Fonte: La Repubblica
Incontro tecnico tra l’esecutivo e i sindacati, che chiedono di estendere la platea dei lavoratori “gravosi” e “usuranti”. Il presidente dell’Istituto va cauto: “Valutare le carriere”
Governo e sindacati sono tornati a incontrarsi sul tema pensioni mentre l’esecutivo studia di escludere il 10% dei pensionandi dall’aumento di cinque mesi dell’età per il ritiro, fissata a 67 anni dal 2019, dopo l’aggiornamento Istat sulla speranza di vita. Come ricostruisce Repubblica in edicola è questa la direzione che Palazzo Chigi sembra intenzionata a prendere e che verà dettagliata ai sindacati nei prossimi giorni, in un seguito dell’incontro tecnico di stamane e in vista del tavolo politico fissato per lunedì 13 novembre a Palazzo Chigi con il premier Gentiloni.
Escludere quella fetta di persone dall’aumento dell’età per la pensione significa andare incontro a circa 17mila individui, tenendo conto che secondo i primi calcoli è di 170mila il numero di lavoratori che tra poco più di un anno si vedranno spostato più in là di cinque mesi il traguardo anagrafico per la pensione di vecchiaia. L’esecutivo sta pensando di esentare intanto i 15 mila lavoratori “gravosi” già oggi inclusi nell’Ape sociale, l’indennità pagata dallo Stato per anticipare l’uscita a 63 anni. Alle undici categorie già tutelate se ne potrebbero aggiungere altre 3 categorie: siderurgici, marittimi e agricoltori.
Probabilmente non basterà ai sindacati ricordare che i lavoratori “usuranti” sono poi già esclusi dall’adeguamento automatico fino al 2026: lavoratori notturni, alle catene di montaggio, in spazi ristretti, sottoterra o sulle gru. In attesa di questi dettagli, un monito sulle possibili esenzioni dal meccanismo automatico arriva intanto dall’Istat in audizione sulla Manovra: per valutare delle ‘esenzioni’ allo scatto automatico dell’età per la pensione “non basta stabilire le categorie” bisogna anche valutare “il percorso lavorativo individuale” e la “durata” del lavoro pesante, sostiene il presidente Giorgio Alleva. Per il quale “è un tema che si può affrontare ma va studiato, sia dal punto di vista della misura sia sulla fattibilità di implementarla”. Servono, ha aggiunto Vittoria Buratta, “informazioni accurate” per evitare “semplificazioni”.
Dal fronte sindacale, a tavolo concluso si confermano le impressioni della vigilia. “La strada è molto in salita”, ha detto ai cronisti il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti, al termine del vertice. pensioni tenuto a Palazzo Chigi.
“Ci hanno proposto di soffermarci solo sulla questione dell’aspettativa di vita e hanno rinviato a domani una proposta dettagliata; non intendono affrontare i temi della fase due del confronto, cioè giovani, donne, previdenza complementare”, ha spiegato Proietti. “Potremmo passare il pomeriggio a studiare gli emendamenti” sul rinvio della decisione sull’aumento automatico dell’età pensionabile che “è più interessante delle risposte che sta dando il governo in questo momento”, ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, a margine di un’audizione sulla manovra in Senato e a testimonianza di come siano giudicati insufficienti i progressi sul fronte previdenziale (ha parlato di “vuoto pneumatico”). “E’ necessaria una commissione scientifica che analizzi l’evoluzione dell’aspettativa di vita”, ha detto il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo. Sull’età della pensione “c’è un confronto aperto anche in altri ambiti, auspichiamo che ci siano le risorse non per stravolgere ma per dare segnali di cambiamento in questa direzione”, dice infine Gigi Petteni della Cisl.