25 Novembre 2024

Fonte: La Stampa

di Emanuele Rossi

Il ministro: hanno ragione. Il governatore: basta tweet, cambia la legge. Toninelli denuncia pressioni sulle concessioni. Pd e Fi: ora faccia i nomi

Genova chiede a gran voce una legge speciale per chiudere la ferita del Ponte Morandi: procedura rapida (senza gare) per il nuovo viadotto, sospendere mutui e tributi agli sfollati, cassa integrazione straordinaria nelle aziende in crisi. E una zona economica speciale per il suo porto. Lo fa con una movimentata seduta di consiglio regionale e comunale insieme, all’unanimità, senza distinzioni tra i partiti. Durante la seduta, un gruppo di sfollati delle vie sotto il ponte ha protestato e alzato cartelli in segno di protesta chiedendo rispetto: «Veniamo prima noi delle aziende».
Il governo risponde a distanza: Luigi Di Maio annuncia un decreto urgente «per tutti gli sfollati, dai terremotati del centro Italia e di Ischia a Genova». Il ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli, in audizione alla Camera, parla di aiuti per le rate dei mutui e «anche per le imprese a riprendere i cicli produttivi con forme di agevolazione fiscale o incentivi alla delocalizzazione». Di Maio rincara la dose provocando la dura reazione del presidente della Regione e commissario per l’emergenza Giovanni Toti. «Gli sfollati hanno perfettamente ragione. Non si può lasciare la gente in balia delle elemosine di Autostrade». Fumo negli occhi per il commissario-governatore, che ribatte furioso: «Mentre noi stiamo qui a mediare, lui se la cava con i tweet. Sinora le famiglie sfollate stanno avendo tutte un alloggio pubblico a tempo di record, i soldi che ricevono sono quelli decisi dal governo. Se pensa che siano pochi… li aumenti subito, noi siamo d’accordo».
Nel mirino (questa volta dell’opposizione in Parlamento) finisce anche Toninelli parlando di «pressioni interne ed esterne» subite per impedire la pubblicazione integrale dei contratti di concessione. Forza Italia, Noi con l’Italia e il Pd hanno chiesto che il ministro faccia i nomi di chi avrebbe esercitato le pressioni e vada a denunciare in Procura, «altrimenti è solo propaganda». Edoardo Rixi, segretario della Lega ligure e sottosegretario di Toninelli, in questa fase è il trait d’union tra Roma e Genova e sposa la richiesta del territorio di garantire «decisioni celeri ed efficaci e misure che solo una struttura commissariale snella può garantire».
Sul nuovo ponte Toninelli sbarra ancora una volta la strada ad Autostrade: «Non saranno loro a ricostruire il viadotto. La ricostruzione sarà affidata a un soggetto pubblico, ma la società concessionaria pagherà i conti», ma «l’integrale pagamento dell’opera è un risarcimento dovuto e non ha nulla a che vedere con la procedura di decadenza della concessione».
Tra Roma e Genova, in realtà, i lavori vanno avanti su un doppio binario: da un lato le schermaglie politiche sul tema delle concessioni, della ricostruzione, del trattamento degli sfollati. Dall’altro il lavoro sul terreno, per arrivare ad un progetto di demolizione e ricostruzione che non abbia tempi biblici, per risarcire sfollati e famiglie delle vittime, per trovare gli alloggi e “rammendare” la viabilità spezzata di una città.
Intanto, il consiglio regionale ha votato ieri l’estensione del Programma per interventi strategici all’unanimità: la legge prevede che possano essere indennizzati coloro che perderanno le case per la demolizione e ricostruzione del Morandi, da parte del concessionario. Cioè Autostrade. Ma questo schema è valido se Autostrade mantiene la concessione sull’infrastruttura. E anche nella demolizione e nel progetto del nuovo viadotto avranno un ruolo fondamentale società del gruppo Atlantia, al netto delle dichiarazioni dei politici. Secondo indiscrezioni, già venerdì si incontreranno Toti, l’amministratore delegato di Autostrade Castellucci, quello di Fincantieri Bono e l’architetto Renzo Piano.

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