16 Settembre 2024

L’ex ministro Pd: sono altri i problemi degli italiani, come il carovita

Andrea Orlando, ex ministro e deputato dem, Schlein deve candidarsi alle Europee? L’obiezione è che non è nella tradizione del Pd…
«Per decidere non mi affiderei alla tradizione. I pro e i contro sono ormai chiari. È inutile aggiungere un parere a quelli augusti che sono stati già espressi. Non c’è bisogno di consigli a distanza. Si prenda quindi una decisione: non si può fare di questa la questione cruciale dei prossimi mesi perché non lo è».

Non si rischia una personalizzazione Schlein-Meloni?
«Al di là di questo, io penso che francamente la discussione sui candidati è sì importante ma tutto sommato riguarda le élite politiche. Mi pare che gli italiani siano preoccupati da altri temi, a partire da quello del carovita».

Non ha voluto rispondere… restando sul Pd, ci sono differenze su molti temi. Sull’Ucraina, per esempio.
«Io credo che sulla “vicenda ucraina” ci sia stato un deficit comunicativo perché in verità il gruppo, almeno alla Camera, ha votato in modo compatto, poi ci sono stati alcuni voti distinti su singoli punti. L’attenzione si è concentrata su quello, ma la posizione era chiara: riteniamo che debba continuare nello sforzo di supporto all’Ucraina, ma non riteniamo che il governo sia credibile sul fronte dell’iniziativa diplomatica».

Si vota per l’Europa ma si vota anche in alcune regioni e città. E il M5S si allea con voi solo quando il candidato è loro.
«Non è così, perché in Abruzzo il candidato non è dei 5 Stelle. In passato ci sono stati candidati unitari non loro. Certo, c’è un lavoro di costruzione della coalizione che è ancora tutto da fare. È inutile nascondersi che siamo in ritardo e che ci sono molte ambiguità e reticenze del M5S che vanno denunciate».

Andrà al conclave pd di Gubbio?
«Forse riuscirò a passare ma non a starci perché ho un impegno legato a una crisi aziendale della mia regione».
Tornando ai problemi interni: avete avuto dissidi con i sindaci sull’abuso d’ufficio.
«Ci troviamo di fronte a un vessillo ideologico della maggioranza e a un errore di valutazione di alcuni amministratori anche della mia parte politica. Io condivido l’esigenza di continuare un lavoro per capire se il perimetro dell’abuso d’ufficio può essere via via meglio precisato, ma l’abolizione non è possibile: è in contrasto con due trattati internazionali. Tant’è che a un certo punto Nordio ha persino detto: vabbé, se l’Europa ci costringerà a riscriverla, la riscriveremo meglio. Ma allora io mi chiedo: perché non farlo subito? Anzi secondo me il lavoro più efficace sarebbe quello della riscrittura della modalità e dei presupposti per l’iscrizione nel registro degli indagati perché quello che oggi penalizza l’ amministratore pubblico è che l’iscrizione avviene quasi in automatico».

Il Pd ha alzato le barricate contro la cessione della Tim.
«Già: è paradossale che l’avvento dei sovranisti al governo del Paese porti a un’acquisizione di una rete che ha una valenza indubbiamente strategica come quella di Tim da parte di un fondo straniero dando il via libera a inevitabili esuberi. Siamo passati dal carrello tricolore alla rete stelle e strisce».

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