21 Novembre 2024

In 3,8 milioni di lavoratori hanno aderito, ma crescono gli iscritti over 54 e sono pochi gli under 34. Penalizzate le donne

Nel 2022 le adesioni ai fondi pensione negoziali sono cresciute del 10,1%, per un totale di 3,806 milioni. Ma la percentuale di aderenti under 34 è minima: tra i giovani la conoscenza della previdenza complementare continua ad essere poco diffusa. Cresce, invece, il numero di iscritti over 54, che con l’avvicinarsi della pensione sono più sensibili al tema. È nelle classi di età centrali (34-54 anni) che si concentra la gran parte degli aderenti. C’è un gap di genere, perché il tasso di partecipazione delle donne (30,9%) è pari a quattro quinti di quello degli uomini (37,5%) e la contribuzione resta di un quinto inferiore.
È il quadro che emerge dall’assemblea ventennale di Assofondipensione che riunisce 32 ondi pensione negoziali istituiti nei principali comparti produttivi con 3,8 milioni di lavoratori iscritti. I tassi di partecipazione più elevati si registrano nelle aree più ricche del Paese: in media tra il 35% e il 40% delle forze di lavoro. In queste aree i versamenti contributivi sono in molti casi anche doppi rispetto a gran parte delle regioni del Mezzogiorno.

Serve una massiccia campagna informativa
«Nelle situazioni in cui maggiore sarebbe l’esigenza di integrare la pensione di primo pilastro con quella complementare – ha evidenziato il presidente di Assofondipensione, Giovanni Maggi -, il grado di partecipazione è più basso, e questo è un dato preoccupante». Tra gli interventi proposti da Assofondipensione c’è l’avvio di una massiccia campagna di informazione dedicata, anche per «accrescere la consapevolezza sull’importanza di aderire alla previdenza complementare al fine di non lasciare che il Tfr cosiddetto inoptato delle aziende con organico superiore ai 50 dipendenti confluisca nel Fondo Tesoreria Inps, per un valore di 5 miliardi l’anno, ma «possa tornare al secondo pilastro piuttosto che essere utilizzato per spese correnti». In questo scenario Assofondipensione sollecita misure di rilancio della previdenza complementare, sempre più determinante in futuro per garantire pensioni adeguate. Maggi ha proposto di dare nuovamente vita ad un semestre di silenzio-assenso, come nel 2007, per favorire l’adesione ai fondi pensione, sia tra i nuovi assunti che agli occupati, nel rispetto del principio della volontarietà della scelta.

Agire sulla leva fiscale per aumentare l’appeal del secondo pilastro
Le misure utili per una maggiore appetibilità dei fondi pensione Maggi ha indicato «una revisione della disciplina fiscale del secondo pilastro, attraverso la riduzione del prelievo fiscale sostitutivo sui rendimenti degli investimenti nei fondi pensione, attualmente del 20%, e il superamento del criterio del pro-rata nella tassazione delle prestazioni», come già avvenuto per la Rendita integrativa temporanea anticipata. Va abbandonata, ha aggiunto Maggi, la tassazione dei rendimenti sul “maturato” in favore del criterio del “realizzato”. Si potrebbe incrementare anche il limite di deducibilità di 5.164 euro, almeno per i redditi più alti e per coloro che aderiscono e versano contributi anche per un soggetto fiscalmente a carico.

Investito il 22,7% del patrimonio nell’economia italiana
In base alle analisi Covip, al 31 dicembre 2022, gli investimenti dei fondi pensione erano allocati per il 53,7% in obbligazioni e altri titoli di debito. Di questi, il 16,8% erano titoli del debito pubblico italiano. Nell’insieme, il valore degli investimenti dei fondi pensione nell’economia italiana era di 40 miliardi di euro, il 22,7% del patrimonio. I titoli di Stato ne rappresentavano la quota maggiore, 29,6 miliardi di euro. Gli investimenti in azioni domestiche rimanevano marginali, anche per il livello complessivamente limitato della capitalizzazione della Borsa italiana.

Progetto per l’economia reale con Cdp
Assofondipensione ha dato vita al Progetto Economia Reale, che attraverso Fondi di Fondi gestiti da Fondo Italiano di Investimento Sgr mobilita risorse provenienti dai fondi pensione e da Cassa Depositi e Prestiti che vengono investite nel sistema produttivo nazionale. Hanno aderito a oggi circa 16 fondi pensione negoziali. «Fermo restando l’obiettivo primario di garantire la pensione integrativa, sarebbe importante – ha sostenuto Maggi – stimolare gli investitori previdenziali a orientarsi verso investimenti produttivi di lungo termine, favorendo in questo modo la crescita del sistema imprenditoriale italiano».

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