È tempo di dare priorità all’efficienza e affrontare il tema della frammentazione, sono ancora troppi gli ostacoli
L’Europa rappresenta il più grande mercato di consumo al mondo, un potente motore della domanda globale. Ma, come ha chiaramente rivelato il recente rapporto Draghi, ci troviamo a un bivio, di fronte al rischio di diventare solo un mercato di consumo. L’attuale traiettoria dell’Europa rischia di ampliare il divario con altri attori globali. Mentre nazioni come gli Stati Uniti e la Cina avanzano con politiche ambiziose, l’Europa rischia di rimanere indietro.
È tempo per un’Europa più coraggiosa e semplice, un’Europa che difenda gli interessi dei propri comparti industriali sulla scena mondiale. Dobbiamo affrontare le complessità e cogliere le opportunità della transizione verde, garantire condizioni di parità per le imprese europee e stringere partnership strategiche per assicurarci materie prime e tecnologie essenziali.
L’industria europea della bellezza è una prova del potere dell’innovazione e della collaborazione. Culla del settore cosmetico globale, il nostro vibrante ecosistema genera oltre 81 miliardi di euro di vendite al dettaglio e 26 miliardi di euro di esportazioni. Comprende multinazionali, circa 9.000 PMI e garantisce 3 milioni di posti di lavoro in tutta la Zona. Questo successo non è scontato. Richiede solide basi: un quadro normativo e di investimento chiaro, equilibrato e prevedibile. È qui che l’Unione Europea e i suoi Stati membri devono farsi avanti.
In primo luogo, l’Europa deve dare priorità all’efficienza e affrontare il problema della frammentazione, poiché sono ancora presenti troppi ostacoli. Il dinamismo economico deve essere alimentato e incentivato da una maggiore armonizzazione, con un’attenzione costante alla semplificazione. Questo fornirebbe una base fondamentale per far crescere le aziende e renderle competitive a livello globale.
In secondo luogo, abbiamo bisogno di una strategia economica stabile ed efficace che dia priorità all’efficienza e che eviti l’eccesso di regolamentazione. L’Europa ha bisogno di semplificare il proprio quadro normativo, in modo che le aziende possano investire nell’innovazione e non solo nel continuo adeguamento a una sempre maggiore regolamentazione. Abbiamo bisogno di una visione a lungo termine e di un sistema di controlli specifico per garantire che la legislazione rafforzi e non ostacoli la competitività.
Ad esempio, prendiamo la direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane (UWWTD). Secondo il testo, il settore cosmetico potrebbe dover pagare il 20% dei costi, mentre i dati mostrano che contribuisce solo per circa l’1% del problema. Pur essendo disposti a pagare la nostra giusta quota, le proposte attuali comporteranno un costo sproporzionato per uno dei pochi settori europei leader a livello globale, senza risolvere il vero problema. È come se il capitano non giocatore della squadra di Davis italiana avesse mandato in campo Jannik Sinner con un giubbotto di piombo. Un’implementazione equa e proporzionata è urgente, affinché tutti coloro che contribuiscono all’inquinamento idrico possano migliorare i propri processi e prodotti.
In terzo luogo, dobbiamo dare priorità all’innovazione promuovendo ecosistemi di eccellenza all’interno delle catene di valore. Per farlo bisogna iniziare con il riconoscimento del ruolo cruciale della ricerca&sviluppo. In L’Oréal, investiamo il 70% dei nostri fondi per la ricerca in Europa, impiegando oltre 4.000 ricercatori, ma abbiamo bisogno di un ambiente favorevole per crescere. Incoraggiamo l’emergere di nuovi modelli di business e facilitiamone lo sviluppo, consentendo all’Europa di competere nell’economia globale odierna in rapido movimento!
Il successo dell’Europa dipende dalla nostra capacità di agire con decisione e in modo collaborativo – in questo il tempismo è essenziale. Se non ci adatteremo, rimarremo indietro rispetto ai concorrenti globali, sacrificando il nostro patrimonio di innovazione e mettendo a repentaglio la prosperità delle generazioni future.
Dobbiamo dare potere ai nostri imprenditori, grandi e piccoli, creando un ambiente che lasci spazio all’innovazione, in cui le normative siano chiare e prevedibili e gli investimenti fluiscano liberamente. È così che possiamo costruire un’Europa più forte e prospera, un’Europa che prende con fiducia il proprio posto di leader globale nel XXI secolo. Questo richiede impegno e coraggio, perché l’Europa vale.