La strategia consentirebbe all’Italia non solo di raggiungere, ma forse anche superare, il famigerato 2% del Pil per la Difesa grazie alla possibilità di attivare le clausole di salvaguardia del Patto di Stabilità

Personale militare, sistemi di difesa aerea e carri armati. Sarebbero queste le priorità dell’Italia nell’investire i fondi europei destinati alla difesa annunciati dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Dei 150 miliardi di euro di prestiti previsti per gli Stati membri, nelle casse dell’Italia potrebbero arrivare tra i 20 e i 30 miliardi. Roma, infatti, è uno dei principali Paesi dell’Unione, insieme con Francia e Germania, impegnato nell’industria bellica. Ma non solo. Il piano ReArm presentato ieri consentirebbe all’Italia non solo di raggiungere, ma forse anche superare, il famigerato 2% del Pil per la Difesa grazie alla possibilità di attivare le clausole di salvaguardia del Patto di Stabilità.

Investimenti mirati
In questo momento l’Italia investe nella difesa l’1,57% del proprio Prodotto interno lordo, ma con le nuove politiche messe in piedi dall’Unione europea potrebbe riuscire a raddoppiare la cifra. «Se l’Italia riuscisse ad aggiungere un altro 1,5% del Pil sulla Difesa (come richiesto da von der Leyen per i prossimi quattro anni, ndr) significherebbe raddoppiare l’investimento attuale arrivando a circa 65-66 miliardi di euro», ha spiegato il sottosegretario alla Difesa, Matteo Perego di Cremnago. Certo è che gli investimenti dovranno essere mirati, cercando di intervenire in base alle priorità del Paese.

Le aree da potenziare
In primis l’idea sarebbe quella di implementare il personale militare, che in questo momento conta circa 160mila unità. Contemporaneamente sarà importante mettere mano ai sistemi di difesa aerea, in modo tale da garantire maggior sicurezza nei cieli italiani nell’eventualità di un attacco. Attenzione particolare anche sul fronte dei carri armati, in attesa dell’arrivo dei nuovi mezzi realizzati da Leonardo e Rheinmetall. Investimenti saranno previsti, inevitabilmente, anche sul settore spaziale, memori dell’invasione russa in Ucraina. Oltre ai SampT, fondamentale sarà implementare radar e satelliti che garantiscano la sicurezza dei cieli anche di fronte ad eventuali droni o missili.

Crosetto: difesa da forze armate preparate
Una realtà «cruda e dura», per utilizzare le parole del ministro della Difesa, Guido Crosetto, di fronte alla quale anche l’Italia deve tutelare la propria sicurezza. «Gli Stati purtroppo non si difendono mettendo i fiori nei cannoni – le parole del ministro -, ma con forze armate preparate». L’annuncio di von der Leyen, ritenuto un «punto si svolta» dal sottosegretario Matteo Perego di Cremnago, dovranno seguire i fatti. «Noi – ha detto il sottosegretario – faremo certamente la nostra parte».

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