In calo pure gli affidi. I segnali di una società che sta cambiando. Tra i motivi c’è anche l maggior ricorso alla fecondazione assistita (oggi riconosciuta dal Servizio sanitario nazionale), eterologa compresa. E c’è l’effetto negativo di tanti racconti di fallimenti adottivi, soprattutto per l’internazionale
Nell’Italia che fa meno figli diminuisce anche il desiderio di essere genitori adottivi. L’allarme è autorevole e viene dalla presidente del principale Tribunale dei minori italiano, quello di Milano, Maria Carla Gatto. Si crede poi che sia quasi impossibile adottare nati in Italia. In realtà non è così. L’amaro paradosso è che i bimbi adottabili hanno sempre meno aspiranti genitori adottivi. Le domande di disponibilità all’adozione nazionale toccarono nel 2006 la rilevante quota di 16 mila 538. Erano già scese, nel 2021, a 7 mila 970. Il calo milanese è drammatico oltre ad essere più aggiornato. Erano 1.232 le domande nel 2001. Nell’anno appena concluso le disponibilità ad adottare, presentate davanti al tribunale milanese, sono state appena 419. Qual è la situazione dei minori dichiarati adottabili? Quelli con genitori ignoti erano 327 nel 2001 e 173 nel 2021 a livello nazionale. A Milano erano 62 nel 2001 e 26 nel 2024. La forte riduzione è spiegata anche con l’entrata in vigore della legge del 2001 che ha riconosciuto il diritto del figlio adottato di conoscere le proprie origini.
I bimbi dichiarati adottabili con genitori noti erano, in tutta Italia, 769 nel 2001 e sono cresciuti a 899 nel 2021. A Milano sono passati da 85 (2001) a 52 lo scorso anno, che con i 26 da genitori ignoti raggiungono il numero di 78. Un quarto dei figli di genitori ignoti(con la madre che ha scelto di partorire nell’anonimato con tutte le tutele per lei e il neonato) nasce in Lombardia. E questo apre inquietanti interrogativi su che cosa accada in altre Regioni, soprattutto del Mezzogiorno.
Anche le domande di adozione internazionale, che conobbero soprattutto nei decenni scorsi adesioni costantemente in crescita, sono diminuite. Nel 2001 erano in tutta Italia 7 mila 887. Sono scese nel 2021 a 2.020. A Milano, nello scorso anno, sono state soltanto 158.
L’insieme di queste cifre, dietro le quali ci sono vite, sentimenti, attese, dimostra che oggi è relativamente più facile adottare, e si attende di meno, avendo tutti i requisiti normativamente previsti, nel rispetto della differenza di età tra bambino e genitore che non sia superiore ai 45 anni. Ed è relativamente meno complesso, smentendo un’opinione negli anni assai diffusa, farlo in Italia che all’estero. Con più garanzie per chi adotta ma, soprattutto, per chi viene adottato. Come si sa le domande hanno durata di tre anni. Il vaglio della comparazione tra le coppie è giustamente rigoroso. Fino a poco tempo fa le attese erano lunghe e, in qualche caso, persino snervanti fino alla perdita di motivazioni. Il Tribunale di Milano ha già esaurito l’esame delle disponibilità del 2022 e del 2023 e ora apre i colloqui — non era mai accaduto prima — a chi ha fatto domanda solo da qualche mese. E in un terzo dei casi la coppia ha presentato domanda in un altro distretto e spesso si scopre che già è stata abbinata da un diverso tribunale ad un bambino adottabile.
Al di là delle comprensibili dinamiche di carattere demografico (i cosiddetti boomer sono ormai nonni), quali sono le ragioni di questo calo del desiderio genitoriale? Secondo la presidente Gatto c’è il maggior ricorso alla fecondazione assistita (oggi riconosciuta dal Servizio sanitario nazionale), eterologa compresa. C’è l’effetto negativo di tanti racconti di fallimenti adottivi, soprattutto per l’internazionale. Non secondario il timore, che si fatica ad ammettere, di adottare il figlio di genitori con problemi di droga. Non sono poche le rinunce. Non rarissime, nelle adozioni internazionali, le restituzioni (il dolore di questi atti materialmente postali è indescrivibile). È accaduto che un ragazzo brasiliano «restituito», prima che venisse perfezionata la trascrizione dell’adozione, diventasse così apolide. Ma al di là di questi pochi casi, l’amore genitoriale trionfa, testimonianza di quanto sia grande il cuore delle persone. Anche e soprattutto di fronte a bimbi con problemi di salute e un avvenire di sofferenza e disabilità. Eppure qualcosa è cambiato, e in profondità, nella nostra società, se la voglia di adottare è venuta meno. Anche gli affidi sono in preoccupante crollo. Il futuro, in una società anziana, fa più paura. Si fanno pochi figli, sempre più tardi. E sempre più tardi si arriva, eventualmente, all’adozione o all’affido. «Quando vengono da noi — racconta la presidente Gatto — le coppie non si aspettano di poter adottare una bimba o un bimbo piccolo. E invece no, ci sono». E aspettano due genitori adottivi. E anche, come è accaduto, una persona sola che ha accolto in affido un ragazzo rimasto senza famiglia.