IMMIGRAZIONE
Fonte: La Stampa
Ecco i numeri Paese per Paese: dall’Italia ne saranno ricollocati quasi 40 mila. Continuano gli arrivi a Monaco e in Austria. Merkel: orgogliosa dei tedeschi. Ban Ki-Moon: «Stop alla xenofobia»
Nonostante una situazione sempre più allarmante, è ancora tutta in salita la strada che l’Europa deve percorrere nei prossimi e decisivi giorni per dare una risposta univoca ed efficace all’emergenza rifugiati. Dopo i Paesi dell’Est a mettersi di traverso è anche la Gran Bretagna. Ma intanto il piano di Juncker prende forma e adesso ci sono anche i numeri.
LE QUOTE
La Commissione europea ha reso noto che chiederà a Germania, Francia e Spagna di accogliere più di 70mila rifugiati (oltre il 60%) nei prossimi due anni e così alleviare la pressione dei Paesi in prima linea come Italia, Grecia e Ungheria. Francia e Germania si prenderanno insieme quasi la metà dei 120mila rifugiati che saranno ricollocati in base al piano.
PAESE PER PAESE
La Germania accoglierà 31.443 profughi, 24.031 la Francia, la Spagna si farà carico di 14.931 persone, davanti alla Polonia, dove andranno – se il piano sarà accettato dagli Stati – 9.287 persone. Saranno 15.600 i richiedenti asilo che saranno ricollocati dall’Italia, sui 120mila previsti dalla nuova proposta della Commissione Ue. I 15.600 si aggiungono ai 24mila del precedente schema di maggio. Il totale di ricollocamenti dall’Italia per le due proposte è di 39.600 profughi su 160mila.
NIENTE PROFUGHI DA TURCHIA E BALCANI
La Gran Bretagna finora ha respinto il meccanismo delle quote obbligatorie, ma si appresta ad approvare l’accoglienza per altri 15.000 profughi provenienti dai campi Onu. Nel piano dell’Ue c’è anche un passaggio per velocizzare le procedure di rimpatrio: secondo una fonte Ue, la Commissione prevede di inserire la Turchia e tutti i Paesi balcanici non europei nella lista delle nazioni «sicure». Quindi ai migranti in arrivo da quelle aree non sarà concesso l’asilo.
I PRECEDENTI PIANI (FALLITI)
A maggio la Commissione Europea aveva proposto un sistema di quote obbligatorie per distribuire tra gli Stati membri dell’Ue i migranti e i richiedenti asilo provenienti da Africa e Medio Oriente. Ma l’ambizioso piano non aveva tenuto conto delle forti resistenze provenienti soprattutto dai Paesi baltici e dell’Europa centro orientale. L’accordo finale è stato un compromesso al ribasso, con quote su base volontaria. Definito a giugno, il piano puntava a ridistribuire40.000 migranti provenienti dai Paesi più esposti ai flussi, ovvero Italia e Grecia. Alla fine, però, neanche questo obiettivo è stato centrato: a luglio, la redistribuzione volontaria si è fermata a quota 32.256 persone in due anni.
L’ESODO VERSO GERMANIA E AUSTRIA
Intanto non si ferma il flusso. A Vienna nella notte sono stati accolti da eroi i volontari partiti domenica con le loro auto per aiutare i profughi in marcia dall’Ungheria verso un «territorio sicuro». Un nuovo gruppo di 400 siriani si è di nuovo messo in marcia, dall’Ungheria verso l’Austria. A Monaco, in Baviera, sono arrivate 20 mila persone in pochi giorni. E nelle prossime ore ne sono attese altre 10mila. Angela Merkel (la cui coalizione ha deciso di mobilitare 6 miliardi aggiuntivi nel bilancio 2016) si è detta «orgogliosa» di come i cittadini tedeschi e il Paese hanno reagito al massiccio afflusso di rifugiati, ma ha chiesto una «solidarietà» europea. Mentre il premier ungherese Viktor Orban è tornato a usare toni duri e a invocare la chiusura delle frontiere: «Austria e Germania dicano chiaramente che interromperanno l’accoglienza o Europa rischia l’arrivo di milioni di migranti.
PARIGI ANNUNCIA RAID CONTRO L’ISIS IN SIRIA
Anche la responsabile della diplomazia Ue, Federica Mogherini, ricordando «l’urgenza ad agire», si è augurata che «i governi europei si mostrino all’altezza dell’essere europei». Il Segretario Generale dell’Onu Ban Ki moon, in una serie di telefonate con leader europei, ha elogiato chi ha espresso preoccupazione per le crescenti manifestazioni di xenofobia, discriminazione e violenze contro migranti e profughi in Europa. E mentre, il presidente francese, Francois Hollande, ha proposto una conferenza sui profughi, da tenersi a Parigi prima della fine di settembre, si profila un rinnovato impegno in Siria. Lo stesso Hollande ha annunciato da domani voli di ricognizione sul Paese e potrebbe presto ci potrebbe essere una partecipazione francese ai bombardamenti della coalizione anti-Isis. Stesso annuncio dovrebbe arrivare nel pomeriggio dal premier britannico, David Cameron.