8 Settembre 2024

Che senso c’è a menar vanto del record nostrano di siti Unesco se poi non li si protegge con amore?

A cosa serve avere il bollino Unesco di Patrimonio Mondiale dell’Umanità? A poco, risponde un’indagine a campione di Italia Nostra condotta in occasione del 50° anniversario della Convenzione sul patrimonio mondiale. Meglio: «per i luoghi meno conosciuti appare come una vera e propria azione di promozione e marketing» ma «per i cosiddetti grandi attrattori, per le città d’arte e per le mete turistiche consolidate, il riconoscimento Unesco è quasi sempre ininfluente e gli impatti sociali inesistenti». Un esempio per tutti può essere la meravigliosa Villa Adriana che Marguerite Yourcenar proprio nel 1924 (il centenario è dietro l’angolo) visitò per la prima volta traendone ispirazione per le celeberrime Memorie di Adriano. Meta culturale italiana tra le più amate nel ‘96 con 301.130 visitatori che si sommavano ai 543.086 della vicina Villa d’Este, ricevette il prestigioso bollino nel 1999. L’anno dopo salì a 323.231 ma dieci anni più tardi boccheggiava a 229.885: la progressiva cementificazione negli immediati dintorni e addirittura il progetto di un’immensa discarica non erano d’aiuto. Né la situazione pare migliorata se è vero che l’ultimo dato disponibile (2021) sul sito del Ministero della Cultura dice che Villa Adriana e Villa d’Este fanno insieme 282.383 visitatori. Un terzo dei trent’anni fa.

Colpa anche del degrado anche abusivo della periferia romana che praticamente assedia la straordinaria dimora archeologica? I Piani Paesaggistici, risponde Italia Nostra, «risultano presenti nel 70% dei 33 siti esaminati» dallo studio. Il che significa che uno su tre dei tesori artistici, architettonici o monumentali riconosciuti Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco non sono abbastanza protetti. Per dirla con un’antica denuncia di Salvatore Settis: «La tutela si ferma un centimetro oltre il confine del bene tutelato». In realtà, insiste Italia Nostra, «va notato che solo la presenza del “vincolo paesaggistico” consente di stabilire una reale ed efficace tutela». Quindi? «L’ipotesi di inserire un vincolo paesaggistico ex lege per i siti Unesco potrebbe essere la soluzione». Che senso c’è a menar vanto del record nostrano di siti Unesco se poi non li si protegge con amore?

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