Nonostante i progressi compiuti e gli sforzi delle istituzioni, gli uomini continuano a dominare le istituzioni europee
Nelle istituzioni europee gli uomini sono ancora la maggioranza, nonostante gli sforzi messi in atto per raggiungere la parità di genere.
Attualmente, il 38,5% dei membri del Parlamento sono donne, un leggero calo rispetto al 39,8% di poco prima delle elezioni di giugno, ma pur sempre un aumento importante rispetto al primo Parlamento europeo a elezione diretta, nel 1979, quando la rappresentanza femminile era del 15,9%. Tra il 1952 e il 1979 ci sono state solamente 31 donne deputate.<
La rappresentanza femminile nel Parlamento europeo rimane comunque superiore alla media mondiale dei parlamenti nazionali e anche alla media UE dei parlamenti nazionali. In Italia, ad esempio, gli esponenti tra governo e parlamento sono complessivamente 623. Di questi solo 209 sono donne, cioè il 33,6%. A Montecitorio le donne rappresentano il 32,3%, mentre nell’esecutivo sono il 30,2%. A palazzo Madama un valore leggermente più alto: le donne rappresentano il 36,1% degli eletti.
Le donne ai vertici delle istituzioni Ue
Dal gennaio 2022, il Parlamento europeo è presieduto da una donna: l’europarlamentare maltese Roberta Metsola, che è stata rieletta per altri due anni e mezzo nel luglio 2024. Dalla creazione del Parlamento nel 1952 si sono succeduti 30 presidenti, di cui solo due donne: le francesi Simone Veil, dal 1979 al 1982, e Nicole Fontaine, dal 1999 al 2002.
L’Italia ha una delegazione di 76 eurodeputati, di cui 47 uomini e 29 donne. La Spagna ha una percentuale maggiore: dei 59 eurodeputati, 33 sono uomini e 26 donne. Ma nelle elezioni del 2019, degli otto partiti spagnoli che hanno ottenuto una rappresentanza al Parlamento, solo tre erano guidati da una donna: il Partido Popular con Dolors Montserrat; Esquerra Republicana con Diana Riba; e il PNV con Izaskun Bilbao. La Svezia è il Paese con la maggior percentuale di donne in assoluto: quasi il 47%.
Nella legislatura europea 2024-2029, sette dei 14 vicepresidenti sono inoltre donne, più che nella legislatura precedente, quando erano sei: Sabine Verheyen, Ewa Kopacz, Katarina Barley, Pina Picierno, Christel Schaldemose, Sophie Wilmès e Antonella Sberna.
Nel 2019, altre due istituzioni dell’UE hanno accolto il loro primo presidente donna. Christine Lagarde è diventata presidente della Banca centrale europea, sostenuta dal Parlamento europeo. Ursula von der Leyen è diventata invece presidente della Commissione europea nel 2019. Nel luglio 2024, il Parlamento ha eletto Ursula von der Leyen per un secondo mandato quinquennale.
Fin dal suo primo mandato, la von der Leyen si è battuta per avere una commissione bilanciata, ma sui 27 membri eletti recentemente solo 11 sono donne. Tecnicamente il requisito di equilibrio di genere, fissato al 40%, viene quindi soddisfatto, ma per un pelo. Von der Leyen aveva espressamente chiesto che i Paesi candidassero al ruolo di commissari sia un uomo che una donna, ma inizialmente solo il 22% delle nomine proposte erano donne. La von der Leyen sta però operando in un panorama politico in cui ci sono diverse sfide al raggiungimento della parità, tra la destra che dilaga in Europa e i sempre più diffusi movimenti anti-genere.