20 Settembre 2024

Fonte: Corriere della Sera

di Maria Teresa Meli

Il segretario del Pd lancia l’allarme: Italia viva finisce per fare il gioco di Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi


Per Nicola Zingaretti la misura è colma. Il segretario del Partito democratico sente Giuseppe Conte. Il premier gli preannuncia che in serata pronuncerà parole dure nei confronti di Matteo Renzi. Poi il presidente del Consiglio cambia idea perché alla Camera dei deputati è scoppiato un pandemonio. Ma tanto il leader del Pd, preoccupato per la situazione, aveva già deciso di intervenire anche lui contro il leader di Italia viva. E aveva deciso di scendere in campo per fare da scudo all’esecutivo Conte. «Dobbiamo difendere il governo», spiega ai suoi in mattinata. Poi Zingaretti segue il filo di un ragionamento ad alta voce: «L’esecutivo ha delle difficoltà, questo è indubbio, ma non è in crisi. E’ Renzi che ogni volta, per nascondere la debolezza di Iv, testimoniata dai sondaggi, gli impedisce il governare».
«Ora – sottolinea ancora Zingaretti – è la prescrizione, prima è stata la plastic tax. Vi ricordate il vespaio che ha suscitato su quell’argomento e che ha oscurato quasi del tutto la tante cose buone contenute nella manovra del governo? Poi, caso strano, noi vinciamo in Emilia Romagna e lui cerca di oscurare quel successo contro le destre aprendo la questione della riforma Bonafede. E’ un continuo».
Il segretario non ha dubbi e lo dice ai suoi senza esitazioni: «Quella di Renzi è una precisa strategia di logoramento». Ma Zingaretti si è stufato del fatto che il numero uno di Italia viva continui a recitare il ruolo di «leader di lotta e di governo»»: «Spera di prendere i consensi così, ma sbaglia perché alla gente non piace il suo modo di fare, come dimostrano i sondaggi. Gli italiani non vogliono liti e polemiche, vogliono i fatti».
Zingaretti è preoccupato, perché è convinto che Renzi continuerà ad andare avanti così, pensando che tanto non si andrà alle elezioni anticipate . «Matteo – confida ai suoi – non potrà mai spingersi fino in fondo perché sennò con lui resta solo una manciata di parlamentari». Il leader del Partito democratico, sulla prescrizione, si affida ora al disegno di legge che verrà varato dal Consiglio dei ministri. Il patto tra Pd e M5 S è chiaro: quel provvedimento dovrà andare all’esame del Parlamento entro l’estate.
Ma c’è il rischio che al Senato non passi. Su questo Renzi con i suoi è stato netto: «Dispiace per la svolta giustizialista del Pd di Zingaretti. Quella che un tempo era la casa dei riformisti sta per diventare la casa dei giustizialisti. Ma hanno rischiato persino di perdere alla Camera sul lodo Magi, immaginatevi quello che può succedere al Senato. Nell’aula di palazzo Madama andranno sotto e quindi sarà una super vittoria». Zingaretti, naturalmente, ragiona in tutt’altro modo: «Se il ddl viene bocciato in Senato significa che resta in vigore la Bonafede e quindi Italia viva non può cantare vittoria. Sarebbe bastata da parte loro un po’ di volontà politica e avremmo potuto tutti sostenere questo compromesso».
Davanti alle telecamere, mentre rilascia le dichiarazioni che ha deciso di fare per difendere il governo dal «logoramento» di Renzi, Zingaretti è altrettanto duro: «Basta con questo tormentone sulla prescrizione che sta facendo perdere troppo tempo all’Italia. Le priorità per il Paese sono altre». Poi il segretario sferra il suo attacco: «Iv a parole è nata per allargare il campo democratico ai moderati, contro Salvini, e oggi è la principale causa di fibrillazione in questo campo e fa un favore a quello stesso Salvini che avrebbe dovuto combattere. Io lo chiamerei un fallimento strategico che però non deve essere scaricato sugli italiani». E ancora, il leader del Pd incalza: «Io capisco che i sondaggi vanno male ma prima di tutto bisogna pensare agli italiani e non a se stessi».
Quindi la stoccata finale: «Vedo che Salvini, Meloni e Berlusconi ormai stanno zitti forse perché l’opposizione per loro la sta facendo Italia viva. Ma questa situazione sta diventando veramente insopportabile, non per il Partito democratico, per il Paese, per le italiane e gli italiani che chiedono un governo di persone serie. Quindi è tempo di uno scatto in avanti perché si chiuda questa fase».

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