Fonte: La Repubblica
di Monica Rubino
Il sindaco di Milano Sala affida a Facebook un commento sulla scissione del senatore dem: “Matteo fatica a stare in comunità”. L’ex premier replica: “Io esco ma rientreranno D’Alema, Bersani e Speranza”. Zingaretti: “Salvini non si combatte con le cerbottane”. Berlusconi: “Gli auguro il successo”. Il nome del nuovo partito usato alla Leopolda nel 2012
I motivi della scissione di Matteo Renzi dal Partito democratico per fondare una nuova creatura, Italia Viva, (nome che sembra riprendere lo slogan della Leopolda 2012) sono difficili da comprendere per molti, tra cui il sindaco di Milano Giuseppe Sala. E mentre Silvio Berlusconi augura a Renzi “di avere successo”, escono i nomi dei senatori pronti a passare alla nuova formazione. Secondo il capogruppo dem Andrea Marcucci al Senato i senatori sarebbero 13 (incluso Renzi). Tra i sicuri che lasceranno il gruppo dem di Palazzo Madama ci sono Giuseppe Cucca e Daniela Sbrollini, Francesco Bonifazi, Teresa Bellanova, Davide Faraone, Valeria Sudano, Ernesto Magorno, Laura Garavini, Eugenio Comincini, Nadia Ginetti, Mauro Marino, Leonardo Grimani.
ll senatore Tommaso Cerno, ieri dato tra gli “scissionisti” rimarrà invece tra i dem.
“Ho deciso di accettare l’invito che mi ha rivolto Matteo Renzi di partecipare sin dal principio, senza attese e tatticismi, alla fondazione di Italia Viva”, ha dichiarato la senatrice di Forza Italia Donatella Conzatti ex Scelta civica.
Il post di Sala
Il sindaco di Milano ha affidato a Facebook un suo commento su questa novità nella scena politica. “Credo che le ragioni vere di questa scelta – dice il sindaco – risiedano invece altrove. Lo dico con rispetto per Matteo, ma credo che faccia molta fatica a stare in una comunità collaborativa, preferendo invece un sistema che risponda pienamente a lui. È questo quello che più ci distingue”.
“Le ragioni politiche della scissione di Italia Viva sono difficili da comprendere – scrive Sala – se l’obiettivo era quello di riorganizzare lo spazio politico in modo più coerente, temo che gli effetti, almeno al momento, siano diversi da quelli sperati. In quello stesso spazio “liberal-democratico” oggi c’è solo un soggetto in più”.
Renzi: “Ero un intruso nella ditta”
Intervistato da Rai RadioTre nel programma “Tutta la città ne parla”, Renzi ritorna sulle ragioni del suo addio replicando gli argomenti già esposti nella sua intervista a Repubblica: “Come due persone che le hanno tentate tutte per cercare di restare insieme, mi sono detto ‘per quale motivo io devo continuare un intruso nella storia della Ditta che nei prossimi mesi si riprenderà D’Alema, Bersani e Speranza?’. Invece faranno senza di noi”.Italia Viva nasce per presidiare “uno spazio politico grande come una prateria”, continua il senatore dem. Il movimento nato dalla scissione dal Pd prosegue “non so se si possa definire con le tradizionali categorie della politica. Se vogliamo possiamo definirlo riformatore o riformista, oppure di sinistra o di centro sinistra o moderato”.
Zingaretti a Renzi: Salvini non si combatte con le cerbottane
A Rai Radio1 interviene invece il segretario dem Nicola Zingaretti che, rivolto a Renzi, ribadisce: “Come è noto non faccio polemiche inutili. Bisogna riconoscere una semplice verità. Se si vuole fermare Salvini c’è bisogno di un grande Pd che sia il pilastro, il baricentro anche di un’alleanza più larga. Non si combatte né con le cerbottane né ignorando perché è forte. La Lega è forte perche intercetta e sfrutta la rabbia dei cittadini ma non dà risposte. Da qui la scommessa del governo Conte”.
La polemica sul nome
Nel dibattito si inserisce anche il governatore pd della Campania Vincenzo De Luca, che ammette di non capire la scelta di Renzi e scherza sul nome della sua nuova formazione politica, postando su Facebook la locandina di un convegno organizzato cinque anni fa a Salerno: “Italia viva ha il copyright De Luca. È un simpatico plagio, il titolo di un’iniziativa sulla trasformazione urbana e l’architettura moderna fatto a Salerno nel 2014”.
A rivendicare un presunto plagio è anche Mario Capanna, scrittore e attivista tra i principali leader del movimento giovanile del Sessantotto, che ricorda di aver pubblicato nel Duemila il libro “L’Italia viva, un viaggio nel Paese dell’impegno e della speranza”.
In realtà “Viva l’Italia Viva” era lo slogan dell’edizione del 2012 della Leopolda, la tradizionale kermesse organizzata a Firenze da Renzi. Il nome, comunque, è stato promosso dai pubblicitari. “È un nome furbo perché crea da subito nella mente dell’elettorato l’associazione che se un partito è “vivo”, quello di Renzi in questo caso, in automatico gli altri partiti sono tutti ‘morti’ – commenta Luciano Nardi, fondatore e direttore creativo dell’agenzia Kube Libre. “Un nome che volutamente non rimanda a una collocazione politica specifica, – spiega lo spin doctor Davide CIliberti della società di PR Purple & Noise – proprio perché il posizionamento della nuova entità renziana intende ampliarsi a segmenti di elettorato allargati. Uno su tutti Forza Italia, considerata la ripresa del nome Italia in Italia Viva”.
Non si può non citare il geniale tweet di Taffo Onoranze Funebri, i cui social media manager sono famosi per il loro humor nero: “Italiaviva ancora per poco”.