Gentiloni: «L’Italia pensa a Ponte e Flat Tax e non si preoccupa del Piano»
A poche settimane dal decreto Pnrr 3, il governo torna al lavoro su un altro provvedimento d’urgenza dedicato al Piano, destinato ad arrivare sul tavolo del prossimo Consiglio dei ministri, martedì 28 marzo. Una riunione di governo che sarà dominata dal Recovery Plan, perché dovrà dare il via libera anche alla riforma del Codice degli appalti che nel testo finale confermerà la deroga sull’applicazione delle nuove regole agli investimenti targati Pnrr per evitare il rischio di ritardi prodotti dall’esigenza di adeguarsi all’evoluzione della normativa. I terreni del Dl in cottura sono quelli battuti dall’ormai ricchissimo filone dei decreti sul Piano, e si concentrano su assunzioni e altre misure di rafforzamento del personale, insieme a nuove semplificazioni procedurali.
L’affannoso cantiere legislativo è all’opera mentre cresce la pressione di Bruxelles nei giorni decisivi del negoziato sul via libera alla terza rata. La conferma arriva dal nuovo richiamo lanciato lunedì 20 marzo da Paolo Gentiloni. «In Italia riusciamo a dare un’enorme attenzione a tantissimi problemi che talvolta non sono dietro l’angolo, come il ponte sullo Stretto o la flat tax e ci dimentichiamo che c’è un problema di estrema attualità, urgenza e importanza che si chiama Pnrr, che non mi sembra sufficientemente al centro delle nostre preoccupazioni», ha sottolineato il commissario Ue agli Affari economici nel corso della presentazione del nuovo “Affari&Finanza” del quotidiano La Repubblica all’Università Bocconi a Milano. Il riferimento al ponte non è andato giù a Matteo Salvini. «Da un commissario europeo – ha replicato il vicepremier e ministro delle Infrastrutture – mi aspetto aiuti e proposte, non polemiche. Oltretutto rivolte al suo Paese. Da un commissario europeo mi aspetto suggerimenti su come non perdere neanche un euro di questo Pnrr, magari rivedendo tempi e modalità di spesa».
I nodi del secondo semestre 2022: dalle concessioni portuali all’edilizia universitaria
Il punto è proprio questo. Il confronto tecnico con la Commissione sugli obiettivi del secondo semestre 2022 si è rivelato più complesso dei precedenti ed è stato reso serrato da dossier complessi come le concessioni portuali, l’edilizia universitaria e altri. Mentre alla scadenza intermedia del 31 marzo prossimo, secondo il monitoraggio di Openpolis, l’Italia arriva con ancora nessuna scadenza completata al 16 marzo (tre sono a buon punto, nove in corso).
Richieste ministeriali per nuove assunzioni
Ma al di là delle battaglie sui singoli adempimenti sono i problemi più strutturali quelli che continuano a preoccupare il governo. Le norme per il nuovo decreto sono ora all’esame di Palazzo Chigi per le compatibilità giuridiche e del ministero dell’Economia per quelle economiche. La griglia del decreto è stata inondata dalle richieste ministeriali per nuove assunzioni e per allargare gli uffici di staff. Nel tentativo di evitare che si aprano nuove falle nella coperta già stiracchiata degli organici, si sta studiando poi un meccanismo per trattenere in servizio anche oltre l’età pensionabile il personale pubblico impegnato nell’attuazione del Piano. Una misura simile è già stata introdotta per i Rup, i responsabili unici dei procedimenti, ma potrebbe essere allargata a molte altre figure. Gli enti locali, dal canto loro, tornano alla carica con la richiesta di liberare spazi per le assunzioni escludendo il costo dei rinnovi contrattuali dai calcoli sulla sostenibilità finanziaria della spesa di personale, ma alla Ragioneria l’idea continua a non piacere. Sembra invece avere più chance la proposta avanzata a più riprese dall’Anci di applicare a tutti i progetti Pnrr la corsia veloce delle procedure già aperta per l’edilizia scolastica in grande ritardo.
Un’altra novità potrebbe riguardare Sport e salute, la cassaforte dello sport italiano: su proposta del ministro Andrea Abodi, potrebbe arrivare una norma che sdoppia la figura del presidente e dell’amministratore delegato, oggi ricoperta da Vito Cozzoli.