La Commissione europea: il ritardo nel pagamento non è «inusuale», l’ipotesi di un assegno parziale
Fino a oggi l’Italia ha ricevuto da Bruxelles quasi 67 miliardi di euro per sostenere gli interventi inseriti nel proprio Piano nazionale di ripresa e resilienza (in palio c’è l’utilizzo di tutti i 191,5 miliardi portati in dote dal Recovery fund).
Resta però “sub iudice”, rispetto al consueto cronoprogramma Ue, la richiesta di pagamento della terza rata che vale 19 miliardi di euro.
C’è poi la revisione del Piano: dapprima indicata per il 30 aprile ora il Pnrr rivisto e integrato è fissato al 31 agosto. Nel frattempo, l’Italia deve correre per assicurarsi la quarta tranche di giugno da 16 miliardi.
I ritardi sulla terza tranche le rassicurazioni
I primi 24,9 miliardi sono stati erogati ad agosto 2021 in forma di pre-finanziamento – pari al 13% del totale -, suddivisi in 9 miliardi a fondo perduto e 15,9 di prestiti. La prima rata da 21 miliardi è poi arrivata ad aprile 2022, distribuita in 10 miliardi di sovvenzioni e 11 di prestiti. Un importo di egual misura e identica ripartizione è stato incassato a dicembre 2022 per la seconda tranche. «I lavori di valutazione» della Commissione europea sulla terza tranche «sono ancora in corso» ha fatto sapere un portavoce dell’esecutivo Ue precisando ci sono «scambi costruttivi con le autorità italiane e, ove necessario, vengono fornite ulteriori informazioni».
«Comunicheremo la conclusione della nostra valutazione non appena avremo raggiunto questa fase: il fatto che ci sia voluto un po’ di tempo in più rispetto alla scadenza indicativa non è insolito: ad esempio è successo lo stesso con le richieste di pagamento di Lussemburgo, Romania e Slovacchia» è stata la notazione rassicurante del portavoce.
Le verifiche e le obiezioni di Bruxelles
La task force sul Pnrr della Commissione europea ha passato in rassegna 55 obiettivi e traguardi che l’Italia era chiamata a raggiungere nel secondo semestre del 2022, dalla riforma della concorrenza a quella della giustizia, fino agli investimenti in cybersicurezza, energie rinnovabili, reti, ferrovie, ricerca, turismo. La valutazione era prevista inizialmente entro la fine di febbraio. Nel mirino dei rilievi dei tecnici Ue vi erano alcuni aspetti e sono stati tolti dai Piani urbani integrati la riqualificazione dello stadio di Firenze e della creazione del Bosco dello Sport a Venezia.
Bruxelles ha anche fatto riferimento all’ipotesi che non tutta la terza rata arrivi subito: quando la Commissione ritiene che non tutti gli obiettivi e le tappe associati a una tranche siano stati raggiunti in modo soddisfacente, può effettuare un pagamento parziale e il resto della rata sarà quindi sospeso. Ma non perduto del tutto. Lo Stato membro interessato ha sei mesi di tempo per adottare le misure necessarie a garantire il soddisfacimento degli obiettivi e potrà vedere sborsato il denaro in una rata successiva.
Le modifiche entro il 31 agosto
Dapprima indicata per il 30 aprile il Pnrr rivisto e integrato con il nuovo capitolo energetico del RePowerEu è fissato al 31 agosto. «Il ministro Fitto – ha fatto sapere la premier Giorgia Meloni in un’intervista al Messaggero – sta lavorando con la Commissione europea e le singole Amministrazioni per assicurare la piena attuazione degli interventi. In questi giorni abbiamo completato la fase di ricognizione con le Amministrazioni centrali per verificare lo stato di attuazione del Piano e nelle prossime settimane, come stabilito con la Ue, si intensificherà il confronto per la formalizzazione delle proposte di modifica. Siamo nei tempi, e lo dimostra il fatto che ad oggi solo 5 Stati hanno presentato la proposta di revisione del Piano con l’integrazione del REPowerEU. Faremo tutto quello che c’è da fare per far arrivare queste risorse a terra, in modo utile ed efficiente».
La quarta rata
Nel frattempo, però, l’Italia deve correre per assicurarsi la quarta tranche di giugno da 16 miliardi (ripartiti in 1,9 miliardi di sovvenzioni e 14,1 di prestiti). Si tratta di raggiungere 20 milestones e 7 target, completando come prima cosa l’attuazione della riforma della giustizia civile e penale, il codice per gli appalti e la riforma del pubblico impiego. E, all’orizzonte ci sono i 69 obiettivi di dicembre.