19 Settembre 2024

Fonte: corriere della Sera

cirinna

di Pierluigi Battista

Adesso bisogna affrontare il nodo del diritto dei più piccoli ad avere una famiglia

L’Italia ha da ieri una buona legge che riconosce le unioni civili tra persone dello stesso sesso. È una legge moderata, equilibrata, che non dovrebbe offendere i sentimenti di nessuno, nemmeno dei cattolici che legittimamente vogliono difendere le forme cosiddette «tradizionali» del matrimonio, che infatti, come era noto malgrado le forzature propagandistiche, rimangono intatte. Come tutti i compromessi, offre lo spazio a qualche punto ambiguo e a qualche ipocrisia, ma il meglio è sempre nemico del bene. E il bene è che da ieri gli omosessuali italiani possono godere di un diritto oramai acquisito in quasi tutte le nazioni democratiche e libere. Il Parlamento (non il governo, il Parlamento) ha espunto il capitolo controverso della stepchild adoption ed è stato saggio a non insistere su un tema controverso, un capitolo delicato che però da una parte e dall’altra è stato agitato come una clava per colpire e umiliare la parte avversa. Ora tuttavia bisogna mantenere una promessa: un appuntamento non rinviabile. E quindi non dare all’Italia l’immagine di una politica verbosa e poco credibile che prima si dice pensierosa della sorte di tanti bambini e poi non è capace di mettere a punto un sistema per le adozioni diverso da quello, asfissiante e ingeneroso, in vigore ancora oggi. Hanno detto, mentre ci si lacerava sulla stepchild adoption, che il diritto dei bambini a una famiglia, all’amore e alla cura debba essere considerato un diritto fondamentale, prioritario, non negoziabile. Ecco, molti bambini che sono già nati, i bambini che affollano già nel mondo orfanotrofi tristi e lugubri, questi bambini di cui nessuno parla e che sono inchiodati a una condizione di solitudine, di abbandono, di disperazione, non hanno possibilità di godere dei diritti che alyrove sono esercitati con più generosità. Tra il luogo in cui già vivono e l’amore di chi potrebbe accoglierli in Italia corre ancora oggi un percorso follemente accidentato, pieno di lungaggini, di chiusure, di soprusi burocratici, di condizioni impossibili. I politici avevano promesso, nei mesi scorsi, di affrontare questo tema. A che punto sono, a che punto siamo? Chi sta frenando? Chi non si sta impegnando? Nelle altre nazioni democratiche il tema delle adozioni è stato accompagnato da legislazioni avanzate, di buon senso, rispettose dei diritti di tutti. E in Italia? Bisogna forse aspettare quasi una trentina d’anni, lo stesso tempo, un tempo interminabile, assurdamente dilatato che ci è voluto per arrivare a una buona legge sulle unioni civili? E’ inutile girarci intorno, anche in questo caso si mettono in moto pregiudizi, veti, interdizioni, apriorismi ideologici. Dopo la legge sulle unioni civili è chiaro che non può non essere estesa la platea dei soggetti abilitati ad adottare bambini che già vivono in condizioni di desolazione e di abbandono.
Oltre agli ostacoli che dovrebbero essere rimossi per le coppie eterosessuali unite in matrimonio che ancor oggi affrontano l’adizione come un itinerario irto di ostacoli, una legge che allontanasse da sé il sospetto di discriminazioni e divieti pregiudiziali dovrebbe riconoscere il diritto delle coppie di fatto eterosessuali, tra l’altro sottoposte alla disciplina delle unioni civili votata ieri, ad adottare bambini, così come alle unioni di coppie dello stesso sesso e forse anche ai single, perché no. Tutti gli argomenti portati al rigetto della stepchild adoption per le unioni omosessuali non rientrerebbero in questa discussione. Non si tratta di bambini procreati con tecniche che prevedono la gestazione da parte di una donna che poi dovrà consegnare il figlio appena partorito sulla base di una tariffa o di un accordo prestabiliti, ma di bambini che già sono al mondo, che già patiscono una condizione di solitudine, che già sono privi dei genitori, che già vorrebbero una famiglia come meta e approdo di una vita dimostratasi ingiusta e crudele. La politica italiana è obbligata a dare risposte tempestive a una problema gigantesco e che oggi colpevolmente è stati tenuto in secondo piano. Deve mantenere la promessa formulata nei mesi scorsi. E affrontare il tema delle adozioni con apertura mentale e conservando i diritti dei bambini come ragione prioritaria di una nuova legge.

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