Fonte: Sole 24 Ore
di Alberto Magnani
L’Eurocamera, riunita in plenaria a Bruxelles, ha dato il via libera al testo che esprime la sua posizione per i negoziati: richiesti meno tagli e vincoli sullo stato di diritto
Il Parlamento europeo, riunito in una plenaria straordinaria a Bruxelles, ha approvato con 465 sì, 150 no e 67 astensioni la risoluzione che esprime la sua linea sull’accordo raggiunto dai 27 leader Ue su Recovery fund e budget 2021-2027. Gli europarlamentari sottolineano nel documento che l’intesa raggiunta il 21 luglio «non è approvabile» nella sua forma attuale e spingono per alcune revisioni, a partire da alcuni dei tagli assestati alle voci di bilancio per i prossimi sette anni.
Il testo, uscito indenne da diverse proposte di emendamento, farà da base per i negoziati tra il Consiglio europeo e l’assemblea parlamentare sul bilancio settennale della Ue, incluso il pacchetto da 750 miliardi di euro del Recovery fund. L’Eurocamera, nelle parole del suo presidente David Sassoli, aveva già messo in chiaro di disapprovare alcune scelte emerse dal compromesse e dichiara ora di essere «pronto a non concedere l’approvazione al QFP fino a quando non sarà raggiunto un accordo soddisfacente nei prossimi negoziati tra il Parlamento e il Consiglio». Dopo le trattative fra le due istituzioni, il Parlamento avrà la parola definitiva sull’intero pacchetto con un voto sul bilancio entro l’anno.
I paletti su budget, risorse proprie e Stato di diritto
I parlamentari chiedono di riconsiderare i tagli previsti dall’intesa, con un affondo diretto contro le varie sforbiciate concordate nel piano Michel. I tagli, scrivono i parlamentari Ue, «contrastano con gli obiettivi dell’Ue». L’Eurocamera ritiene che i «tagli proposti ai programmi in materia di sanità e di ricerca rappresentino un pericolo nel contesto di una pandemia globale; è del parere che i tagli proposti all’istruzione, alla trasformazione digitale e all’innovazione pregiudichino il futuro della prossima generazione di europei; ritiene che i tagli proposti ai programmi che sostengono la transizione delle regioni dipendenti dal carbonio siano in contrasto con l’agenda del Green Deal dell’UE». Quanto alla riduzione della spesa su asilo e gestione migranti, si intravede il «rischio la posizione dell’UE in un mondo sempre più instabile e incerto».
Il Parlamento si mantiene rigido anche sul fronte delle risorse proprie. Il presidente dell’Europarlamento David Sassoli era già stato chiaro, esigendo un impegno a una «loro introduzione rapida» e un «aumento del tetto di quelle esistenti». Ora il testo mette nero su bianco l’urgenza, sostenendo che «soltanto la creazione di nuove risorse proprie possa aiutare a rimborsare il debito dell’UE, salvando al contempo il bilancio dell’UE e alleviando la pressione fiscale sulle tesorerie nazionali e sui cittadini dell’Unione; ricorda che la creazione di nuove risorse proprie è l’unico metodo di rimborso accettabile per il Parlamento».
Il Parlamento chiede, in aggiunta, di vincolare in maniera più chiara la ricezione dei fondi al rispetto dello Stato di diritto. L’Eurocamera, si legge nella risoluzione, «ribadisce la sua richiesta di completare il lavoro dei colegislatori sul meccanismo proposto dalla Commissione per proteggere il bilancio dell’UE laddove esista una minaccia sistemica nei confronti dei valori sanciti dall’articolo 2 del TUE e laddove siano in gioco gli interessi dell’Unione».
Il centrodestra si spacca: Forza Italia a favore, Lega e Fdi si astengono
La mappa del voto fa emergere una spaccatura nell’opposizione del centrodestra italiano. Gli eurodeputati di Forza Italia hanno votato a favore del testo insieme a Pd e Cinquestelle, mentre i rappresentanti di Lega e Fratelli d’Italia hanno scelto la via dell’astensione.