20 Settembre 2024

Fonte: La Repubblica

di Alberto Custodero

È stato il primo impianto del mondo per la cattura di anidride carbonica a monte della combustione, una tecnologia che contribuisce alla lotta contro l'”effetto serra”. L’azionista di riferimento è l’Enel

ROMA – Rischia di chiudere in Spagna l’Elcogas, il primo impianto del mondo per la cattura di anidride carbonica a monte della combustione. Visto che il maggiore azionista è l’Enel, Pablo Iglesias, leader di Podemos, lancia un appello a Mattero Renzi al fine di evitare “la chiusura definitiva”. “Elcogas nacque negli anni Novanta col sostegno dei fondi europei – scrive Iglesias in una lettera indirizzata al premier italiano – con lo scopo di ridurre in modo significativo l’impatto ambientale dovuto all’uso di combustibili fossili”.
“Ora – aggiunge il leader di Podemos – il rischio imminente di chiusura della centrale risulta una pessima notizia per tutti quelli che si sono impegnati per un nuovo modello produttivo sulla base della ricerca, l’innovazione, e la drastica riduzione delle emissioni di anidride carbonica”.
La storia dell’impianto. Elcogas si trova a Puertollano, 100 km a sud di Madrid. L’impianto pilota per la cattura della CO2 è stato avviato nella prima metà del 2009 ed è costituito da un impianto con tecnologie per la separazione della CO2 in precombustione e la produzione di idrogeno. Si tratta di una tecnologia che sta entrando a far parte del mix di strategie disponibili per far fronte alla crescente concentrazione in atmosfera di CO2 di origine antropica, un gas ad effetto serra che concorre all’attuale riscaldamento del globo. Il progetto della centrale a carbone gassificato a ciclo combinato (Gicc) da 335 Mw fu finanziato con 18,5 milioni di euro, di cui 15,6 milioni forniti da Elcogas e il resto da istituti scientifici spagnoli.
Iglesias: “Simbolo di ricerca e sviluppo”. “Elcogas – scrive il leader di Podemos a Renzi – è diventata molto più che una centrale termica. È un vero riferimento nella produzione di elettricità pulitia e un centro all’avanguardia internazionale in materia di ricerca e sviluppo.
L’iniziativa del Parlamento. “Il 30 marzo – scrive Iglesias – la Commissione per l’occupazione del Parlamento spagnolo ha approvato una proposta non legislativa con la quale si chiede al futuro governo di prendere misure appropriate per la protezione dei posti di lavoro”: Trecento i lavoratori inpiegati nell’impianto, mille nell’indotto.
L’appello a Renzi. “Essendo l’Enel azionista di maggioranza – è l’appello di Iglesias a Renzi – sollecito il suo contribuito per trovare una soluzione che eviti la chiusura definitiva di Elcogas. Sono consapevole che non ci resta molto tempo, ma ho fiducia che con il supporto di un Paese amico come l’Italia, che sentiamo così vicino, potremo evitare la chiusura definitiva dell’impianto”.
La crisi politica in Spagna. I partiti politici spagnoli hanno fino al 2 maggio per cercare un accordo di governo. Se entro quella data non ci sarà un presidente, saranno convocate nuove elezioni per il 26 giugno. Iglesias, ex europarlamentare, ora deputato, è stato tra i fondatori di Podemos, partito di sinistra (area socialista democratica), contrario alle politiche di austerità dell’Ue, sostenitore della democrazia diretta e della difesa dei diritti sociali (lavoro, istruzione e salute). Iglesias propone un governo di sinistra con Psoe e Izquierda Unida, che avrebbe 161 deputati su 350 e passerebbe con l’astensione di nazionalisti e secessionisti baschi e catalani. “Si intravvede che non ci sarà un governo fino all’autunno” avverte  El Pais, che parla di “un Paese sull’orlo della bancarotta politica”.

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