21 Novembre 2024

L’intervento conclusivo del presidente della Confindustria all’ultima giornata del Festival dell’Economia di Trento

La competitività dell’Italia e dell’Europa, puntando sull’industria. E quindi il varo «domani mattina» dei decreti attuativi di Industria 5.0 per dare uno slancio agli investimenti; mettere al centro del dibattito l’energia, «un tema di sicurezza nazionale», puntando sul nucleare di ultima generazione; confermare nella prossima legge di bilancio il taglio al cuneo fiscale «anche per difendere la capacità di spesa dei nostri lavoratori»; un piano casa per offrire ai lavoratori abitazioni in affitto a costi contenuti. Con una condizione di fondo: la «certezza del diritto», per non minare quell’elemento fondamentale del rapporto imprese-istituzioni che è la fiducia.

Le tre parole chiave: unità, dialogo e identità
Il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, ha indicato le linee guida della sua azione al vertice degli industriali, intervistato dal direttore del Sole 24 Ore, Fabio Tamburini, all’evento finale del Festival dell’Economia di Trento realizzato dal Gruppo 24 ORE e Trentino Marketing per conto della Provincia Autonoma di Trento, con la collaborazione del Comune e dell’Università di Trento. È la prima intervista pubblica dopo la nomina, avvenuta giovedì 23 maggio, all’assemblea privata della confederazione. Unità, dialogo e identità, sono le tre parole chiave che Orsini ha indicato come pilastri del suo quadriennio. Il 99,5% dei consensi è la riprova che l’unità, come ha detto Orsini, è un obiettivo raggiunto: «Una Confindustria unita vuol dire avere una associazione forte, per poter fare il bene del paese», ha detto, ringraziando il presidente Erg e del Sole 24 Ore, Edoardo Garrone, in sala, candidato alla presidenza, che ha deciso il passo indietro alla vigilia del voto di designazione: «Mi ha dato la possibilità di compattare il sistema, di unire la grande macchina di Confindustria».

No ad un’ideologia antindustriale
Forte, quindi, per dialogare sui temi sul tavolo. Quale messaggio a governo e opposizione, è stata l’ultima domanda di Tamburini, ricordando i leader politici, Giorgia Meloni e Elly Schlein, che sono saliti sul palco del Festival? «Pronti a collaborare, a dialogare – ha risposto il presidente degli industriali – a partire da alcuni capitoli centrali: no ad una ideologia antindustriale, nucleare, certezza del diritto, conferma del taglio al cuneo fiscale». Unità, dialogo e inoltre identità: «E cioè far sentire parte di un progetto tutti gli associati, grandi e piccoli, insieme. C’è la necessità di ascoltare tutte le imprese, tutti i territori, tutte le categorie. Solo così si piò fare sintesi e portare al governo le esigenze vere».

Varare subito i decreti attuativi di Industria 5,0
Martedì, ha annunciato Orsini, vedrà il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Occorre rilanciare gli investimenti, che, ha detto il neopresidente, sono bloccati. Bisogna varare subito i decreti attuativi di Industria 5,0, ma non solo: siccome le risorse sono legate al Pnrr va individuata una misura con un orizzonte più a lungo termine, oltre a rendere ancora più efficaci i contratti di sviluppo.

La transizione green, l’auto e l’energia
Lo scenario geopolitico è complesso, come ha sottolineato in una domanda il direttore Tamburini. E Orsini ha messo in evidenza l’importanza dell’azione europea: «No ad una politica antindustriale nella Ue», ha detto esplicitamente, ricordando il tema del packaging «ancora da monitorare», la fine del motore endotermico al 2035 «non può esistere». Parlando di auto, l’automotive è sul tavolo del governo: «Mi auguro che si mantenga il patto tra Stellantis e il paese e si produca un milione di auto. Ben venga un secondo operatore se porta tecnologia, non se viene in Italia sono ad assemblare». La transizione green va realizzata, ma per l’Italia ha un costo di 1100 miliardi «è un tema di competitività», italiana ed europea, dal momento che la Ue emette solo l’8% di CO2 a livello mondiale.
C’è l’energia tra gli argomenti centrali, in Europa e in Italia: «La Spagna paga 14 euro a mwh, l’Italia 86. Occorre ragionare sul nucleare di ultima generazione, mantenendo la rete elettrica nazionale. E nel frattempo adottare misure come il gas release. Occorre un mercato unico europeo dell’energia».

Il superbonus e la certezza del diritto
E inoltre la certezza del diritto, talmente importante che Orsini ha tenuto per sé la delega. Esempio di questi giorni il superbonus 110%: «L’ho sostenuto, nel tempo ha avuto 22 modifiche. Le misure retroattive non solo mettono in difficoltà le imprese, ma si mina la fiducia, le imprese devono potersi fidare delle istituzioni. Non c’è solo il superbonus: anche Industria 5.0 si baserà sui crediti di imposta, e se manca la fiducia è un problema».

Il piano casa per i lavoratori
Tra le proposte che Orsini ha intenzione di presentare al governo c’è anche un piano casa, per dare abitazioni a basso costo ai lavoratori. Giovani, meno giovani, immigrati. «Serve come attrattività delle nostre imprese e anche come elemento di welfare». Il presidente di Confindustria ha messo in evidenza il grande gap tra domanda e offerta di lavoro: il gap che abbiamo nel reperimento delle figure professionali, cioè il 50% di quelle che le imprese cercano e non trovano, vale, ha specificato, 38 miliardi. Importanti le competenze: spingere sugli Its, su una formazione che sia in linea con le esigenze del mondo delle imprese «non voglio togliere i sogni a nessuno, ma bisogna stare ancorati alla realtà». E sull’Intelligenza artificiale «non è da considerare solo come negatività, ciò relegherebbe l’Europa a fanalino di coda lasciando lo spazio agli Stati Uniti».

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