19 Settembre 2024

Il Global Security Initiative Concept Paper di Pechino verrà presentato venerdì. Rilancio delle organizzazioni multilaterali e cooperazione per mantenere la sicurezza

Il documento è pronto e sarà diffuso con il piano di pace per l’Ucraina che la Cina presenterà venerdì, a un anno dall’inizio del conflitto, come ha preannunciato il capo della diplomazia cinese, Wang Yi, alla Conferenza di Monaco.
È il Global Security Initiative Concept paper, la roadmap di Pechino che fissa i capisaldi necessari a garantire la sicurezza globale «davanti a rischi rari e sfide multiple da affrontare». La Cina si ritaglia un ruolo da grande mediatore professando fede nel ruolo delle Nazioni Unite («I principi della Carta non sono obsoleti, vanno effettivamente mantenuti e attuati») e rilanciando quell’adesione al concetto di sicurezza comune, globale, cooperativa e sostenibile che Xi Jinping mise a punto già nel 2014.
Pechino ripudia la mentalità della Guerra Fredda, l’unilateralismo, lo scontro tra parti avverse e l’egemonia che dovrebbero essere combattuti e osteggiati. Ma condanna anche il ricorso alle sanzioni economiche per comporre i conflitti, un metodo giudicato «inefficace» a raggiungere la pace.
Aderisce alla filosofia della New Peace Agenda della segreteria generale dell’Onu. «Tuttavia solo un autentico multilateralismo – si legge nel Concept paper – può assicurare il mantenimento della sicurezza nei campi tradizionali e non tradizionali, dalle controversie regionali alle questioni globali come il terrorismo, i cambiamenti climatici, la sicurezza delle reti e la biosicurezza».
Per le sfere di interesse, in cima c’è l’Africa. Pechino sostiene le operazioni di pace autonome dell’Unione africana e la cooperazione tra Cina, Africa ed Europa nel controllo delle armi leggere e di piccolo calibro attraverso l’iniziativa “Silence the Guns in Africa”, vuol cooperare allo sminamento e appoggia la soluzione «delle questioni africane in modo africano» nel Corno d’Africa, nel Sahel e nella regione dei Grandi Laghi. Anche «la via dell’Asean» è cruciale per rafforzare dialogo e cooperazione tra i dieci Paesi della Regione, dove il Lancang-Mekong è una «zona pilota» per la pace e la stabilità.
Il Medio Oriente va sostenuto, mentre la comunità internazionale «dovrebbe far avanzare la “soluzione dei due Stati” sulla questione palestinese, convocando una conferenza di pace internazionale più ampia, più autorevole e più influente per una rapida soluzione della questione palestinese». Pechino sostiene anche i Paesi dell’America latina e dei Caraibi affinché adempiano attivamente ai loro impegni e supporta le organizzazioni regionali e subregionali, Celac compresa.

Il Concept paper dedica spazio anche al rispetto della “Dichiarazione congiunta sulla prevenzione della guerra nucleare e la prevenzione della corsa agli armamenti” emessa dai leader dei cinque Stati dotati di armi nucleari nel gennaio 2022, e alla “Strategia Blue Pacific 2050” che tocca i Paesi del pacifico. C’è poi la lotta al terrorismo informatico, la Cina ha proposto la “Global Data Security Initiative” per promuovere l’istituzione di regole di governance digitale globale e continua a promuovere l’iniziativa di cooperazione per la sicurezza dei dati “Cina-Lega araba” e “Cina + cinque Paesi dell’Asia centrale”. Vuol rafforzare la gestione del rischio biosicurezza dei laboratori e promuovere il sano sviluppo della biotecnologia.
Rafforza la governance della sicurezza internazionale nell’intelligenza artificiale, mentre si concentrerà sulla cooperazione internazionale nello spazio extra atmosferico e nella sanità per prevenire nuove pandemìe.
Punta alla stabilità del trasporto e dei prezzi dell’energia e vuol attuare la Convenzione Onu contro la criminalità organizzata transnazionale. Sostiene le tre convenzioni antidroga delle Nazioni Unite e la cooperazione nei settori del cambiamento climatico previste dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile.
La lista dei tools sui quali la Cina può contare è lunga: la Sco, i Brics, la China+ Central Asia, gli incontri tra ministri degli Esteri in Afghanistan e il Corno d’Africa, il Beijing Xiangshan e il Liangyuangang Forum. Soprattutto, mette a disposizione per i Paesi in via di sviluppo 5mila opportunità di formazione nella sicurezza.

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