21 Febbraio 2025

L’Europa è in grado di riformare i mercati oggi in piena crisi di sicurezza e di tensioni geopolitiche attorno al corpo dell’Ucraina? Difesa ed economia sono, a questo punto, due sfide inseparabili, per sopravvivere

Siamo rimasti un po’ tutti stupiti, qualche giorno fa, quando Mario Draghi ha detto che le barriere al commercio interne all’Unione europea sono dazi che ci siamo imposti da soli, più alti di quelli di Trump. Probabilmente è perché eravamo distratti, lo scorso 24 ottobre, quando il direttore del Dipartimento europeo del Fondo monetario internazionale, Alfred Kammer, ha spiegato i contenuti dell’analisi effettuata nell’Economic Outlook autunnale dell’istituzione. Il primo messaggio del rapporto dell’Fmi secondo Kammer: «La ripresa dell’Europa è inferiore al suo pieno potenziale. E, ancora più importante, le prospettive di medio termine non sono meglio. L’Europa è rimasta indietro».
L’analisi del Fondo individua tre ragioni principali alla base di questo rimanere indietro. La prima – citata da Draghi nel suo articolo nel Financial Times – è la frammentazione del mercato interno della Ue, quello che dovrebbe consentire la libera circolazione di merci e servizi e che è considerato il maggiore successo dell’integrazione. In realtà lo è stato poco. «Noi – ha spiegato Kammer – stimiamo le barriere esistenti nel Mercato Unico Europeo essere equivalenti a un dazio ad valorem (in percentuale del valore, ndr) del 44% per la manifattura (tra gli Stati americani è il 15%) e quel dazio equivalente è il 110% per i servizi tra Paesi Ue». Numeri «sbalorditivi».
La seconda ragione è la mancanza di un mercato finanziario integrato capace di sostenere la crescita delle aziende, in particolare quelle giovani e innovative. Il terzo fattore di compressione dell’attività è «la mancanza di lavoratori qualificati là dove ce n’è bisogno». Ciò non significa che i dazi di Trump siano insignificanti. Possono fare male a un certo numero di imprese e mettere le due sponde dell’Atlantico in un conflitto commerciale. Ma se i dazi sono un problema, la sclerosi del continente è una tragedia. Il risultato è che il reddito pro capite europeo è il 30% inferiore di quello americano, nota il rapporto dell’Fmi. La domanda: è in grado la Ue di riformare i mercati oggi, in piena crisi di sicurezza e di tensioni geopolitiche attorno al corpo dell’Ucraina? Difesa ed economia sono, a questo punto, due sfide inseparabili, per sopravvivere. Negli anni, la Ue non è stata all’altezza di affrontare né la prima né la seconda. Servirà un’Unione europea nuova. Vedremo se ci saranno la volontà, la forza e il tempo.

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