Il segretario: da Salvini aperture, ma anche giovedì votiamo scheda bianca. E sui 5 Stelle: alleanza non semplice. Il partito resta diviso sui nomi
Enrico Letta sa che la soluzione della vicenda del Quirinale passa inevitabilmente per Matteo Salvini. Gli sherpa di Pd e Lega hanno continuato a trattare per tutta la giornata e ieri in tarda serata i due leader si sono parlati insieme a Conte e Renzi. Intanto i tre alleati del centrosinistra meditano di andare con il nome di Elisabetta Belloni, l’unica candidatura che non provoca una rottura tra pd e grillini. Prima il segretario dem ha incontrato i ministri e i capigruppo: la cabina di regia ristretta, a poche ore da un’altra riunione, quella con i grandi elettori. Ai big del partito Letta ha spiegato che «ci sono concreti segnali di apertura da parte di Salvini sulla possibilità di una candidatura condivisa nell’ambito della maggioranza di governo». Ma il leader dem manteneva lo stesso un atteggiamento molto prudente nei confronti del leader leghista.
Però l’atmosfera sembrava assai meno tesa rispetto alla mattinata, quando Letta aveva di fatto minacciato le elezioni anticipate di fronte all’ipotesi di un tentativo di forza del centrodestra di andare alla quarta votazione con Elisabetta Casellati: «Proporre la candidatura della seconda carica dello Stato, insieme all’opposizione contro i propri alleati di governo, sarebbe un’operazione mai vista nella storia del Quirinale. Assurda e incomprensibile. Rappresenterebbe, in sintesi, il modo più diretto per far saltare tutto».
Un messaggio a Salvini, ma un segnale anche all’alleato Giuseppe Conte, di cui Letta si fida sempre di meno. E infatti i toni del leader del M5S sulla presidente del Senato sono molto più sfumati. Mentre Il segretario sta effettivamente lavorando a tutto campo. Lo dimostra il fatto che ha deciso di passare sopra le vecchie ruggini con Matteo Renzi, con cui i contatti ormai sono costanti. I due si sono incontrati anche ieri negli uffici di Italia viva alla Camera. Il leader di Italia viva è convinto che si possa arrivare a una soluzione condivisa sul premier o su Casini. «Se il centrodestra dice sì a Draghi al Quirinale, l’accordo sul nuovo governo si fa in un minuto», ha spiegato Renzi. In serata prima di incontrare Salvini e gli altri leader del centrosinistra, Letta riunisce i grandi elettori dem per fare il punto della situazione. In quella sala nessuno sa ancora che cosa deciderà di fare Salvini, ma le voci si rincorrono. Chi ha parlato con i leghisti osserva: «Matteo andrà per forza su Draghi perché altrimenti metà del suo partito e la maggioranza dei suoi elettori non lo capirebbero». Ma altri che hanno parlato con i colleghi di Italia viva spiegano: «A noi risulta che Renzi abbia convinto Salvini a votare Casini, del resto ci aveva promesso che avrebbe indotto il leader della Lega a prendere questa posizione entro martedì».
Ai grandi elettori Letta confessa: «Non avrei mai immaginato una simile complessità della situazione». E infatti il segretario dem annuncia che, a meno di novità, che potrebbero non esserci a breve, nemmeno nel vertice con Salvini e gli alleati di centrosinistra, perché «a casa mia non si decide in due ore», sarà scheda bianca anche oggi. «È ancora tutto per aria», ammette Letta, che annuncia che oggi le trattative continueranno e prevede che l’elezione del presidente sarà domani. Il segretario manda anche un segnale alle correnti dem: «Alla fine ci sarà anche tra di noi chi sarà più contento chi meno, ma siamo tutti maturi». Insomma, «dobbiamo essere uniti, non va bene la cacofonia». Quindi l’ammissione sulle difficoltà con i 5 stelle: «È stata un’alleanza non semplice». Però sul campo largo, Letta punta ancora. Con una novità: «Con Iv è stato semplice, con i 5 stelle c’è stata più complessità, come dimostrano i voti su Mattarella, perché solo il Mattarella bis li tiene uniti».