Dal 27 febbraio al 31 marzo sono 49 le procedure di chiusura. Le imprese di tlc chiamate a uno sforzo straordinario per i progetti sovrapposti. Tra aprile e maggio scadono avvisi per altri 2,2 miliardi
C’è chi teme un effetto imbuto e chi ritiene inevitabile il sovrapporsi delle scadenze. Di certo nel programma dei bandi e degli avvisi relativi ai progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) c’è un grande affollamento nel prossimo mese, con 49 procedure per ben 21,4 miliardi includendo anche quelle in scadenza domani, 28 febbraio. Se aggiungiamo le quattro al momento previste per aprile si sale a 21,9 miliardi.
Tabella di marcia serratissima
È il prodotto di una tabella di marcia serratissima che impegna i ministeri su più fronti praticamente in contemporanea per rispettare milestones e target fissati dalla Commissione europea. Ma la conseguenza, dal punto di vista di chi i bandi non li scrive ma vi concorre, Regioni ed enti locali oppure direttamente le imprese, può essere una certa difficoltà a presentare più progetti validi, su fronti diversi ma a distanza di pochissimi giorni.
I documenti depositati dal ministro Franco nelle commissioni Bilancio
Fino al 31 marzo si concentra in pratica più della metà del valore dei bandi e degli avvisi che risultano al momento aperti fino al 2026: una sessantina per 39 miliardi di euro, come si evince dai documenti depositati nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato dal ministro dell’Economia Daniele Franco dopo l’audizione di mercoledì 23 febbraio . Il conteggio dell’Economia include però, va precisato, anche 8,9 miliardi che non saranno assegnati a bando visto che si tratta di crediti di imposta automatici del piano Transizione 4.0 in vigore fino a metà 2024.
La scadenza del 28 febbraio
Il 28 febbraio sono scaduti 6 bandi per un importo totale di quasi 4 miliardi, tutti rivolti agli enti territoriali. Da solo, il bando del ministero per l’Istruzione per la realizzazione di asili nido e scuole materne vale 3 miliardi. Quattrocento milioni invece riguardano le mense scolastiche, 300 le palestre scolastiche, 250 la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie.<
Le maxi-gare che dominano a marzo
Marzo è un mese ad altissima concentrazione, dominato dalle maxi-gare del ministero dell’Innovazione tecnologica e del ministero della Transizione ecologica. Nel primo caso, sommando le varie procedure aperte, frazionate in più lotti, ci sono a disposizione circa 5 miliardi per gli investimenti per le connessioni a banda ultralarga – su rete fissa, tra famiglie, imprese, scuole, ospedali, isole minori – in attesa che si sblocchi il bando per il 5G. Interventi per i quali concorrono direttamente le imprese del settore delle telecomunicazioni, gravate evidentemente dal sovrapporsi di progetti in tempi così ravvicinati e con il problema di una grave carenza di manodopera che sta caratterizzando i lavori di posa della fibra ottica. L’intreccio di gare potrebbe dunque rivelarsi un punto critico.
I bandi in scadenza a marzo del ministero per la Transizione ecologica – importo totale di circa 2,1 miliardi – si rivolgono invece a una platea diversificata: le imprese, ad esempio con le procedure per gli impianti destinati al riciclo della plastica e delle frazioni tessili, i Comuni o gli enti di governo degli Ambiti territoriali, come nel caso dei progetti per il miglioramento e la meccanizzazione della raccolta differenziata.
Scadono a marzo anche bandi del ministero della Cultura per 810 milioni, rivolti in due casi ai Comuni e per quanto riguarda i progetti per parchi e giardini storici anche alle imprese e al Terzo settore. Il mese si conclude con la scadenza, il 31 marzo, di bandi delle Infrastrutture per quasi 2,8 miliardi su lavori e tecnologie per la segnaletica ferroviaria.
Il quadro per aprile
Per ora aprile ha in pancia interventi per poco più di 500 milioni, di cui 217 per il servizio civile universale e 200 per il programma “isole verdi” della Transizione ecologica. A maggio scadono i termini delle domande per le agevolazioni Simest all’internazionalizzazione delle imprese (1,2 miliardi) e di quelle riservate alle regioni per le residenze universitarie (467 milioni).