ESTERI
Fonte: La Stampa
Oggi pomeriggio la Francia ha tornato a essere la Francia. A caldo, a “marcia repubblicana” appena finita, è il senso di questa giornata che passa già dalla cronaca alla storia. La più grande manifestazione popolare nella storia del Paese: due milioni di persone in piazza a Parigi, un altro milione nelle “manif” delle altre città.
Dopo una settimana da incubo, mai il no al terrorismo è stato detto, anzi urlato, con una voce così forte. Una valanga umana che ha sfilato da place de la Republique a place de la Nation lungo il boulevard che per una fortunata coincidenza è intitolato a Voltaire, insieme a Francois Hollande e ad altri 45 capi di Stato o di governo e ai superstiti della redazione di “Charlie Hebdo”. Nessun incidente, nessuna minaccia. L’attentato, o anche solo il gesto di un pazzo, era molto temuto, ma nessuno è stato così folle da sfidare il maggior spiegamento di forze dell’ordine mai schierato in Francia.
Doveva essere una manifestazione di unità nazionale e lo è stata. Si è vista una sola bandiera, il Tricolore, e si è ascoltato un solo canto, la Marsigliese. Applauditissimi i poliziotti, che erano contemporaneamente garanti dell’ordine e protagonisti della sfilata, cui hanno partecipato dietro lo striscione “Poliziotti in lutto”, perché i terroristi islamisti hanno anche abbattuto una di loro. E poi tanto colore nei cartelli, negli slogan, mentre l’impressionante marea umana sfilava applaudita dai balconi da cui prendevano tricolori e manifesti. Lo slogan “Je suis Charlie” era dappertutto: sugli adesivi appiccicati ai vestiti sui bagde, sui spallette, sui poster, sui cartelli, nei cori.
Una grande giornata di un grande popolo. La Francia riparte da qui.