16 Settembre 2024
cappello universita

cappello universita

Presentati i cinque centri nazionali, gli 11 ecosistemi e le infrastrutture di ricerca. Quattro miliardi e trecento milioni per far partire la ricerca applicata e gli hub tra atenei e imprese

Cinque Centri nazionali per la ricerca, undici ecosistemi dell’innovazione e 49 Infrastrutture di ricerca e di innovazione tecnologica. Sarà questo nei prossimi anni lo scenario in cui si muoverà la ricerca in Italia, grazie ai 4,3 miliardi di euro messi a disposizione dal Pnrr e già assegnati con procedure competitive in questi sei mesi. Una vera e propria rivoluzione, che è stata presentata martedì 28 giugno dalla ministra dell’Università e della Ricerca Cristina Messa. «La ricerca e l’alta formazione in Italia in questi mesi – ha detto – hanno dato una grande risposta alle “chiamate” che abbiamo rivolto loro. Hanno lavorato insieme, forse come mai prima avevano fatto, presentando progetti di altissima qualità tecnico-scientifica riconosciuta dagli esperti stranieri che li hanno valutati. Il sistema italiano si è mobilitato per dare risposte concrete ai bisogni dei cittadini ed è pronto per accogliere nuove figure e competenze, sia dall’Italia sia dall’estero, oltre che gli investimenti ulteriori per la ricerca che dovessero arrivare».

«I centri nazionali»
La nuova sfida sarà dunque all’insegna della collaborazione tra stato e privato, tra atenei e imprese, degli hub tra università e enti di ricerca che abbiano la massa critica sufficiente per produrre innovazione nell’epoca della tecnologia avanzata. «Ci sono davvero grandi spazi per la creatività e le competenze di giovani ricercatrici e ricercatori, per sperimentare scambi tra pubblico e privato, per stimolare la nascita di startup e spinoff», ha aggiunto Messa che ha presentato i 5 Centri nazionali: grazie a un investimento complessivo di 1,6 miliardi di euro ognuno sarà finanziato da 320 milioni di euro e sono dedicati a cinque aree individuate come strategiche per lo sviluppo del Paese: Simulazioni, calcolo e analisi dei dati ad alte prestazioni; Agritech; Sviluppo di terapia genica e farmaci con tecnologia a Rna; Mobilità sostenibile; Biodiversità. Sono complessivamente 55 le università italiane e le Scuole Superiori coinvolte, molte impegnate in più Centri con professori, ricercatori, dottorandi di diversi dipartimenti. Lo stesso vale per gli enti pubblici di ricerca e altri organismi di ricerca pubblici o privati, 24 in tutto, che mettono in rete i diversi istituti presenti in tutta Italia, e per alcune imprese (65 in tutto quelle partecipanti ai 5 Centri). In tutto, i partecipanti ai Centri sono 144. Gli investimenti serviranno per assumere ricercatori e personale da dedicare alla ricerca (di cui almeno il 40% donne), per creare e rinnovare le infrastrutture e i laboratori di ricerca, per realizzare e sviluppare programmi e attività di ricerca dedicati alle cinque tematiche, per favorire la nascita e la crescita di iniziative imprenditoriali a più elevato contenuto tecnologico come start-up e spin off da ricerca, per valorizzarne i risultati.

«Gli ecosistemi»
La seconda gamba del nuovo sistema della ricerca si regge sugli ecostistemi dell’innovazione: sono 11 con un investimento complessivo di 1,3 miliardi di euro. Si tratta di reti di università statali e non statali, enti pubblici di ricerca, enti pubblici territoriali, altri soggetti pubblici e privati altamente qualificati e internazionalmente riconosciuti, e intervengono su aree di specializzazione tecnologica coerenti con le vocazioni industriali e di ricerca del territorio di riferimento, regionale o sovraregionale, promuovendo e rafforzando la collaborazione tra il sistema della ricerca, il sistema produttivo e le istituzioni territoriali. Sono, complessivamente, 60 le università italiane, le istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica e le Scuole Superiori coinvolte, alcune impegnate in più Ecosistemi con professori, ricercatori, dottorandi di diversi dipartimenti. Lo stesso vale per gli enti pubblici e gli enti pubblici di ricerca, 29 in tutto, che mettono in rete i diversi istituti presenti in tutta Italia, e per alcune imprese (133 in tutto quelle partecipanti agli 11 Ecosistemi). In tutto i partecipanti agli Ecosistemi sono 222. Hanno l’obiettivo di agevolare il trasferimento tecnologico e accelerare la trasformazione digitale dei processi produttivi delle imprese in un’ottica di sostenibilità economica e ambientale e di impatto sociale sul territorio. Le risorse a disposizione finanziano attività di ricerca applicata, di formazione per ridurre il disallineamento tra le competenze richieste dalle imprese e quelle offerte dalle università, la valorizzazione dei risultati della ricerca con il loro trasferimento all’impresa, il supporto alla nascita e sviluppo di start-up e spin off da ricerca, promuovendo le attività e i servizi di incubazione e di fondi venture capital.

«Le infrastrutture di ricerca»
Infine ci sono le «Infrastrutture di ricerca e di Innovazione tecnologiche»: con un investimento di 1,08 miliardi di euro, si finanziano gli impianti, le risorse e i relativi servizi utilizzati dalla comunità scientifica per compiere ricerche nei rispettivi settori. Sono 9 gli enti di ricerca e le università italiane che hanno proposto i 24 progetti di potenziamento/creazione o networking di Infrastrutture di Ricerca e che verranno finanziati per un totale di 931 milioni di euro. Con le risorse residue, come indicato anche nel bando, potranno essere sostenute ulteriori proposte. Le Infrastrutture tecnologiche di innovazione – grazie a un investimento complessivo di 500 milioni di euro – sono strutture, attrezzature, capacità e servizi per sviluppare, testare e potenziare la tecnologia per avanzare dalla convalida in un laboratorio fino a livelli di preparazione tecnologica più elevati prima dell’ingresso del mercato competitivo. Operano in settori produttivi e ambiti territoriali definiti dalla comunità di sviluppo e innovazione, principalmente piccole e medie imprese o filiere tecnologiche produttive, che le utilizzano per sviluppare e integrare tecnologie innovative verso la commercializzazione di nuovi prodotti, processi e servizi. Sono 16 gli enti di ricerca e le università italiane che hanno proposto i 25 progetti che verranno finanziati complessivamente con poco più di 333 milioni. Anche in questo caso, con le risorse residue potranno essere sostenute ulteriori proposte.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *