19 Settembre 2024

Fonte: La Repubblica

Alla convention di Areadem a Cortona il governatore del Lazio rilancia: “Voglio essere il segretario. Partito democratico sia il primo sul web”. Padoan replica all’intervista di Tria su Repubblica: “Spero che abbia ragione sullo spread, ma non sono ottimista”. Franceschini: “Le correnti non solo il male. I delusi M5S non tornano se non li convinci”

Il dibattito all’interno del Pd per la ricostruzione del partito continua sul palco di Cortona nella giornata conclusiva della convention di Areadem, la corrente di Dario Franceschini e Piero Fassino. E oggi a intervenire è nuovamente Nicola Zingaretti, già al centro di polemiche interne ai democratici nei giorni scorsi per le sue critiche al modello elitario di Macron. Questa volta il governatore del Lazio incita i dem al cambiamento, che si può attuare solo se si ha il coraggio di guardare in facca “il mostro” sconfitta. Esorta la platea a fare del Pd il partito “più forte sul web”, sfidando apertamente il M5s. E sottolinea l’importanza di un “dialogo sociale con i corpi intermedi”.
D’altra parte l’ex responsabile del tesoro Piercarlo Padoan commenta l’intervista del neoministro dell’Economia Tria, che a Repubblica afferma di confidare in un calo dello spread: “Spero che Tria abbia ragione – dice Padoan – ma non sono ottimista. Siamo su una china pericolosa”.
Franceschini, invece, nel discorso di chiusura della tre giorni, spezza una lancia a favore delle correnti, che non rapprensentano il male del partito. E spinge per aprire il congresso subito.

IL PARTITO PIU’ FORTE SUL WEB
“Voglio un partito che nella rete sia il migliore e il più organizzato per combattere la sua battaglia delle idee”, afferma con decisione Zingaretti, aprendo una sfida diretta ai cinquestelle che della Rete hanno fatto il principale mezzo di propaganda. “Nuovo partito significa dialogo sociale con i corpi intermedi”, aggiunge, “il Pd ha bisogno di una nuova agenda, nuova organizzazione sociale e nuove alleanze, in Italia e in Europa”. Poi si domanda: “Possiamo farcela? Io credo di sì, ne sono convinto, se cambiamo però e guardiamo in faccia il mostro e affrontando i motivi, la radice della nostra sconfitta senza subalternità e senza paure”. E nega ogni ipotesi di intesa con i cinquestelle: “Non voglio allearmi con il M5s, li voglio sconfiggere e parlare con chi ci ha abbandonato”.
Zingaretti ritorna anche sulla questione del nome del partito: “Lungi da me porre il tema, sono d’accordo con Gentiloni. Voglio fare il segretario del Pd, il resto sono caricature: denigrano chi esprime delle idee a prescindere dalle idee”.

CHINA PERICOLOSA
Quanto alla situazione economica del Paese, Padoan aggiunge: “Il giudizio di Fitch era in qualche modo atteso. Vorrei richiamare l’attenzione sul fatto che il livello del rating non é cambiato, ma la direzione di marcia é quella sbagliata dal punto di vista degli interessi del Paese. Siamo su una china pericolosa”. Per l’ex ministro dell’Econoia i mercati “ci stanno dando ancora un po’ di credito: il rating di ieri significa ‘non mi piace dove stai andando, ma per adesso non ti punisco di più e aspetto’. Spero che il ministro Tria abbia ragione quando dice che lo spread si sgonfierà, ma non sono così ottimista: si sono persi 100 punti base solo alla lettura del programma di governo, non sono cose che tornano indietro”.

ELOGIO DELLE CORRENTI
Per l’ex ministro della Cultura Franceschini, bisogna “finirla con questa retorica che le correnti sono il male del partito: le correnti – che noi chiamiamo area – sono luoghi di confronto, sono utili e sono sintomo del pluralismo tipico di un grande partito”. Poi ammette: “Se con un minimo di generosità avessimo candidato Paolo Gentiloni a premier, le cose sarebbero andate diversamente”. E avvisa: “I delusi dal governo dei populisti non torneranno indietro se non li convinciamo. Non torniamo a quel fastidiosissimo senso di superiorità morale, che dà fastidio a pelle, é uno dei mali della sinistra”. E ancora: “Sono finiti i popcorn, non si possono mangiare più. Avremmo potuto fare molto per evitare l’alleanza populista, invece abbiamo gettato M5S in braccio a Salvini. Ora dico al mio partito: ‘Aspettiamo che cadano o lavoriamo perché cadano? Aspettiamo che esplodano le contraddizioni tra Lega e M5S o ci impegniamo per farle esplodere?”.Per Franceschini, poi, “si doveva fare di più per evitare la scissione”. Occorre un processo di rifondazione, quindi “congresso subito: devono partire le procedure e deve finire sufficientemente in tempo per preparare le Europee”. Che” saranno un referendum: Europa sì o Europa no?”. L’obiettivo  del congresso è riorganizzare un partito largo, da Calenda a Lorenzin a Errani, con una vocazione maggioritaria.

UN LEADER GENTILE
L’ex ministra della Difesa Roberta Pinotti tratteggia il ritratto del leader ideale: “Vorrei un leader che sa dialogare, ascoltare e capire, che non sia solipsista. Vorrei un leader gentile, perché di leader muscolari l’offerta politica italiana ne ha anche troppi”.

CALENDA: “IMPORTANTE CHIUSURA A M5S”
L’ex ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda, individua soprattutto un segnale positivo dal dibattito a Cortona: la chiusura ai 5 Stelle.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *