20 Settembre 2024

Fonte: La Repubblica
politica
di Gianluca Luizi
Mentre il premier Renzi lancia il piano della banda larga: trenta Mega entro quattro anni, l’Istat fornisce un quadro impietoso del Paese che invecchia e dove non ci si sposa e non si fanno figli. Da Francoforte, poi, arriva l’ennesimo allarme della Bce che mette in guardia tutta l’Eurozona per la crescita troppo fragile e il rischio di un nuovo shock economico, ma per quanto riguarda l’Italia avverte che troppe raccomandazioni sono state disattese e il rischio per il bilancio è di non essere in linea con gli impegni comunitari. È in questo contesto di difficoltà che si muove il governo Renzi alle prese con la sua prima vera crisi politica, conseguenza dell’inchiesta della Procura di Potenza sui presunti favori a una compagnia petrolifera. L’interrogatorio di tre ore della ex ministra Guidi è stato secretato, ma alla vicenda legata a Tempa rossa di è aggiunto nel frattempo il caso dell’aeroporto di Firenze. Un giro di telefonate, gelosie, favori e affari poco chiari che delineano un ruolo controverso della ex ministra (che si è dimessa per la telefonata con il fidanzato sull’appalto Tempa Rossa) e appunto il suo ormai ex fidanzato. Insomma quanto basta non solo per mettere in difficoltà il governo (ricordiamo che i magistrati hanno ascoltato per due ore a Palazzo Chigi la ministra Boschi) ma anche per dare nuove ali agli attacchi delle opposizioni sia interne al Pd che esterne, di destra e di sinistra. Senza contare che fra dieci giorni si vota il referendum sulle perforazioni petrolifere. Un test che da ignorato da tutti è diventato un banco di prova politico per Renzi, il quale pubblicamente si è augurato che il referendum fallisca il quorum. Una dichiarazione che non porta mai bene all’uomo politico che la pronuncia, basti pensare all’invito di Craxi agli italiani di “andare al mare” invece che alle urne. Il Pd è spaccato e la sinistra annuncia che andrà in massa a votare per il sì allo stop alle perforazioni: doppio sgarbo a Renzi. Insomma se il referendum sarà valido e vinceranno i sì sarà uno smacco grave per il premier, giusto in vista delle amministrative del 5 giugno e del referendum di ottobre.

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