19 Settembre 2024

Fonte: La Repubblica

di Monica Rubino

Il reggente, Maurizio Martina, a Circo Massimo: “Elezioni? Serve reazione di squadra”. Il partito democratico resta l’unico a sostenere l’iniziativa del governo di tregua. Ma intanto prova a riorganizzarsi in vista del voto anticipato

Adesso la data per la scelta del segretario è fissata. L’assemblea nazionale del Pd – che dovrà scegliere il leader del partito – si svolgerà il 19 maggio, con inizio alle 10.30. I dem dunque provano a riorganizzarsi in vista di un ritorno al voto ravvicinato. Anche se restano l’unico azionista del governo neutrale e di servizio proposto da Sergio Mattarella. All’ordine del giorno dell’assemblea le dimissioni di Matteo Renzi. E la scelta del leader che dovrà – in caso di elezioni – gestire le liste elettorali. Con l’ombra lunga del ruolo dell’ex segretario. “Un candidato c’è ed è Martina”, dice il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, della minoranza interna. “Poi vediamo se ce ne saranno degli altri”.
Ed è proprio l’ex leader del Pd che in serata, parlando a ‘Di martedì’ su La7, lancia Paolo Gentiloni come candidato premier: “Tendenzialmente sarà Gentiloni, specie se si voterà presto”, annuncia. Anche se chiarisce: “Naturalmente non voglio tirarlo per la giacchetta”. Poi non risparmia l’ennesima frecciata al leader M5s, colpevole della situazione di stallo in cui si trova il Paese: “Non si può mostrare un volto double face, andando dal Pd alla Lega, come ha fatto Di Maio. Quante parole ha detto Di Maio contro di noi in campagna elettorale? Se non è in grado di fare un accordo con il centrodestra lo deve dire e deve però consentire al Paese di riscrivere le regole del gioco. Tenere bloccato il Paese così è assurdo”, dice, ironizzando sugli avversari: “Sono passate 9 settimane e mezzo e non è successo niente, non so chi tra Di Maio e Salvini è Kim Basinger e chi Mickey Rourke”.
E rivendica la posizione tenuta nei confronti del Movimento: “La spallata a Di Maio? Non è la ripicca del passato, non sono gli insulti del passato, sono le cose da fare. C’è anche un minimo di coerenza e di dignità. Io il reddito di cittadinanza lo considero un errore, può darsi che non mi aiuti a recuperare voti nel Mezzogiorno, ma su questo tema come su vaccini e referendum sull’euro rilanciato da Grillo, non c’è la possibilità di un accordo”. Infine lancia l’invito all’unità interna: “Il Pd deve smettere di litigare, che è un’impresa, lo dico per primo io. Siccome si va in campagna elettorale, stop ai litigi, basta discussioni”.

LAVORO DI SQUADRA
Anche per il  segretario reggente Maurizio Martina, intervenuto a Circo Massimo su Radio Capital, “c’è da fare un grande lavoro di squadra, non solo di tenuta ma di rilancio” dentro al Pd. “Dovremo fare un’assemblea e decideremo chi dovrà fare il segretario. Non c’è tempo per fare le primarie”. Ma sull’ipotesi che il segretario sia Gentiloni, Martina non si sbilancia: “È una personalità di primissimo piano, non lo strattoniamo ogni ora”.
“Abbiamo detto subito che avremmo cercato di dare una mano al presidente”, aggiunge Martina. “Nessuno può scartare lo scenario di un voto a breve. Io mi auguro che 5 Stelle e centrodestra riflettano con un passo verso la responsabilità. Il Pd e il centrosinistra deve provare fino in fondo a giocarsi una nuova prospettiva e una alternativa. Abbiamo le condizioni per farlo. È un sentiero stretto, non lo nascondo”.
“Non è colpa del Pd e queste ore hanno reso evidenti le responsabilità di cinquestelle e Lega”, continua Martina. “Abbiamo avuto presunti vincitori che hanno raccontato agli italiani soluzioni facili, veloci, nuove. E alla fine siamo tornati al punto di partenza. Abbiamo subito una sconfitta pesantissima, ma c’è da riflettere su incapacità e irresponsabilità di queste forze”. Il no di Salvini e Di Maio a Mattarella è una delegittimazione del presidente della Repubblica? “Io ho trovato totalmente irrispettoso che due leader si trovino e ipotizzino la data del voto – conclude Martina – ci sono regole istituzionali che non vanno valicate. Consiglio loro di fermarsi. Siamo al gioco dell’oca”.

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