24 Novembre 2024

PENSIONI

Fonte: La Stampa

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Il ministro: rinviata al 2016 la riforma delle pensioni anticipate. Il presidente Inps: peccato è un momento propizio per la flessibilità

Tra Boeri ed il governo il braccio di ferro sulle pensioni continua. «La proposta, come abbiamo detto sia io che il presidente del Consiglio – ha spiegato ieri il ministro del Lavoro Poletti – è incompatibile con le scelte che stiamo compiendo». Insomma, bocciato l’intero piano e bocciato pure l’assegno agli over 55. «Non voglio pensare che a 55 anni una persona non possa più lavorare». Il presidente dell’Inps ufficialmente si è consegnato al silenzio per evitare di alimentare lo scontro, ma Radio Vaticana manda in onda una sua intervista in vista dell’incontro di oggi tra il Papa e i dipendenti dell’istituto, che comunque tiene alta la tensione.

«Scelte parziali e limitate»

«Peccato, perché il momento era propizio» dichiara Boeri, rimarcando ancora una volta che «la legge di stabilità non conterrà riforme tali da favorire maggiore flessibilità in uscita» perché «si è deciso di procedere altrimenti, con degli interventi molto parziali e limitati». Come se non bastasse Boeri boccia pure l’allungamento al 2017-2018 delle misure per frenare la rivalutazione delle pensioni. In serata l’Inps però precisa: «L’intervista è stata registrata una settimana fa: nessuna replica a Poletti o al governo, nessun intento polemico». A sua volta il ministro, dopo la nota informale di giovedì, ha messo in chiaro che le proposte contenute nel piano Boeri «dal punto di vista della sua sostenibilità sociale, e dall’altra parte della sua sostenibilità economica», «non sono compatibili e coerenti con le scelte che stiamo facendo in questo momento». Renzi, l’altro ieri, si era espresso in modo ancor più netto: «Va bene l’equità, ma se metti le mani sulle pensioni di gente che prende 2000 euro al mese non è una manovra che dà serenità e fiducia». Di qui lo stop a Boeri ed il rinvio al 2016 di ogni discorso sulla flessibilità. «È un peccato – ripete alla radio il presidente Inps – perché credo che il momento fosse propizio per un’operazione di questo tipo ed è giusto, io credo, – dato che abbiamo un sistema pensionistico che ha regole che permettono una certa flessibilità – accontentare chi ha deciso di dedicare più tempo alla propria famiglia o ad altro, e permettere invece a chi vuole continuare a lavorare di farlo. Tra l’altro sarebbe stato un modo, soprattutto nel pubblico, di favorire quel ricambio generazionale che è davvero molto importante». Nei suoi piani Boeri ha cercato di utilizzare un specie di cavallo di Troia, ovvero l’introduzione di un sussidio destinato ai più poveri, per iniziare ad aggredire le pensioni più ricche e quindi finanziare in parte pure la flessibilità. Ma Poletti boccia anche l’idea del «Sostegno di Inclusione» per gli over 55.

Il caso degli over 55

«Non me la sento di certificare che una persona a 55 anni non possa più lavorare» dice. «Il problema non è solo quello del reddito, ma la loro dignità, essere utili a sé ed agli altri». «Il tema della flessibilità in uscita – ha poi aggiunto Poletti – è all’ordine del giorno di questo governo così come il tema della lotta alla povertà, che però non riguarda solo le persone che hanno più di 55 anni ma riguarda in generale il Paese». Tant’è che nella legge di stabilità c’è «un finanziamento importante per realizzare un piano nazionale di lotta alla povertà». Quindi ripete che quelle di Boeri sono «idee utili i e interessanti, ma che devono stare dentro il disegno che il governo si appresta a realizzare». Senza fughe in avanti, insomma.

 

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