Fonte: Sole 24 Ore
Nella capitale hanno votato in 45mila. Gualtieri: «Ora tutti uniti per rilanciare Roma». Lepore: «Bologna città più progressista d’Italia»
Primarie Pd dall’esito scontato: scrutini e voto online certificano un’affermazione ampia per i due candidati favoriti a Roma e Bologna: Roberto Gualtieri e Matteo Lepore.
Circa 45mila i votanti alle primarie di Roma (erano 23mila alle 13 e 37mila alle 19), ai quali se ne devono aggiungere 3mila online. Ben oltre quota 20mila i votanti a Bologna dove dieci anni fa furono 28mila per incoronare l’attuale sindaco Virginio Merola. Nella capitale ha votato verso le 17 il segretario Pd Enrico Letta che ha parlato di «grande affluenza» e di «festa della democrazia e partecipazione». In serata, quando i risultati si stavano delineando il segretario ha aggiunto: «Scommessa vinta: con successo Lepore-Gualtieri avevamo ragione».
Gualtieri: ora tutti uniti per rilanciare Roma
La sfida tra candidati e la posta in gioco, nella capitale e nella città delle due torri, sono diverse ma ugualmente cruciali per il Pd e per le alleanze nel centrosinistra. Se a Roma l’esito era scontato per l’ex ministro Roberto Gualtieri, molto più agguerrita è stata la campagna elettorale dei due candidati bolognesi: l’assessore Pd Matteo Lepore (vicino al sindaco uscente Virginio Merola) e la sindaca di San Lazzaro di Savena, Isabella Conti, vicina a Iv e a Matteo Renzi ma che si è presentata come indipendente, attirando anche pezzi della minoranza dem locale.
«Adesso tutti uniti, da domani si lavora per rilanciare Roma», dice Roberto Gualtieri, incoronato dalle primarie del centrosinistra come candidato sindaco di Roma.
Campo del centrosinistra “affollato”
Anche dopo le primarie, per la sfida del Campidoglio il campo del centrosinistra resterà affollato visto che contro il ticket del centrodestra Michetti-Matone corrono anche Carlo Calenda e Virginia Raggi, la sindaca M5s rimasta in sella per tentare il bis nonostante le pressioni a lasciare in nome dell’alleanza nazionale Pd-M5s.
Lepore: Bologna città più progressista d’Italia
«Con questo risultato Bologna si conferma la città più progressista d’Italia con un centrosinistra forte e unito che saprà vincere l’appuntamento di ottobre». Sono le parole di Matteo Lepore a risultato delle primarie bolognesi acquisito. A Bologna il centrodestra è ancora senza candidato e l’esito delle primarie potrebbe essere determinante: con la vittoria di Lepore il M5s ha già annunciato che lo appoggerà sin dal primo turno. A far capire il livello della sfida, a colpi di stoccate e veleni, c’è stata anche la discesa in campo del padre nobile Romano Prodi sostenitore di Lepore e finito nel mirino di Conti per una battuta sul fatto che alle primarie «scorra il sangue».
Buona partecipazione
Caldo da mare, primo week end in zona bianca e partita di calcio Italia-Galles per Euro 2020 non hanno causato il temuto flop di affluenza ai seggi per scegliere i candidati a sindaco del centrosinistra per le elezioni amministrative di ottobre. Oltre al risultato, per il Pd di Enrico Letta, che tenta di rilanciare i gazebo dopo anni di progressivo declino e dubbi anche dei dirigenti, gioca un ruolo importante il dato della partecipazione. A Torino domenica scorsa hanno votato in 11mila, un dato molto basso che Letta ha però assolto come “normale” in tempi di Covid. I pre-registrati sono stati quasi 3mila nella capitale mentre nel capoluogo emiliano erano in 5mila, compresi immigrati regolari e sedicenni. I vertici romani dei dem si sono detti “soddisfatti” nella Capitale per il traguardo dei 45mila, oltre i 43mila che andarono ai gazebo nel 2016 quando militanti e cittadini scelsero Roberto Giachetti per sfidare Virginia Raggi. Le cifre bolognesi hanno visto superare la quota “minima” di 20mila simpatizzanti al voto che era stata fissata alla vigilia.