Dal Sud il 45% delle soluzioni a valere sui fondi del Pnrr (1,5 miliardi per Comuni e imprese pubbliche e 600 milioni per le imprese private). Consistente anche l’interesse mostrato da Nord e Centro Italia
Per i 2,1 miliardi di euro del Pnrr a disposizione per la realizzazione di nuovi impianti per il trattamento e il riciclo dei rifiuti, l’ammodernamento di impianti esistenti e la realizzazione di progetti “faro” di economia circolare sono giunte da tutta Italia 4.114 proposte, per un valore complessivo dei progetti di oltre 12 miliardi. Lo ha reso noto giovedì 24 marzo il sottosegretario al Mite (il ministero della Transizione ecologica) Vannia Gava presentando il Programma nazionale per la gestione dei rifiuti.
Dal Sud il 45% delle proposte
Dal Sud il 45% delle proposte a valere sui fondi del Pnrr (1,5 miliardi per Comuni e imprese pubbliche e 600 milioni per le imprese private). È emerso che i 1.860 progetti proposti dalle regioni del Mezzogiorno, del valore complessivo di 4,6 miliardi, da soli eccedono di oltre il doppio la dotazione totale disponibile. I bandi si sono chiusi mercoledì 23 marzo.
Consistente anche l’interesse mostrato da Nord e Centro Italia, a conferma dell’importanza degli investimenti nel settore. In particolare, sono 1.474 le proposte pervenute dalle regioni del Nord (il 36% del totale), i cui progetti cubano nel loro insieme 4,4 miliardi di euro; dal Centro Italia 780 proposte progettuali (il 19% del totale), il cui valore complessivo ammonta a circa 3,3 milioni di euro.
Obiettivo: rete omogenea di impianti di trattamento e riciclo dei rifiuti
Il Piano nazionale per la Gestione dei Rifiuti (Pngr), ha spiegato il presidente dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), Stefano Laporta, costituisce una delle riforme strutturali per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, prevista nella relativa Missione 2 – Rivoluzione verde e transizione ecologica, Componente 1 – Economia circolare e agricoltura sostenibile, il cui ambito d’intervento è finalizzato a migliorare la capacità di gestione efficiente e sostenibile dei rifiuti. Il Pnrr, è stato ricordato, si pone l’obiettivo di dotare tutto il paese di una rete omogenea di impianti di trattamento e riciclo dei rifiuti, colmando il divario esistente al momento fra Nord e Centrosud e puntando allo sviluppo di progetti innovativi di economia circolare.
Orizzonte temporale di sei anni
Il Programma nazionale per la gestione dei rifiuti ha un orizzonte temporale di sei anni (2022-2028) ed è uno strumento strategico di indirizzo per le Regioni e le Province autonome nella pianificazione della gestione dei rifiuti. Il Programma è stato predisposto con il contributo delle Regioni, delle due Province Autonome, dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci), del Ministero dello sviluppo economico (Mise), e dell’Autorità di Regolazione per energia Reti e Ambiente (Arera).
Il Programma parte dal quadro di riferimento europeo, fissa i macro-obiettivi, definisce i criteri e le linee strategiche a cui le Regioni e le Province autonome dovranno attenersi nella elaborazione dei Piani di gestione dei rifiuti, offrendo, contestualmente, una ricognizione nazionale dell’impiantistica, suddivisa per tipologia di impianti e per regione, al fine di fornire, in primis, indirizzi atti a colmare i gap impiantistici presenti nel territorio.