Sarà accompagnato dai capi delle chiese anglicana e scozzese
’è il tema della pace, in due terre sconvolte da violenze, attacchi terroristici, cambiamenti climatici, sfollamenti, al centro del viaggio di Papa Francesco nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan dal 31 gennaio al 5 febbraio. Un viaggio, il quarantesimo, che era stato rinviato lo scorso anno per motivi di salute legati al ginocchio (non risolti). C’è il ricordo dei martiri e dei missionari. Nella seconda tappa del viaggio saranno con lui il primate della Chiesa anglicana Justin Welby e il moderatore della Chiesa di Scozia, Ian Greenshields.
Nessun allarme sicurezza, di recente attacchi in chiese vicino Kinshasa
«Grande è lo sforzo delle autorità locali per garantire la sicurezza» ha detto il direttore della sala stampa, Matteo Bruni. Il timore è riferito ai recenti attacchi nei pressi di Kinshasa, l’ultimo in una Chiesa pentecostale di Kasindi che ha provocato diversi morti. Il Paese è percorso da un conflitto che oggi vede circa cento gruppi di guerriglia impegnati negli scontri, con una situazione drammatica all’est del Paese orientale «al centro di molti interessi, teatro di conflitti e violenze di varia natura». In Sud Sudan, nonostante gli accordi di pace del 2018, la violenza non è mai cessata e dal 2013, a due anni dall’indipendenza, si sono alternati sforzi e ottimismo a drammatici episodi legati alle violenze. Anche lì, migliaia di morti. Ad aggravare il tutto, crisi alimentari, siccità e alluvioni.
Il Papa girerà in auto scoperta. Incontri con le vittime delle guerre
Francesco girerà in auto scoperta durante diversi appuntamenti e incontrerà rappresentanti delle istituzioni, delle Chiese e delle società locali. Tra questi, le vittime della parte orientale della Repubblica Democratica del Congo e gli sfollati interni del Sud Sudan. Quanto al programma del viaggio, durante il quale il Papa pronuncerà sette discorsi a Kinshasa e cinque a Juba (tutti in italiano, in alcuni casi con traduzione simultanea). Il primate anglicano Welby e il moderatore Greenshield raggiungeranno invece il Papa a Juba, capitale del Sud Sudan affacciata sulla riva occidentale del Nilo bianco, dove il Papa vedrà il presidente Salva Kiir, già ricevuto a Santa Marta del 2018 nel famoso ritiro di preghiera con i leader sud sudanesi dell’opposizione, rimasto impresso nella memoria collettiva per l’inedito ed eclatante gesto del Pontefice di chinarsi e baciare i piedi dei politici: «Era una supplica ma anche un impegno per la pace» ha detto Bruni.