18 Ottobre 2024

La scorsa settimana sono diventati operativi i centri di Schengjin e Gjiader che dovranno accogliere i migranti trasferiti

È diretta verso l’Albania la nave Libra della Marina Militare per portare il primo gruppo di migranti nei centri allestiti in Albania per sottoporli alle procedure accelerate di frontiera. Sulle persone da trasferire, soccorse in mare, è stato fatto un primo screening a bordo per verificare che abbiano i requisiti previsti: provenienza a Paesi sicuri, maschi, non vulnerabili. È il ministero dell’Interno a curare l’iniziativa. La scorsa settimana sono diventati operativi i centri di Schengjin e Gjiader che dovranno accogliere i migranti trasferiti.
Gjader è un ex sito dell’Aeronautica militare albanese abbandonato da molti anni e completamente ricostruito. Lì verranno portati, nella prima fase, circa 400 persone. Ma intanto non si placano le polemiche sui centri rinfocolate da un’inchiesta del giornale Domani sugli appalti senza trasparenza. Per la segretaria del Pd Elly Schlein si tratta di “800 milioni sprecati”.

Primi migranti verso l’Albania, sono bengalesi ed egiziani
Sono 16, a quanto si apprende, i migranti a bordo della nave Libra della Marina Militare diretta in Albania, dove saranno trasferiti nei centri aperti sotto la giurisdizione italiana. Si tratta di 10 bengalesi e 6 egiziani. Le persone si trovavano a bordo di alcuni barchini che sono stati intercettati la notte scorsa in acque internazionali da motovedette delle autorità italiane che li hanno poi trasferiti sulla Libra. La nave dovrebbe arrivare nella mattinata di mercoledì 16 ottobre nel porto di Schengjin.

Piantedosi: “Realistico” arrivo migranti nei prossimi giorni
“Non ci saranno tagli di nastri ma mi recherò in futuro anche per effettuare una ricognizione, per vedere come stanno andando le cose”. Il responsabile del Viminale matteo Piantedosi ribadisce che le strutture che sorgono in Albania sono analoghe a quelle presenti sul territorio nazionale come a Porto Empedocle o Modica. “Sono di contenimento leggero, non sono dei Cpr – puntualizza -. Non c’è filo spinato, c’è assistenza. Tutti possono fare richiesta di protezione internazionale”.

L’indentikit delle strutture in Albania
Al porto di Schengjin è stato allestito un hotspot per l’identificazione dei migranti soccorsi in mare esclusivamente da navi italiane. Dopo la rilevazione delle generalità le persone saranno trasferite a Gjader, una ventina di km all’interno. Qui sono state approntate tre strutture: un centro per il trattenimento di richiedenti asilo (880 posti), un Cpr (144 posti) ed un penitenziario (20 posti). La struttura è chiusa da una recinzione alta 5 metri con al centro i prefabbricati dove alloggeranno i migranti mentre in un secondo blocco saranno sistemati quelli a cui la domanda viene respinta, destinati a essere rimpatriati.

La trasparenza sugli appalti e l’attacco di Schlein (Pd)
Sull’iter utilizzato per l’affidamento degli appalti c’è chi pone interrogativi. In base a quanto sostiene il quotidiano Il Domani ci sono stati affidamenti diretti per circa sessanta milioni di euro: decine di opere che sarebbero state assegnate senza gara a partire da fine marzo fino a settembre. Per la segretaria del Pd, Elly Schlein, “manca trasparenza”. Per la leader Dem si tratta di “800 milioni complessivi che avremmo potuto mettere sulla sanità. Siamo contro questa violazione dei diritti fondamentali di chi chiede asilo, che è anche un enorme spreco di soldi dei contribuenti italiani”. Dal canto suo Avs chiede “l’immediata pubblicazione dell’elenco di tutte le aziende coinvolte dal Governo Meloni nella costruzione dei Cpr in Albania” definiti “veri e proprio lager per la deportazione dei migranti”.

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