Fonte: La Stampa
di Roberto Giovannini
«Quello che sta succedendo con la rimessa in discussione di Schengen è più pericoloso della crisi dell’euro di qualche mese fa, perché non dipende dalle performance macroeconomiche ma mette al centro le idee diverse dell’Ue, visioni nazionali che rischiano di prevalere». Così il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, intervenuto durante un convegno alla Sapienza. E in ogni caso, ora l’Europa sta vivendo «una situazione eccezionale in cui sta rischiando forse come non ha mai rischiato da quando è stata inventata».
«Una cosa che ho imparato facendo questo mestiere – ha detto il titolare dell’Economia – è che un singolo ingrediente è più che mai necessario in Europa: la fiducia reciproca. Un Paese deve rispettare le regole, ma una volta fatto ciò, si può ragionare a un tavolo comune di come cambiare le regole, tanto più in un momento eccezionale come questo». In questa fase, ha aggiunto il ministro, l’Ue si trova davanti «quattro sfide particolarmente severe». La prima è l’andamento dell’economia e la disoccupazione giovanile «che non possiamo dire soddisfacente». «La seconda – prosegue il ministro – è la sfida dei rifugiati che non rappresentano solo uno shock esogeno, ma comportano un cambiamento di stato di natura: ci sono Paesi vicini all’Europa dove mancano le condizioni per una vita dignitosa». «Un’altra minaccia è la sicurezza: nelle capitali europee c’è la possibilità di stragi. Questo – sottolinea Padoan – cambia la vita dei cittadini». Infine, quarta sfida, «Brexit, vale a dire la possibilità che la Gran Bretagna esca dall’Ue sulla base dell’esito di un referendum». Un rischio che «rappresenterebbe un esempio non virtuoso di come si può uscire da un accordo, pur nel rispetto di regole democratiche, e metterebbe in moto meccanismi analoghi in altri paesi».