Fonte: La Repubblica
di Ilaria Mirella
Respinto il pressing di Prodi: il 3 dicembre l’assemblea della coalizione alternativa al Pd lo proclama leader
Ha deciso di parlare solo quando si sentirà più libero rispetto al suo ruolo istituzionale. Ma una cosa è certa, come si può cogliere nel suo quartier generale al Senato, il progetto che si sta consolidando intorno a Piero Grasso “va avanti e lui non ha dato alcun segno di cedimento”. Tutt’altro. Ma l’uomo è fatto così: prima finisce un lavoro, poi ne comincia un altro, come quando ha lasciato la Procura nazionale antimafia e la magistratura. Non aveva mai parlato di politica quando aveva la toga addosso. Le stesse fonti assicurano che non parlerà di politica e non esporrà i suoi programmi finché rimarrà aperta la sessione di bilancio, passaggio cruciale per i conti del Paese.
Girano molte voci e molti retroscena, lui legge e non interviene. L’ultima, che nelle sue stanze viene giudicata “infondata e fatta girare ad arte”, riguarda lo slittamento o addirittura l’annullamento dell’assemblea costitutiva del nuovo soggetto politico -Mdp, Si, Possibile – prevista e confermata per il 3 dicembre. Per Grasso, del resto, è difficile immaginare un possibile rientro nel Pd, di cui non ha mai avuto la tessera, anche come indipendente. Né tornerà indietro rispetto all’affermazione di essere “un ragazzo di sinistra” salutata a Napoli da un’ovazione dalla platea di Mdp. Pensa tuttora che sia difficile immaginare una coalizione con quei pezzi di maggioranza, Alfano e i centristi, che sui temi dei diritti, dalla cittadinanza al biotestamento, frenano le leggi che sono fortemente sostenute dal Pd. Grasso ripete oggi quello che aveva detto a Imola, applaudito anche lì, alla festa nazionale del Pd: “Possiamo presentarci agli elettori alleandoci con chi la pensa diversamente da noi su temi così importanti?”. Su questo fronte, fanno notare i suoi, diversamente da Pisapia, non ha cambiato idea.
È questo il “paradosso” Grasso. Come viene vissuto e descritto nelle sue stanze al Senato: quando era nel Pd era più attaccato che difeso dal partito, vedi le polemiche del segretario Renzi e del presidente Orfini che “gli rinfacciavano un eccesso di indipendenza e i pareri critici sulla riforma costituzionale e sulla legge elettorale”. Gli stessi che ora lo cercano “per la sua indipendenza e per fare l’indipendente nelle liste del Pd”.
Tant’è. In questi giorni Grasso è l’uomo politico che ha ricevuto più proposte, richieste di appuntamenti e telefonate come quelle di Franceschini e di Prodi, per citare le note, divenute pubbliche non per volere di Grasso, che sui suoi contatti è di una riservatezza maniacale, quasi fosse ancora quel magistrato che ai giornalisti ha concesso interviste per capire i retroscena della mafia, ma ha sempre negato notizie riservate. Tutto lascia ipotizzare, dicono i suoi, che il trend sia destinato a crescere. Sarà non solo per la sua storia personale che “ne fa un testimone vivente della lotta per la legalità”, ma forse anche per i sondaggi dei più importanti istituti di ricerca che lo collocano, come guida del centrosinistra, al 17% per indice di popolarità appaiato al segretario del Pd Renzi. Un altro paradosso, ragionano le fonti: stessa percentuale per Grasso, che non rilascia interviste politiche da quasi un anno, mentre Renzi è ogni giorno sui media. Ma quello che rende Grasso così conteso è il sondaggio che vede, solo grazie alla sua presenza, la lista unitaria Mdp, Possibile, Si, balzare in avanti passando dal 6 a un potenziale11-12 per cento.
Quali sono i suoi progetti futuri? Nei fatti è candidato a essere il leader di una sinistra che grazie al suo profilo è pronta ad aprirsi a tutta l’area cattolica e civica che non si riconosce nelle politiche renziane di questi anni: non solo una “Cosa rossa” quindi, ma un soggetto molto più ampio, attento a temi come la dignità e la salvaguardia del lavoro, la lotta al precariato, la centralità della scuola e dei docenti, l’accesso alle cure, la progressività fiscale, l’attenzione agli esclusi. Un capitolo a parte merita l’immigrazione, dove le posizioni di Grasso sono molto più vicine a quelle di Emma Bonino di quanto non lo siano quelle tra la Bonino e il Pd. Proprio ieri Grasso, facevano notare i suoi, ha ricevuto due delegazioni di firmatari di appelli per il diritto alla cittadinanza e due scuole romane invitate dal senatore Luigi Manconi. Un tema su cui Grasso interviene da anni, “fermo al Senato da mesi proprio per i veti di quei centristi che saranno futuri alleati del Pd e tornato alla ribalta solo ora come moneta di scambio con la sinistra”.