trasmettere la loro esperienza ai nuovi assunti».

«L’Italia dovrebbe contenere la spesa pensionistica»
Interventi vanno anche tenuti inconto per quanto riguarda la spesa pensionistica: l’Italia – secondo l’Ocse –  dovrebbe «contenere la spesa lasciando scadere il regime di pensionamento anticipato (Quota 100) e la cosiddetta «Opzione Donna» nel dicembre 2021, e ristabilire immediatamente la correlazione tra età pensionabile e speranza di vita».

«Il reddito di cittadinanza non basta, pochi trovano impiego»
Nello studio economico sull’Italia viene anche specificato che l’introduzione del reddito di cittadinanza «ha contribuito a ridurre il livello di povertà delle fasce più indigenti della popolazione» e sebbene i livelli di povertà siano aumentati con la pandemia, «nel 2020 i trasferimenti pubblici hanno limitato la diminuzione del reddito disponibile delle famiglie al 2,6% in termini reali».

«Il processo di digitalizzazione va sostenuto e velocizzato»
Per accelerare la ripresa è necessario concentrarsi anche sul digitale, dove l’Italia appare ancora in difficoltà. «Il nostro paese vanta un livello scarso di alfabetizzazione digitale e di adozione di servizi digitali rispetto al resto dei paesi dell’Ocse». Solo il 44% delle persone tra i 16 e i 74 anni possiede competenze digitali di base, a fronte della media dell’Ue pari al 57%, si legge nello studio. «Per questo è necessario sostenere una più rapida diffusione della banda larga veloce, attualmente molto limitata»-
«Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dell’Italia sta attivando una crescita più forte, più verde, più equa e più digitalizzata che porterà benefici a tutti gli italiani con migliori opportunità di andare avanti». Il piano però deve essere pienamente attuato e integrato con riforme per sostenere un’ulteriore crescita, anche con più investimenti in infrastrutture verdi.

Le dichiarazioni del ministro dell’economia Daniele Franco
«Puntiamo a una crescita post-Covid che sia più alta rispetto alla media del periodo pre-Covid». Lo ha detto il ministro dell’economia Franco, durante la conferenza stampa di presentazione dello studio economico dell’Ocse.
Il governo Draghi ha elaborato una «agenda delle riforme impegnativa sia dal punto di vista economico che politico, con interventi che vanno dalla tassazione alla competitività e alle politiche del lavoro oltre a riforme settoriali».
«Possiamo realizzare una crescita più veloce se saremo capaci di aumentare i tassi di occupazione in particolare di donne, giovani, di residenti nel Mezzgiorno e anche di persone piu’ anziane» ha spiegato il ministro.
«Stiamo rivendendo le nostre previsioni macro ufficiali» Lo ha detto il ministro  commentando le stime dell’Ocse che ha rivisto al rialzo le stime di crescita del Pil (+5,9% nel 2021) che sono «molto sopra il 4,5% che abbiamo indicato in primavera. Il Governo aggiornerà le stime a fine mese».
Fra la fine del 2021 e l’inizio del prossimo anno «avremo un forte cambiamento nei requisiti di pensionamento, e quota 100 scadrà. Siamo consapevoli che alcuni settori economici affrontano difficoltà, sono aspetti da tenere in considerazione – ha precisato il ministro – ma sono fiducioso che l’esecutivo troverà una soluzione equilibrata nella prossima legge di bilancio».
La riforma del fisco sarà centrale nella revisione della tassazione dei redditi personali e del reddito da lavoro. «Siamo consapevoli degli ostacoli e dell’impegno che richiede superarli, ma siamo impegnati a fare tutto il necessario per liberare il potenziale di crescita e uscire dalla stagnazione». «Il debito pubblico italiano è pienamente sostenibile» ma la politica fiscale del governo Draghi «sarà sempre più prudente» e «nel medio termine, dopo la fine della crisi, puntiamo al target pre-covid di surplus primario» ha concluso il ministro.

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