Dopo un esposto presentato dal deputato di Avs, Angelo Bonelli, dalla segretaria del Pd, Elly Schlein e da Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italia
Non è esattamente un fulmine a ciel sereno l’apertura di un’indagine sul Ponte sullo Stretto da parte della Procura di Roma, attesa (ma non scontata) dopo l’esposto presentato l’1 febbraio dal deputato di Avs Angelo Bonelli, dalla segretaria del Pd Elly Schlein e da Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italia. Un’iniziativa che ha ricompattato l’opposizione, escluso Giuseppe Conte, che pure si è detto contrario all’opera.
Il Ponte in Procura
Al momento si tratta di un fascicolo senza ipotesi di reato né indagati, all’interno del quale però finiscono sotto la lente della pm Alessia Natale, che si occupa di reati contro la pubblica amministrazione, tutte le procedure sull’attività di progettazione e di realizzazione del collegamento stabile fra Calabria e Sicilia.
Bonelli: perché tanta opacità?
«Perché ai deputati che hanno richiesto di visionare la documentazione in possesso della Stretto di Messina Spa non sono stati forniti gli atti? Come può essere considerata segreta e riservata la relazione di aggiornamento di un’opera che impegna lo Stato per oltre 14 miliardi di euro? Perché tanta opacità?»: Angelo Bonelli in prima persona aveva chiesto, già qualche mese fa, di prendere visione dei documenti relativi all’opera. Ma la società Stretto di Messina gli ha negato la documentazione. Così dopo una denuncia formulata alla Camera, Bonelli ha coinvolto Schlein e Fratoianni per sottoscrivere l’esposto di nove pagine presentato a piazzale Clodio.
La reazione del ministro Matteo Salvini
L’indagine della Procura di Roma irrita il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini che però tira dritto, continuando a confermare la realizzazione dell’infrastruttura: «Il Pd e la sinistra sono contro le opere pubbliche, il lavoro e lo sviluppo del Paese. Si dimostrano nemici dell’Italia. Le loro minacce non ci fermeranno. Continuiamo a lavorare per sbloccare e completare tutte le opere ferme da troppo tempo». Le stesse conferme sono arrivate qualche giorno fa dalla premier Giorgia Meloni: in Calabria per siglare con il governatore Roberto Occhiuto il patto di coesione, che destina alla regione circa 3 miliardi di euro, ha ribadito che nel totale risultano anche 300 milioni di euro per il Ponte sullo Stretto.
Ponte sullo Stretto, 50 anni di stop&go
Ma la notizia di un’indagine della Procura di Roma allerta comunque i territori, sebbene siano abituati a 50 anni di stop&go del progetto. I sindaci di Villa San Giovanni e Messina, Giusy Caminiti e Federico Basile, hanno imparato a mantenere una posizione prudente, laica e vigile. I cittadini colpiti da esproprio (quasi 4mila persone, tra il versante calabrese e quello siciliano, che, a causa dei vincoli per la realizzazione dell’opera, da anni non possono godere pienamente dei propri beni) sono logorati. Esultano invece i “noponte”, che agitano la protesta: «Qui si reagisce – dichiara Piero Idone, a Villa San Giovanni segretario provinciale del Wwf -. Quello dello Stretto è un mare che unisce le due sponde e non che divide. Com’è noto, i nostri territori hanno bisogno di altro, di molto altro».