Nelle misure elencate dalla coalizione di maggioranza anche un dietrforont sull’ambiente e lo spostamento dell’ambasciata in Israele a Gerusalemme
Il governo olandese più a destra degli ultimi decenni getta la maschera prima ancora di nascere, con la pubblicazione del programma di coalizione dei quattro partiti di centrodestra che hanno trovato mercoledì un accordo dopo quasi sei mesi di trattative. E l’impronta del Pvv- il Partito populista e anti-Islam di Geert Wilders, risultato vincitore alle elezioni di novembre – è più che mai evidente.
Nelle 26 pagine del programma, denominato “Speranza, coraggio e orgoglio”, vengono toccate dieci aree, ma quella più articolata e destinata a far discutere è una: l’immigrazione. L’ambizione di Wilders di fissare le regole più stringenti di sempre in materia di diritto d’asilo è tale che, nel suo programma, la coalizione ha premesso di voler chiedere alla Commissione europea una deroga (opt-out, nel linguaggio comunitario) sulle politiche migratorie. Richiesta che non sarà facilmente esaudita, se si considera che la Ue ha appena approvato il nuovo Patto sulla migrazione (con il sì olandese) e che, tradizionalmente, le deroghe vengono chieste in fase di negoziati su modifiche ai trattati.
L’Olanda agli olandesi
In dettaglio, la stretta programmata riguarda prima di tutto i richiedenti asilo, con controlli alle frontiere intensificati, procedure di ammissione abbreviate e più rigide, espulsione immediata dei migranti a cui sia già stato negato l’asilo in un altro Paese, ricorso anche deportazioni forzate; inoltre, per i rifugiati ammessi, limiti ai ricongiungimenti familiari e nessuna priorità per la concessione di case popolari.
Questo piano, ha commentato Wilders, renderà l’Olanda meno attraente per i richiedenti asilo, «le persone in Africa e in Medio Oriente inizieranno a pensare che potrebbero stare meglio altrove». «Possiamo essere di nuovo orgogliosi di questa bellissima Olanda- ha aggiunto -. I Paesi Bassi saranno di nuovo nostri».
La stretta tuttavia si estende anche a lavoratori e studenti stranieri, soprattutto extra-Ue. Saranno introdotti, scrivono i quattro partiti, «requisiti aggiuntivi» e «controlli» per i lavoratori extracomunitari senza conoscenze o competenze specifiche , che dovranno ottenere un permesso di lavoro. La migrazione per motivi di studio sarà poi limitata, con l’introduzione di «più corsi in olandese», un tetto agli studenti stranieri e un aumento delle tasse universitarie per quelli extracomunitari.
Una misura, quest’ultima, destinata a suscitare malumori nel mondo produttivo, se si considera che una legge che riduce le agevolazioni fiscali per gli espatriati e una proposta di legge per limitare il flusso di studenti stranieri che entrano nel Paese avevano già incontrato l’opposizione delle aziende, che fanno grande affidamento sui talenti internazionali.
Dietrofront sui limiti alle emissioni di azoto
Tra le altre misure elencate nel programma di governo meritano un cenno le politiche ambientali e la politica estera. Sull’ambiente i quattro partiti dicono di volersi attenere agli impegni, ma sono anche pronti a rinegoziare con la Ue i vincoli imposti dal precedente governo per limitare le emissioni di azoto da parte degli agricoltori (che peraltro possono ora contare sul sostegno del BBB, il Movimento dei cittadini agricoltori, parte della coalizione insieme al Pvv di Wilders, ai liberalconservatori del Vvd e al centrista Nuovo movimento sociale).
La politica estera
In politica estera viene confermato il sostegno all’Ucraina, mentre nell’altro principale conflitto in corso, quello mediorientale, si coglie una decisa svolta filoisraeliana (in linea con l’orientamento ideologico che da sempre caratterizza Wilders), con la volontà esplicitata nel programma di spostare al momento opportuno l’ambasciata olandese in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme.
Con l’accordo tra i partiti ormai raggiunto, un intermediario indipendente sarà ora incaricato di formare il gabinetto dei ministri, un processo che si prevede richiederà almeno un altro mese. La prima incognita da sciogliere è il nome del premier, con i leader di partito, a cominciare da Wilders, che hanno deciso di farsi da parte. Un veterano del Partito laburista che ha guidato una parte dei negoziat, Ronald Plasterk, è stato indicato dai media olandesi come possibile candidato, ma mancano conferme ufficiali.