Fonte: La Repubblica
Paura nella capitale francese poco dopo le 16. Un uomo armato di martello si scaglia contro tre poliziotti di pattuglia prima di essere ferito a colpi di pistola e neutralizzato. E’ un ricercatore universitario quarantenne di origine algerina sconosciuto a servizi segreti e polizia. In ospedale ha detto di essere “un soldato del califfato”. 900 persone chiuse per oltre un’ora all’interno della basilica con le mani alzate per consentire la ricerca di eventuali complici.
Sparatoria sul sagrato di Notre-Dame, Parigi ripiomba nella paura. Poco dopo le 16 un poliziotto ha aperto il fuoco contro un uomo che si era scagliato con un martello contro tre colleghi in divisa. L’assalitore, un ricercatore universitario di origini algerine, è rimasto ferito a poca distanza dal sagrato della chiesa e immediatamente la polizia ha evacuato l’intera area attorno alla cattedrale. Secondo il ministero dell’Interno francese, mentre colpiva con furia gli agenti urlava: “Lo faccio per la Siria”. Scene di panico tra la gente, mentre il poliziotto colpito è rimasto ferito solo lievemente.
La polizia francese ha subito invitato la cittadinanza a non recarsi nelle vicinanze e per oltre un’ora a centinaia di visitatori della cattedrale, circa 900 persone, non è stato consentito uscire dalla chiesa. La polizia ha chiesto loro di tenere le mani alzate per procedere più rapidamente a verifiche nel caso qualche complice dell’aggressore si trovasse all’interno della chiesa. Poi, effettuati tutti i controlli, i visitatori sono cominciati a defluire all’esterno. “Stiamo tutti bene”, continuavano a ripetere ancora sotto shock e dall’interno della basilica hanno rilanciato su twitter le loro foto con i volti atterriti e le braccia alzate.
L’aggressore ferito dopo pochi minuti è stato portato via in ambulanza. L’uomo è un quarantenne di origine algerina di cui ufficialmente non sono state diffuse le generalità. Secondo France Info però si tratterebbe di Farid Ikken, un quarantenne iscritto a un dottorato di ricerca in scienze sociali nell’università di Metz. Circostanza questa, confermata dal rettore dell’Università di Lorraine, Pierre Mutzenhardt, alla radio France Bleu. “Sì, dal 2014 è un dottorando in giornalismo, con una tesi sui media, in particolare quelli del Nord Africa. Non mostrava niente di sospetto, lavorava intorno ai temi del giornalismo, su argomenti molto aperti, non ha mai mostrato alcun segno di radicalizzazione”. Il titolo della sua tesi: “I nuovi media e le elezioni nel Maghreb (Tunisia, Marocco, Algeria)”.
Nato in Algeria, sarebbe arrivato in Francia tre anni fa. In Algeria faceva il giornalista, risulterebbe sposato con una svedese. Nella sua abitazione a Cergy-Pontoise, area della Val D’Oise, a nord di Parigi, sarebbe stato ritrovato un video con il giuramento all’Isis e il proposito di commettere attentati. Stando sempre ai media francesi, l’uomo non risultava conosciuto ai servizi nè alle forze di polizia.
Secondo alcuni testimoni, prima di tentare di colpire i poliziotti davanti alla chiesa, avrebbe minacciato anche alcuni passanti e altri agenti della vicina Prefettura parigina. In ospedale avrebbe rivendicato il suo gesto per l’Isis in quanto “soldato del califfato”. La procura dell’antiterrorismo francese ha aperto una inchiesta. Chiuse per motivi di sicurezza numerose stazioni metro nella zona. Intervistata dai reporter di Le Figaro, una turista americana ha raccontato di aver “udito due detonazioni, sembravano colpi di arma da fuoco. Poi tutti hanno cominciato a fuggire e la polizia ha circondato la zona”.
Gerard Collomb, ministro degli Interni francese, in una prima conferenza stampa a metà pomeriggio, ha riferito che l’uomo è “uno studente di 40 anni munito di un permesso di cui stiamo verificando l’autenticità” e che, oltre al martello, era armato anche di alcuni “coltelli da cucina”. Il poliziotto colpito, un giovane di 22 anni, non sarebbe grave, “ha riportato una lieve ferita al collo, ma sta bene” così il ministro Collomb. In base ai documenti che gli sono stati trovati addosso, sarebbe nato in Algeria nel 1977. Al di là delle dichiarazioni dell’attentatore, non è arrivata una rivendicazione ufficiale da parte di alcun gruppo jihadista.
Simbolico il luogo dell’attacco: con circa 13 milioni di visitatori, pellegrini e fedeli ogni anno, capolavoro dell’arte gotica, Notre-Dame è il secondo sito più visitato turistico in Francia dopo Disneyland, e il primo monumento storico. In media, oltre 30mila persone lo visitano ogni giorno, e fino a 50mila persone nei momenti di grande affluenza. Non è la prima volta che la chiesa viene coinvolta in vicende legate al terrorismo. Nel settembre dello scorso anno le autorità francesi avevano smantellato una cellula jihadista di sole donne che avrebbe preparato un’autobomba riempita di bombole del gas ritrovata a poca distanza dalla basilica. Secondo gli inquirenti stavano per preparare un attacco imminente contro una stazione di Parigi.