22 Novembre 2024

Sirene per razzi su Tel Aviv e sul centro di Israele. Meloni: «Con l’escalation conseguenze inimmaginabili». Blitz con i tank a Gaza: «Eliminati decine di terroristi». Palestina all’Onu: «Morti 3 mila bimbi, è barbarie». L’annuncio di Netanyahu: «L’invasione ci sarà»

Le forze israeliane (Idf) confermano di aver effettuato un’incursione «mirata» nel nord della Striscia di Gaza con unità della fanteria e tank che hanno lasciato la zona dopo il blitz e sono «rientrati in territorio israeliano». Tramite il social X hanno fatto sapere di aver colpito «numerose cellule terroristiche, infrastrutture e postazione utilizzate per il lancio di missili anticarro». L’operazione, precisano, rientra nelle attività di «preparazione» della zona di confine per «le prossime fasi di combattimento» dopo il terribile attacco del 7 ottobre in Israele di Hamas, che controlla la Striscia di Gaza.

Gaza, bombardati gli edifici del campo profughi di Khan Younis: le immagini poco dopo le esplosioni
Sul fronte degli ostaggi, fonti israeliane e straniere citate da Haaretz hanno affermato che il «rilascio potrebbe avvenire in 2 giorni». Una di queste ha aggiunto che le due parti sperano di definire l’accordo «in due giorni, forse anche meno in base all’andamento dei negoziati».

Gaza, la disperazione del corrispondente di Al Jazeera: scopre in diretta che moglie e figli sono morti in un raid israeliano
Oggi è il 19esimo giorno di guerra: sono 6.500 i morti palestinesi, secondo le cifre fornite da Hamas, 1.400 quelli gli israeliani, 220 gli ostaggi nella striscia di Gaza. 24 giornalisti sono stati uccisi dal 7 ottobre, giorno dell’attacco. Il premier Netanyahu ha, per la prima volta, accennato alle sue responsabilità per gli attacchi del 7 ottobre: «Tutti dovranno dare spiegazioni, a cominciare da me. Ma solo dopo la guerra».

Arrestati in Cisgiordania 46 membri di Hamas
Le forze di difesa israeliane (Idf) hanno fatto sapere di aver arrestato 46 membri di Hamas nei raid di questa notte in Cisgiordania. L’Idf afferma che da quando è iniziata la guerra nella Striscia di Gaza, le truppe hanno arrestato circa 1.000 palestinesi ricercati in Cisgiordania, tra cui circa 660 affiliati ad Hamas. Lo riporta The Times of Israel. Nelle ultime due settimane in Cisgiordania si sono verificati numerosi scontri tra le forze dell’Idf e i palestinesi della Cisgiordania e, secondo l’esercito israeliano, diversi tentativi di attacchi terroristici.

L’Ue non ha doppi standard su Gaza: l’unità sia la nostra forza
“L’Unione Europea non ha doppi standard” quando si tratta della guerra fra Hamas e Israele. Lo ha detto il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel poco prima dell’inizio del vertice. “Noi crediamo in un sistema basato sui valori e il rispetto delle regole e sia io che i miei colleghi continuiamo a spiegarlo ai nostri partner del Sud Globale”. “Ma c’è chi nel mondo usa questo argomento per attaccare l’Ue e instillare dubbi sulla nostra credibilità: questo momento è importante dal punto di visto geopolitico e la nostra unità sarà la nostra forza nei nostri rapporti con il Sud Globale”.

Tank e truppe di Israele contro Hamas a Gaza
Le forze israeliane (Idf) hanno confermato stamani di essere intervenute, “in preparazione per le prossime fasi di combattimento”, nel “nord di Gaza” con “tank e unità di fanteria” che hanno “colpito numerose cellule terroristiche, infrastrutture e postazioni per il lancio di missili anticarro”. “I soldati hanno poi lasciato l’area e sono tornati in territorio israeliano”, hanno reso noto sul social X. Un’ “incursione mirata”, hanno riferito i media israeliani. Per la radio militare è stata “un’operazione più ampia rispetto alle incursioni effettuate finora nelle ultime due settimane nella Striscia di Gaza” controllata da Hamas. Non è la prima volta, ricorda infatti la Bbc, che le Idf confermano un’incursione nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre, giorno del terribile attacco di Hamas in Israele. In risposta Israele continua i preparativi per l’annunciata operazione di terra nell’enclave palestinese. Il 13 ottobre le forze israeliane facevano sapere di “raid localizzati” con l’impiego di tank e unità della fanteria. “Le truppe non sono entrate in profondità a Gaza”, scriveva il Times of Israel. Era lo stesso giorno in cui da Israele arrivava l’avvertimento agli abitanti del nord della Striscia di spostarsi verso le aree a sud. Il 22 ottobre un soldato israeliano di 19 anni è morto e altri tre sono rimasti feriti in un attacco con un missile anticarro rivendicato da Hamas contro truppe impegnate in un’operazione “appena oltre” – come scriveva il Times of Israel – la barriera di confine di Gaza. L’operazione rientrava, secondo le notizie di quel giorno, nelle ricerche dei corpi degli israeliani dispersi dall’attacco del 7 ottobre e nelle attività per “liberare” l’area in vista dell’annunciata offensiva di terra. In quell’occasione le Idf parlavano di un missile anticarro lanciato contro un tank e un altro mezzo.

12:33 – Tutti i familiari del caporedattore a Gaza di Al Jazeera uccisi nel raid su Israele
– Il capo dell’ufficio di corrispondenza di al Jazeera a Gaza ha perso la sua intera famiglia in un raid di Israele sulla Striscia di Gaza, ha denunciato l’emittente televisiva del Qatar in un comunicato. Wael al-Dahdouh, era sfollato insieme alla sua famiglia nel campo profughi di Nuseirat, dopo che Israele aveva chiesto ai palestinesi residenti nel nord della Striscia di lasciare le loro case immediatamente e dirigersi a sud. “Le forze israeliane avevano detto che questa zona sarebbe stata sicura, quindi la mia famiglia si è trasferita qui ma la morte li ha seguiti, i raid li hanno seguiti”, ha spiegato al-Dahdouh.

12:32 – Il ministro degli Esteri palestinese: “Cessate il fuoco per fare arrivare aiuti a Gaza”
”Questa volta la guerra che Israele sta conducendo è diversa. Questa volta… è una guerra di vendetta. Israele deve attuare un cessate il fuoco totale a Gaza affinché possano arrivare gli aiuti umanitari urgentemente necessari”. Lo ha detto il ministro degli Esteri palestinese Riyad al-Maliki ai giornalisti all’Aia, il giorno dopo aver informato la Corte penale internazionale sui ”crimini e la distruzione” israeliani a Gaza.

12:25 – La Mezzaluna palestinese: entrati da Rafah 12 camion di aiuti
La Mezzaluna rossa palestinese ha fatto sapere di aver ricevuto oggi al valico di Rafah 12 camion di aiuti umanitari, tra cui cibo, medicine e forniture mediche, dalla sua consorella egiziana. In tutto – secondo alcune stime – sono stati finora 74 i camion di aiuti passati dal valico di Rafah dall’inizio della guerra, ma nessun rifornimento di benzina.

12:23 – Erdogan al Papa: “A Gaza è un massacro”
Gli “attacchi di Israele contro Gaza” sono arrivati “al livello di un massacro” ed “è una vergogna per l’umanità che la comunità internazionale abbia ignorato gli sviluppi” e “tutti i Paesi devono far sentire la propria voce contro questa tragedia umanitaria”. E’ quanto, secondo la presidenza turca, il leader turco Recep Tayyip Erdogan ha detto a Papa Francesco nel corso di un colloquio telefonico di cui dà notizia Ankara mentre prosegue il conflitto tra Israele e Hamas dopo il terribile attacco del gruppo del 7 ottobre in Israele. Erdogan, hanno fatto sapere ancora da Ankara tramite il social X, ha sottolineato il lavoro della Turchia per “la consegna di aiuti umanitari e forniture mediche” a Gaza e secondo il presidente turco “tutti dovrebbero sostenere attivamente l’impegno per garantire la consegna ininterrotta di aiuti ai civili innocenti” di Gaza. Erdogan ha quindi insistito sul fatto che “una pace duratura nella regione” sarà “possibile solo con l’istituzione di uno stato palestinese indipendente, sovrano e geograficamente integrato entro i confini del 1967, con Gerusalemme Est capitale”.

12:11 – Save the Children: l’Onu metta da parte la politica e fermi le violenze
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha posto il veto a un’altra risoluzione di cessate il fuoco per Gaza e Israele, infliggendo un duro colpo ai bambini e alle famiglie che cercano una fine urgente alla violenza. Lo afferma Save the Children. “I bambini a Gaza e in Israele hanno urgentemente bisogno che il Consiglio di sicurezza dell’ONU metta da parte la politica, sia coeso e dia priorità alla vita e al futuro degli oltre un milione di bambini che vivono a Gaza e dei tre milioni di bambini in Israele. È una vergogna che il massimo organo decisionale delle Nazioni Unite per la pace e la sicurezza internazionale non riesca a superare le sue divergenze per proteggere i bambini che ne hanno più bisogno. Il cessate il fuoco a Gaza e in Israele è necessario”, ha dichiarato Jason Lee, direttore di Save the Children per i Territori palestinesi occupati. “Chiediamo a tutte le parti in conflitto di adottare misure immediate per proteggere la vita dei bambini, delle famiglie e dei civili, e alla comunità internazionale di sostenere tali sforzi. Deve essere fatto tutto il possibile per proteggere i bambini dai pericoli e fornire loro il sostegno di cui hanno bisogno. Esortiamo inoltre l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a fare ciò che il Consiglio di Sicurezza non farà, cioè di approvare una risoluzione che richieda il cessate il fuoco, la consegna senza ostacoli di assistenza umanitaria, compreso il carburante, come previsto dal diritto internazionale umanitario, il rilascio di tutti gli ostaggi, e la fine degli attacchi contro i civili”, ha concluso Jason Lee. Nei giorni scorsi, oltre 360.000 persone e quasi 600 organizzazioni provenienti da 60 Paesi, tra cui Save the Children, hanno firmato la petizione #CeasefireNOW, lanciando un appello pubblico per un cessate il fuoco immediato a Gaza e in Israele, che è stato ignorato dai leader mondiali che si sono incontrati alle Nazioni Unite per discutere la risoluzione. La petizione, che è stata avviata il 17 ottobre ed è ancora aperta alle firme, chiede inoltre che venga immediatamente fornita assistenza umanitaria alle persone che ne hanno bisogno, che comprenda cibo, acqua, forniture mediche e carburante.

12:05 – Oxfam all’Onu: “A Gaza la fame usata come un’arma di guerra”
In questo momento la mancanza di cibo viene usata come arma contro i civili di Gaza, ridotti ormai allo stremo. È l’allarme lanciato oggi da Oxfam, che rivolge un appello urgente al Consiglio di Sicurezza dell’ONU e al Governo italiano perché sia consentito l’ingresso di cibo, acqua, carburante e altri beni di prima necessità. “Analizzando i dati forniti dalle Nazioni Unite – spiega Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia – si scopre come ad oggi a Gaza stia entrando appena il 2% del cibo, rispetto a prima del 9 ottobre, quando è stato imposto l’assedio totale sulla Striscia. Misura che ha inasprito il blocco esistente, in seguito agli atroci attacchi di Hamas e alla presa di ostaggi civili israeliani. Sebbene sia stato autorizzato l’ingresso di un’esigua quantità di aiuti alimentari, non sono state autorizzate infatti importazioni commerciali di cibo”. Mentre siamo ormai arrivati al 20esimo giorno dall’inizio dell’escalation, la situazione umanitaria è disastrosa e ben 2,2 milioni di persone stanno rimanendo letteralmente senza nulla da mangiare, sottolinea Oxfam. Nonostante dallo scorso fine settimana sia stato consentito l’ingresso a Gaza di 62 camion di aiuti attraverso il valico di Rafah, solo 30 contenevano cibo. Ciò equivale ad appena 1 camion ogni 3 ore e 12 minuti da sabato scorso. Prima del 9 ottobre, 104 camion al giorno consegnavano cibo alla popolazione, ossia un camion ogni 14 minuti. “Dov’è finita la nostra umanità? Milioni di civili – aggiunge Pezzati – vengono puniti collettivamente, ma non ci può essere alcuna giustificazione per l’uso della fame come arma di guerra. I leader mondiali non possono continuare a guardare, hanno l’obbligo di agire subito. Ogni giorno la situazione peggiora. I bambini sono traumatizzati a causa dei continui bombardamenti, l’acqua potabile è inquinata o razionata e presto molte famiglie non saranno in grado di sfamare i propri figli. Quanto ancora potrà resistere la popolazione?”. In quanto Paese occupante, Israele è inoltre tenuto a rispettare il diritto internazionale umanitario che proibisce rigorosamente di affamare la popolazione civile, come strategia di guerra. Nel 2018, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato la risoluzione 2417, che ha condannato all’unanimità questo modus operandi, aggiungendo che qualsiasi negazione dell’accesso agli aiuti umanitari costituisce anch’essa una violazione del diritto internazionale. Purtroppo quanto sta accadendo adesso a Gaza rientra esattamente in questa casistica, afferma Oxfam. L’acqua potabile nella Striscia si è praticamente esaurita. Le scorte di acqua in bottiglia stanno finendo e il costo è già salito oltre quanto possa permettersi una famiglia media, con i prezzi che sono quintuplicati in alcune località. Al momento sono disponibili solo 3 litri d’acqua al giorno a persona, un quinto di quanto le Nazioni Unite hanno dichiarato debba essere garantito anche nelle più gravi emergenze umanitarie, ossia 15 litri a testa. Anche alcuni dei prodotti alimentari, di cui è stato consentito l’ingresso, come riso e lenticchie, sono pressoché inutili perché la popolazione non ha acqua pulita o carburante per cucinarli. Una serie di attacchi aerei ha inoltre danneggiato e distrutto diversi panifici e supermercati. Quelli ancora funzionanti non riescono a soddisfare la domanda e rischiano di chiudere a causa della carenza di materie prime, come farina e carburante. L’unico mulino in grado di lavorare il grano ancora in funzione, ha dovuto interrompere la produzione per mancanza di elettricità. Secondo l’Autorità idrica palestinese, la disponibilità complessiva d’acqua adesso è appena al 5% e si prevede un’ulteriore riduzione, senza carburante o elettricità. I prodotti alimentari essenziali come farina, olio e zucchero, disponibili a Gaza City non possono essere distribuiti per i continui attacchi aerei e le interruzioni delle vie di comunicazione, rimaste distrutte. Il blackout elettrico sta inoltre impedendo la refrigerazione di qualsiasi cibo deperibile, così come l’irrigazione delle colture.? Oltre 15.000 agricoltori hanno perduto i raccolti e 10.000 allevatori non hanno più il foraggio per gli animali che stanno morendo. La pesca, che impiega centinaia di persone, in questo momento è impossibile, perché è impedito anche l’accesso al mare. “È necessario intervenire al più presto per impedire che la situazione umanitaria precipiti ulteriormente – aggiunge Pezzati – Chiediamo perciò al Consiglio di sicurezza dell’ONU e alla comunità internazionale di agire immediatamente”.Allo stesso tempo può essere importante l’azione giocata dal Governo italiano in occasione del Consiglio europeo che inizierà oggi. Ascoltando le parole della presidente Meloni contenute nell’informativa al Parlamento di ieri in vista del summit, colpisce la mancanza di un messaggio di vicinanza alla popolazione civile di Gaza e ai familiari delle vittime – conclude Pezzati -. A oggi sono 6.547 le persone uccise – 750 nelle ultime 24 ore, nuovo picco dall’inizio dei bombardamenti – di cui 4.452 donne e bambini, e più di 17.400 i feriti. Circa 1.600 persone, tra cui 900 bambini, risultano disperse e potrebbero essere ancora sotto le macerie. Quello che sta succedendo a Gaza è sotto gli occhi di tutti, ed è evidente che è stato violato il diritto umanitario internazionale. Israele ha l’obbligo, in quanto forza occupante, di proteggere i civili e consentire che ricevano tutti gli aiuti indispensabili per la loro sopravvivenza. In questo contesto lanciamo quindi un appello urgente al Governo italiano affinché si faccia portavoce in sede europea di una chiara richiesta di cessate il fuoco e per l’istituzione di corridoi umanitari che permettano l’arrivo di tutti i beni necessari alla popolazione civile”.

11:41 – Un testimone: “Hamas spara a chi cerca di andarsene da Gaza”
Le Forze di Difesa Israeliane hanno pubblicato una registrazione audio di un ufficiale dell’Unità 504 della Direzione dell’Intelligence Militare – specializzata in HUMINT – che parla con un uomo gazanese, durante il quale descrive come Hamas impedisca alle persone di evacuare dalla parte settentrionale della Striscia di Gaza e addirittura spari contro di loro, lo scrive il Times of Israel. L’IDF afferma che i soldati dell’Unità 504 hanno chiamato i palestinesi nel nord della Striscia di Gaza negli ultimi giorni, istruendoli a lasciare l’area per la loro sicurezza, mentre l’esercito intensifica gli attacchi nell’area di Gaza City in vista di una prevista grande incursione di terra. Nella telefonata, si sente l’ufficiale dell’IDF che invita l’uomo a dirigersi verso Khan Younis, nel sud di Gaza, ma il gazanese risponde dicendo che Hamas sta bloccando tutte le strade. L’uomo dice che Hamas sta piazzando posti di blocco con le auto e “sta solo rimandando la gente a casa”. Il gazanese dice anche che i membri di Hamas sparano ai palestinesi che cercano di lasciare l’area. L’IDF ha accusato Hamas di impedire ai palestinesi di evacuare il sud più volte dall’inizio della guerra, il 7 ottobre.

11:28 – Parigi vieta la manifestazione pro-Palestina: “Potrebbero sostenere Hamas”
Il prefetto di Parigi, Laurent Nunez, vieterà la manifestazione filo-palestinese prevista per sabato nella capitale francese. Lo ha annunciato lo stesso prefetto intervenendo a Franceinfo. “Le organizzazioni che hanno presentato questa dichiarazione sono organizzazioni che, attraverso i loro commenti, potrebbero suggerire di sostenere Hamas. Quindi vieterò questa manifestazione”, ha dichiarato Laurent Nunez. Ma il presidente Emmanuel Macron, intende organizzare nelle prossime settimane una cerimonia in omaggio alle vittime francesi dell’attacco perpetrato da Hamas contro Israele. “Il presidente ha deciso di organizzare nelle prossime settimane un omaggio per le vittime francesi dell’attacco terroristico del 7 ottobre in Israele”, ha precisato la presidenza francese. Macron è rientrato in Francia dopo una intensa maratona diplomatica che lo ha visto impegnato negli ultimi giorni in Israele, Territori palestinesi, Giordania ed Egitto. Nel corso della missione, Macron ha proposto, tra l’altro, l’instaurazione di una coalizione internazionale anti-Hamas sul modello di quella anti-Isis ed ha annunciato l’invio di una nave ospedale per contribuire alle operazioni umanitarie in sostegno ai civili di Gaza.

11:20 – Identificati i corpi di 1.117 israeliani uccisi: oltre 800 sono civili
È salito a 1.117 il numero dei morti israeliani identificati. Lo ha fatto sapere la polizia secondo cui del totale i civili sono 808 e 309 i soldati. Il totale dei morti in Israele è di 1.400.

11:09 – Domani giorno di preghiera, Zuppi: “Il Papa mette al centro le vittime”
“Il Papa ha sempre indicato, messo al centro le vittime, le persone, la difesa dei civili. Le parole così importanti anche del cardinale Pizzaballa proprio per aiutare a trovare una speranza nel conflitto e per evitare ulteriori lutti”. Così il presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi, intervenendo a Italia Europa su Tg2, parlando della situazione in Medio Oriente. Zuppi ha ricordato che domani, 27 ottobre, “ci sarà questa giornata di digiuno e di preghiera che riguarda un po’ tutti, non soltanto i credenti. Perché questo non può che coinvolgere ogni persona di buonsenso che ama la vita e che ama l’altro”.

10:57 – Ancora 267 ricoverati in Israele dopo l’attacco di Hamas
Ci sono ancora 267 persone ricoverate a seguito dell’attacco di Hamas del 7 ottobre scorso. Lo riferisce ‘The Times of Israel’ che cita i dati del ministero della Salute israeliano. Di questi, 161 si trovano nei reparti ospedalieri generali: 50 in gravi condizioni, 73 in condizioni moderate e 38 in condizioni lievi. A questi si aggiungono 106 feriti ricoverati nei reparti di riabilitazione.

10:44 – Cresce il numero di ostaggi in mano ad Hamas
È salito a 224 il numero aggiornato degli ostaggi ancora in mano di Hamas a Gaza. Lo ha riferito il portavoce militare Daniel Hagari, dopo che ieri aveva menzionato un numero complessivo di 222. Hagari ha spiegato che Israele compie un vasto sforzo operativo e di intelligence per continuare ad acquisire nuove informazioni sulla loro sorte. “La loro liberazione ha per noi la massima priorità”, ha ribadito.

10:20 – Hamas: per gli israeliani uno scambio con i prigionieri palestinesi
“Se il nemico entrerà via terra (l’annunciata operazione di terra israeliana nella Striscia di Gaza), ci sarà una pagina nuova e gloriosa per il nostro popolo e sarà una sconfitta senza precedenti per l’occupazione nella storia del conflitto”. Sono queste le parole usate dal numero due di Hamas, Saleh al-Arouri, in dichiarazioni alla tv al-Manar, vicina agli Hezbollah libanesi, in cui ha definito “criminali” i bombardamenti israeliani contro la Striscia, controllata dal gruppo, scattati dopo il terribile attacco del 7 ottobre in Israele. Nell’intervista al-Arouri ha sostenuto che membri di Hamas abbiano incontrato proprio quel giorno il leader di Hezbollah, Hasan Nasrallah. Al-Arouri ha parlato anche degli ostaggi in mano a Hamas da oltre due settimane (circa 220 secondo le forze israeliane) e ha affermato che gli stranieri “sono considerati ospiti”, mentre gli israeliani “saranno coinvolti in uno scambio” con prigionieri palestinesi. “Assistiamo a gesta eroiche della resistenza in Libano contro l’occupazione e i martiri si moltiplicano – ha aggiunto – Hezbollah sta collaborando a tutti i livelli, militare e politico, e questa battaglia è la sua battaglia, abbiamo un obiettivo, un destino comune”. “Siamo in contatto e coordinamento costante in questa battaglia”, ha sostenuto ancora dopo che ieri Hezbollah ha dato notizia di un incontro che lo ha visto coinvolto con Nasrallah e il leader della Jihad Islamica palestinese, Ziad al-Nakhaleh. Gli israeliani, “appoggiati dall’Occidente”, avranno una punizione “inevitabile”, ha minacciato, parlando anche della “resistenza in Cisgiordania”.

09:50 – Israele: a Gaza colpiti oltre 250 obiettivi e postazioni di Hamas
Le forze militari di Israele hanno colpito più di 250 obiettivi e distrutto postazioni di comando di Hamas, tunnel e lanciarazzi nell’incursione nella Striscia di Gaza operata nella notte, ha reso noto un portavoce di Tsahal.

09:49 – Il cardinal Zuppi: Hamas è il peggiore nemico del popolo palestinese
“C’è bisogno di una soluzione che garantisca i diritti delle due parti, c’è tanto bisogno di una leadership palestinese autorevole, in grado di difendere il suo popolo. Hamas è il peggiore nemico del popolo palestinese”. Così il presidente della Conferenza Episcopale Italiana e arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi interviene sul conflitto in Medio Oriente a Genova a margine alla 40ma assemblea dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani. ”Occorre trovare una soluzione che garantisca i diritti delle due parti – ha proseguito il presidente della Cei – c’è tanto bisogno di una leadership palestinese che sia autorevole e in grado di difendere il loro popolo”.

09:45 – Blitz con tank a Gaza, Israele: “Eliminati decine di terroristi”
È stata “un’operazione lampo” quella delle scorse ore delle forze israeliane con truppe e tank nel nord della Striscia di Gaza. Lo ha detto su CNews un portavoce dell’esercito israeliano, Olivier Rafowicz, precisando che è durata “qualche ora” con l’obiettivo di “distruggere infrastrutture di Hamas”. “Decine di terroristi sono stati eliminati durante l’operazione”, ha aggiunto.

09:20 – Hamas vuole mobilitare la folla contro l’apertura del valico di Rafah
Hamas vuole mobilitare le folle per proteste di massa sotto lo slogan “Aprite il valico di Rafah (al confine tra la Striscia di Gaza e l’Egitto) e fermate la guerra di sterminio del popolo palestinese a Gaza”. Lo riferisce la tv satellitare al-Jazeera secondo cui Hamas, che controlla l’enclave palestinese nel mirino delle operazioni israeliane dal terribile attacco del 7 ottobre in Israele, “ha invitato tutti i popoli arabi e islamici, tutte le persone libere nel mondo, a una mobilitazione popolare, tutti i giorni, e a partecipare attivamente venerdì e domenica prossimi sotto lo slogan ‘Aprite il valico di Rafah, fermate la guerra di sterminio del popolo palestinese a Gaza”. Hamas afferma in un comunicato che il suo appello “arriva alla luce degli orribili massacri e della guerra genocida commessi dall’occupazione, dal suo governo fascista e dal suo esercito nazista, contro il nostro popolo palestinese, i civili indifesi, i bambini e le donne” e anche “alla luce della continua chiusura dei valichi, e il blocco all’ingresso di carburante, aiuti e materiale medico attraverso il valico di Rafah, che l’occupazione compie, con il sostegno americano e occidentale, e che rende più profonda l’emergenza, in coincidenza con l’annuncio del collasso del sistema sanitario nella Striscia di Gaza che minaccia di aggravare la catastrofe umanitaria che sta vivendo il nostro popolo a Gaza”. Hamas chiede di “intensificare il movimento di massa in tutti i Paesi del mondo e di esercitare pressioni con tutti i mezzi per aprire i valichi e portare aiuti urgenti, aiuti medici e carburante, per salvare la vita di civili, bambini e donne nella Striscia di Gaza”. “L’occupazione israeliana – afferma – continua per il ventesimo giorno la sua aggressione contro la Striscia di Gaza, provocando migliaia di martiri e feriti, mentre continua il suo assedio e impedisce l’apertura del valico di Rafah per portare aiuti umanitari, soccorsi e alimentari”.

09:08 – Wsj: miliziani di Hamas e Jihad addestrati in Iran
Nelle settimane precedenti gli attacchi di Hamas contro Israele del 7 ottobre, centinaia di combattenti del gruppo militante islamico palestinese hanno ricevuto un addestramento specializzato in Iran. Lo rivela il WSJ citando fonti di intelligence, Circa 500 militanti di Hamas e della Jihad islamica palestinese, hanno partecipato alle esercitazioni, guidate da ufficiali della Forza Quds, il braccio per le operazioni estere del Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche iraniane. Hamas ha utilizzato droni aerei per disabilitare i posti di osservazione israeliani e le apparecchiature di sorveglianza ad alta tecnologia. Alcuni hanno usato il parapendio per volare in territorio israeliano, altri in sella a motociclette, comunemente usate dai gruppi paramilitari iraniani ma non da Hamas fino al 7 ottobre. Funzionari statunitensi hanno affermato che l’Iran ha regolarmente addestrato militanti in Iran e altrove, ma non hanno indicazioni di un addestramento di massa subito prima dell’attacco. Funzionari statunitensi e fonti di intelligence Usa hanno affermato di non avere informazioni che suggeriscano che l’Iran abbia condotto un addestramento specifico per prepararsi agli eventi del 7 ottobre.

08:56 – Il parlamento di Tobruk: ambasciatori dei Paesi pro Israele via dalla Libia
“Chiediamo che gli ambasciatori degli stati che sostengono l’entità sionista (Israele ndr) nei suoi crimini lascino immediatamente il territorio” della Libia. È quanto si legge in una dichiarazione del parlamento libico di Tobruk, nell’est del Paese, pubblicata sul suo sito ufficiale. “Se i massacri commessi dal nemico sionista non finiscono – prosegue la nota – chiediamo che il governo libico sospenda l’esportazione di petrolio e gas agli Stati che sostengono” Israele. Il parlamento di Tobruk, infine, condanna “con la massima fermezza ciò che stanno facendo i governi di Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Italia”, citati nella nota come i principali sostenitori di Israele.

08:39 – Ambasciatore Israele in Usa afferma che si sta dando una chance ad Hamas per liberare gli ostaggi
L’ambasciatore israeliano negli Stati Uniti, Michael Herzog, afferma che Israele sta “dando l’opportunità” ad Hamas e altri gruppi di miliziani che operano nella Striscia di Gaza di liberare gli ostaggi nelle loro mani. Lo riporta The Times of Israel. “Israele sta dando l’opportunità di liberare gli ostaggi – ha affermato Herzog alla radio dell’esercito israeliano – Chiediamo ovviamente il rilascio immediato e incondizionato di tutti”. Herzog ha ricordato che “prendere ostaggi è un crimine di guerra”.

08:24 – Esercito israeliano: “Blitz mirati con i tank nel nord di Gaza è il primo del genere dall’avvio delle ostilità”
Il raid della notte scorsa all’interno della Striscia con i tank e i soldati è il primo del genere dall’avvio delle ostilità. In precedenza erano entrati – e poi usciti – dei commando con l’obiettivo di localizzare ostaggi, individuare corpi di israeliani uccisi durante l’attacco dello scorso 7 ottobre, acquisire informazioni ed eliminare sacche di resistenza sul bordo della Striscia.

08:22 – Raid israeliano nella Striscia, 18 morti e 40 feriti a Khan Yunis. Attacco mirato contro la famiglia di Yunis Al Astal, membro di Hamas
Almeno 18 persone sono morte e 40 sono rimaste ferite in un raid aereo israeliano mirato contro la famiglia di Yunis Al Astal, membro di Hamas, a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. Lo riferiscono all’ANSA fonti locali.

08:15 – Fonti israeliane e straniere citate da Haaretz: “Rilascio ostaggi potrebbe avvenire in 2 giorni”
TEL AVIV. Il rilascio di un significativo numero di ostaggi in mano di Hamas a Gaza potrebbe avvenire “in pochi giorni”. Lo hanno detto fonti israeliane e straniere citate da Haaretz. Una di queste ha aggiunto che le due parti sperano di definire l’accordo “in due giorni, forse anche meno in base all’andamento dei negoziati”. Una fonte al corrente delle discussioni ha poi aggiunto che Israele vuole chiudere il dossier al più presto nel timore che il rimanere coinvolti in una guerra all’interno della Striscia ostacolerebbe la possibilità di rilascio degli ostaggi in una fase successiva.

08:10 – Nuovo colloquio telefonico nelle ultime ore tra Joe Biden e Benjamin Netanyahu
C’è stato un nuovo colloquio telefonico nelle ultime ore tra Joe Biden e Benjamin Netanyahu. Uno scambio incentrato sugli “sviluppi a Gaza” e sugli “sforzi per localizzare e assicurare il rilascio” degli oltre 200 ostaggi trattenuti da Hamas nella Striscia dal terribile attacco del 7 ottobre in Israele. Al centro della conversazione, ha fatto sapere la Casa Bianca, anche “i colloqui in corso per garantire un passaggio sicuro per i cittadini stranieri” che si trovano nell’enclave palestinese e che vogliono lasciare l’area. Biden ha parlato del “sostegno Usa al flusso continuo di aiuti umanitari per la popolazione civile” della Striscia, nel mirino delle operazioni israeliane dal 7 ottobre. Il presidente americano ha “accolto con soddisfazione gli sforzi per aumentare questo appoggio nel prossimo periodo”. E ha ribadito che “Israele ha tutto il diritto e la responsabilità di difendere i suoi cittadini dal terrorismo e di farlo in linea con il diritto umanitario internazionale”, insistendo sull’importanza che “dopo questa crisi” si creino le condizioni di una pace duratura. Hamas, ha ribadito secondo la Casa Bianca, “non rappresenta né i palestinesi né le loro aspirazioni”.

07:58 – Esercito: “Blitz mirati con i tank nel nord di Gaza, colpiti terroristi”
L’esercito israeliano ha detto di aver condotto “blitz mirati” all’interno del nord della Striscia usando tank” nell’ambito dei preparativi per le “prossime fasi dei combattimenti”. “I soldati – ha aggiunto – sono poi usciti dall’area alla fine dell’attività”. Durante l’incursione nel nord della Striscia l’esercito israeliano “ha localizzato e colpito numerosi terroristi, infrastrutture terroristiche e postazioni di lancio di missili anticarro, e hanno operato per preparare il campo di battaglia”. Lo ha fatto sapere il portavoce militare.

07:43 – Ambasciatore Israele in Usa: “Diamo possibilità per rilascio ostaggi. Liberazione immediata e incondizionata di tutti”
TEL AVIV. Israele sta offrendo «un’opportunità affinché gli ostaggi siano rilasciati». Lo ha detto, parlando con la Radio Militare, Michael Herzog, ambasciatore israeliano negli Usa. «Quello che chiediamo – ha spiegato – è l’immediato e incondizionato rilascio di tutti gli ostaggi». Riferendosi poi alle voci sul fatto che Israele stia dilazionando l’ingresso a Gaza per dare ai mediatori la possibilità di far rilasciare i 222 ostaggi, Herzog ha risposto: «Trattenere ostaggi è un crimine di guerra. Non voglio commentare oltre questo argomento».

07:25 – Biden, nuovo speaker si muova su aiuti a Israele-Ucraina
Joe Biden ha esortato il nuovo speaker della Camera Usa a “muoversi rapidamente” sugli aiuti a Israele e Ucraina. Lo riferisce una nota della Casa Bianca.

07:09 – Raid mirati israeliani con carri armati a Gaza
I carri armati e la fanteria dell’Idf hanno colpito “numerose cellule terroristiche di Hamas, infrastrutture e postazioni di lancio di missili anticarro” per tutta la notte. Lo ha annunciato l’esercito di Israele. I soldati sono usciti dall’area e sono tornati in territorio israeliano, ha confermato l’Idf.

07:05 – L’appello di Biden a Israele “Risparmiate i civili”
Mercoledì il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha affermato che Israele non solo ha il diritto ma “la responsabilità” di difendersi dopo il sanguinoso attacco di Hamas, ma che deve fare tutto il possibile per risparmiare i civili palestinesi nella Striscia di Gaza. “Israele ha il diritto e aggiungerei la responsabilità di rispondere al massacro del suo popolo”, ha affermato il presidente americano, aggiungendo che “Israele deve fare tutto ciò che è in suo potere, per quanto difficile possa essere, per proteggere i civili innocenti. I leader hanno discusso degli sviluppi di quanto sta accadendo a Gaza e degli sforzi in corso per individuare e garantire il rilascio degli ostaggi, compresi i cittadini americani che riteniamo siano detenuti da Hamas. I due leader hanno poi affrontato il tema del “passaggio sicuro dei cittadini stranieri che desiderano lasciare Gaza il prima possibile”. Biden ha poi riferito del “continuo sostegno degli Stati Uniti al flusso di aiuti umanitari alla popolazione civile a Gaza” facendo sapere di accogliere con favore gli sforzi per aumentarlo

02:06 – Israele intercetta missile terra-aria dal Libano
Poche ore fa, il sistema di Difesa aerea israeliano ha intercettato un missile terra-aria lanciato dal Libano contro un drone israeliano. Lo hanno sapere le Forze di Difesa israeliane sui loro profili social. “In risposta, gli aerei dell’Idf hanno colpito la base di lancio

00:37 – Assemblea generale Onu convocata su cessate il fuoco a Gaza
Il presidente dell’Assemblea Generale, Dennis Francis, ha convocato una sessione speciale di emergenza sulla situazione in Medio Oriente. La riunione è in programma alle 10 di New York. La sessione prenderà in esame una bozza di risoluzione della Giordania e proseguirà venerdì. Si sono iscritte a parlare le delegazioni di decine di Paesi. Se adottate, le risoluzioni dell’Assemblea Generale hanno peso morale ma non sono vincolanti come quelle del Consiglio di Sicurezza.

00:11 – Camera Usa vota risoluzione pro Israele
La Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato una risoluzione che esprime solidarieta’ con Israele nella sua guerra contro Hamas. Si tratta del primo atto dopo aver eletto Mike Johnson, il nuovo Presidente repubblicano. Il provvedimento, intitolato “Con Israele che si difende contro la guerra barbara lanciata da Hamas e altri terroristi”, ha ricevuto un sostegno quasi unanime eccetto 10 democratici. Su 435 deputati i repubblicani sono 221, i democratici 212.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *