Dagli attacchi di Israele in Libano alla pioggia di missili iraniani su Tel Aviv: le due settimane destinate a cambiare il Medio Oriente
Dall’esplosione dei cercapersone con cui Israele ha colpito i membri della milizia sciita di Hezbollah, fino alla scarica di 180 missili a lungo raggio iraniani su Israele. Le due settimane iniziate il 17 settembre hanno segnato una drammatica escalation, quando si sta per compiere un anno dal 7 ottobre. Il conflitto si è ora di fatto allargato, mentre Israele ha già iniziato le incursioni preparatorie a un’invasione di terra in Libano, la quarta della sua storia. Sebbene un conflitto di attrito a Nord non fosse mai cessato da un anno a questa parte, con alcuni picchi di intensità e uccisioni mirate illustri come quelle del leader di Hezbollah Fuhad Shukr a Beirut e il leader di Hamas Ismail Haniyeh a Teheran, ora come mai prima la situazione appare imprevedibile. In questo speciale si raccolgono luoghi e immagini delle tappe dell’escalation per ripercorrere le due settimane che cambieranno il volto della regione.
17 settembre
Migliaia di cercapersone, molti dei quali appartenenti a membri di Hezbollah, esplodono simultaneamente in Libano e Siria, uccidendo almeno 13 persone, tra cui alcuni bambini, e ferendone circa 4.000, centinaia dei quali in modo grave. È opinione diffusa che dietro l’attacco ci sia Israele, ma pubblicamente nessuno se ne assume la responsabilità. All’inizio della giornata, Israele aveva annunciato un nuovo obiettivo nella guerra: restituire decine di migliaia di sfollati israeliani che erano stati cacciati dalle loro case vicino al confine con il Libano da quasi un anno di lancio di razzi Hezbollah, segnalando che potrebbero essere necessari ulteriori interventi militari.
18 settembre
Una nuova ondata di esplosioni di dispositivi di comunicazione, compresi walkie-talkie, colpisce il Libano, uccidendo 14 persone e ferendone circa 450, secondo le autorità libanesi. Alcuni walkie-talkie esplodono al funerale di una vittima dell’attacco ai cercapersone.Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant parla di “risultati eccellenti” da parte dell’esercito e dei servizi segreti israeliani, ma non menziona direttamente gli attacchi.
20 settembre
Israele colpisce un edificio residenziale in un affollato sobborgo di Beirut durante l’ora di punta: poco dopo annuncia di aver eliminato Ibrahim Aqil, comandante militare di Hezbollah. Nell’attacco muoiono 37 persone. Hezbollah conferma successivamente l’uccisione del leader, insieme ad altri 15 membri di Hezbollah. Secondo il Dipartimento di Stato, Aqil era ricercato dagli Stati Uniti per il coinvolgimento in un attacco mortale all’ambasciata americana a Beirut nel 1983. L’esercito israeliano ha detto che Aqil secondo l’Idf: “Stava pianificando un attacco nel Nord di Israele, simile all’attacco guidato da Hamas lo scorso 7 ottobre che scatenò la guerra a Gaza”.
23 settembre
Israele chiede ai residenti del Libano meridionale di evacuare solo poche ore prima di ricoprire l’area con oltre 1.300 attacchi aerei. Secondo il Ministero della Salute libanese, questi attacchi uccidono almeno 558 persone, tra cui donne, bambini e operatori sanitari, e ne feriscono più di 1.800. Si tratta del più alto numero di vittime in un giorno in Libano da decenni. Lo stesso giorno, Hezbollah lancia circa 200 razzi nel Nord di Israele, la maggior parte dei quali sono stati intercettati dal sistema di difesa aerea israeliano. In serata, Israele colpisce un appartamento a Beirut dove alloggiava Ali Karaki, comandante del fronte meridionale di Hezbollah e terzo nella gerarchia dell’organizzazione. Sopravvive.
25 settembre
La mattina presto, Hezbollah lancia un missile a lungo raggio che raggiunge lo spazio aereo di Tel Aviv prima di essere abbattuto dalle forze israeliane: è la prima volta che il gruppo militante lancia un missile come questo verso il centro di Israele. Secondo i funzionari sanitari libanesi, Israele continua la sua campagna di attacchi aerei su gran parte del Libano meridionale, uccidendo almeno altre 72 persone e ferendone circa 400.
27 settembre
Poco dopo la fine di un discorso incendiario del premier israeliano Benjamin Netanyahu all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite diversi attacchi aerei israeliani colpiscono il Sud di Beirut in una serie di esplosioni che possono essere avvertite in tutta la città. Gli attacchi demoliscono diversi edifici residenziali nel sud di Beirut, che i funzionari israeliani quasi immediatamente etichettano come quartier generale di Hezbollah, mentre ancora le nuvole di detriti si sollevano sopra la città.
28 settembre
L’indomani, l’esercito israeliano annuncia che il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah è stato ucciso nell’attacco a Beirut. Hezbollah successivamente conferma la sua morte. Il corpo di Nasrallah viene estratto intatto, la causa della morte è “soffocamento”. Gli analisti affermano che l’uccisione di Nasrallah ha trasformato un conflitto regionale già complesso e mortale, con un’ampia gamma di potenziali conseguenze per Israele, Gaza, Libano e oltre.
29 settembre
Israele non si ferma. Nabil Kaouk, comandante dell’unità di sicurezza di Hezbollah viene ucciso in un nuovo raid a Beirut. La conferma arriva dall’esercito israeliano. Kaouk era uno dei nomi presi in considerazione come successore di Hassan Nasrallah. Israele ha decapitato Hezbollah ed ora non ha intenzione di permettere all’organizzazione terroristica libanese di ricostituirsi. Decapitata la cupola, passa alle seconde linee.
30 settembre
Alle 8 di sera circa è il dipartimento di stato Usa ad annunciare che “Israele sta compiendo “operazioni terrestri mirate in Libano”. Ѐ l’inizio della fase preparatoria dell’invasione. Con queste operazioni, accompagnate da un’incessante campagna di bombardamento, l’esercito della stella di Davide ha lo scopo di smantellare le posizioni di Hezbollah nel Sud del Libano e di mettere fuori uso la fitta rete di tunnel che, secondo interpretazione israeliana, potrebbero servire a Hezbollah per perpetrare un nuovo 7 ottobre nel Nord di Israele.
1 ottobre
La Repubblica islamica lancia 180 missili balistici in due ondate ravvicinate, puntandoli soprattutto su Tel Aviv. Una rappresaglia per l’uccisione di Haniyeh e Nasrallah, hanno fatto sapere i Guardiani della Rivoluzione. Il bilancio è di un morto a Gerico, un uomo palestinese probabilmente colpito dai detriti di un intercettamento, e di tre feriti a Tel Aviv per via delle schegge. Poche ore prima, a Jaffa, uomini armati di fucili e coltelli uccidono sei persone alla fermata di un autobus: le autorità non hanno dubbi, “è un attentato terrorista”.