Quelli di Parigi 2024 potrebbero davvero essere ricordati come i Giochi tornati umani
Sotto la foto dello splendido campo di beach-volley con vista sulla Tour Eiffel, Emmanuel Macron ha scritto: «A partire da venerdì vedremo tutti perché ne valeva la pena». Sotto, dopo quattro commenti entusiasti selezionati dal media manager dell’Eliseo – tipo «è un bel presidente!» -, segue una sfilza di: «Valeva la pena cacciare gli studenti dalle loro stanze?», «Valeva la pena caricare i clochard su un bus destinazione Orléans?», «Valeva la pena chiudere le stazioni del metrò?». Il cahier de doléances si allunga per migliaia di commenti: i taxi sono rincarati, i biglietti per la cerimonia costano almeno 400 euro, la Senna non è balneabile come promesso, in città non si trova più un medico… Molti chiamano il presidente Manu, Manuelino, il vezzeggiativo che lo fa arrabbiare.
Eppure, i Giochi di Parigi 2024 potrebbero davvero essere ricordati come quelli in cui l’Olimpiade tornò umana. Vent’anni fa, Atene fece il passo più lungo della gamba, con i noti risultati. Pechino 2008 fu la celebrazione del regime capitalcomunista. Londra 2012 fu la più bella Olimpiade (finora) del secolo: il tennis a Wimbledon, il nuoto di resistenza a Hyde Park, il calcio a Wembley, l’equitazione a Greenwich nel parco della regina (c’era ancora la regina, una sua controfigura si paracadutò al fianco di James Bond nello stadio, mentre Elisabetta quella vera intonò Hey Jude con Paul McCartney). Rio 2016 fu travagliata dalla crisi brasiliana, Tokyo 2020 — in realtà 2021 — dal Covid.
Ora l’Olimpiade torna in Europa, nel Paese dell’uomo, Pierre de Coubertin, che due millenni dopo l’ha reinventata. Gli ultimi Giochi nel nostro continente furono quelli invernali di Sochi 2014: si sapeva già chi fosse Putin, eppure farsi fotografare con lui non era considerato fuori luogo. Qui a Parigi la bandiera russa e quella bielorussa non potranno sventolare. Macron aveva chiesto una tregua olimpica, come ai tempi dell’antica Grecia, per far tacere le armi, almeno tra l’inaugurazione di domani e la chiusura di domenica 11 agosto; non è riuscito neppure ad avere una tregua in casa.
La Francia è ancora sottosopra dopo le elezioni legislative. La sinistra e i centristi di Macron hanno fermato Marine Le Pen con le desistenze; ma ora si rendono conto di avere programmi incompatibili. Il presidente ha bocciato tutti i candidati premier proposti dal Nuovo Fronte Popolare, da ultima Lucie Castets, bionda signora che la maggioranza dei francesi ha dovuto cercare su Google. Il governo dimissionario resta in carica per gli affari correnti: vale a dire accogliere il mondo (oggi arrivano 110 capi di Stato e di governo, compreso Mattarella) ed evitare attacchi terroristici nella temuta inaugurazione sulla Senna, la prima «open air», non chiusa in uno stadio ma diffusa lungo un fiume, con l’Italia sulla stessa barca — in senso tecnico — di Israele.
La città è semivuota. I parigini hanno affittato casa ai turisti, e sono andati in vacanza. Al di là del malumore che pare ormai il tono medio del Paese, i mugugni hanno qualche giustificazione, e non solo perché in effetti sono partiti anche i medici. Bloccata per ragioni di sicurezza, la meravigliosa città è diventata il palco di uno show dal vivo riservato a pochi fortunati, e la quinta di un gigantesco spettacolo televisivo per il mondo. I residenti possono fare i volontari, se vogliono, o girare con il QrCode, come al tempo del Covid. Dopo il Bataclan, Parigi non ha più paura di nulla; ma valeva la pena sfidare la sorte, infilare la testa nelle fauci del leone?<
Il colpo d’occhio che vedrete in tv sarà straordinario; e non solo per la cerimonia inaugurale, se tutto andrà bene. La scherma sotto le vetrate del Grand Palais, il tennis al Roland Garros (senza Sinner ma con il lupo serbo Djokovic a caccia dell’unico trofeo che gli manca, mentre la Spagna impazzisce per Nadal&Alcaraz che hanno unito pure gli account Instagram), il tiro con l’arco davanti alla Tomba di Napoleone; mentre in place de la Concorde, dove si innalzava la ghigliottina, esordisce ai Giochi la breakdance.
Se ne valeva la pena lo sapremo, come sempre, solo alla fine; e non subito. Il bilancio del giorno dopo è sempre in perdita; ma Londra dopo il successo del 2012 divenne la città più visitata del pianeta. Il business ha avuto le sue occasioni, a maggior ragione in un Paese come la Francia, che ha due delle tre più grandi imprese di costruzione d’Europa, Vinci — la seconda al mondo — e Bouygues. Dovesse mai accadere qualcosa, sarà colpa di Macron. Se invece andrà tutto bene, sarà nonostante Macron. Il presidente è antipatico alla maggioranza dei francesi per due motivi: non fa nulla per nascondere il suo talento; e porta avanti un discorso positivo, ottimista sulla Francia e sull’Europa. Una colpa imperdonabile, nel Paese dove prosperano non solo politicamente coloro secondo cui tutto va male e andrà peggio. Per il momento, la sindaca Anne Hidalgo si è tuffata davvero nella Senna; e nessuno è andato a fare la pipì nel fiume per sfregio, come annunciato.
Forse Parigi ne uscirà rilanciata, forse pagherà pegno; ma il resto del mondo di questi Giochi sentiva la necessità, in un momento così duro della nostra storia. L’Olimpiade è l’infanzia del mondo, è l’origine dello sport, è un’occasione di confronto unica e meravigliosa. Ogni Paese avrà la sua Casa (oggi Mattarella visiterà Casa Italia al Bois de Boulogne), ognuno cercherà di lasciare una traccia, un’eredità. Quella italiana è affidata a una squadra mai così numerosa e sulla carta mai così forte, a cominciare dalla specialità più importante: l’atletica. Tocca anche ai nostri 402 atleti — in particolare alle 194 donne — dimostrarci che ne vale la pena, sempre.