La presidente Roberta Metsola: nessuna impunità. Prossima seduta il 16 gennaio, avviata una procedura d’urgenza dopo la richiesta della Procura di Bruxelles
Adesso che le autorità giudiziarie di Bruxelles hanno chiesto di rimuovere l’immunità a due eurodeputati, l’italiano Andrea Cozzolino e il belga (di origini italiane) Marc Tarabella, entrambi del gruppo socialista, tocca al Parlamento europeo fare la propria parte senza esitazione. Ieri l’Eurocamera ha fatto sapere che la presidente Roberta Metsola ha avviato una procedura d’urgenza e che nella sessione plenaria del 16 gennaio comunicherà la richiesta di revoca, che poi dovrà essere trattata dalla commissione Affari giuridici (Juri), per essere votata infine nella plenaria di Strasburgo probabilmente del 13 febbraio. Ma c’è anche chi ipotizza in una nelle mini-plenarie di Bruxelles a fine gennaio o all’inizio del mese successivo.
Si allarga, quindi, l’inchiesta sulla presunta corruzione da parte di Qatar e Marocco per influenzare le decisioni del Parlamento Ue, che ha portato in carcere la vicepresidente Eva Kaili (S&D), l’ex deputato europeo Antonio Panzeri (Pd poi Articolo 1), il suo ex assistente Francesco Giorgi (compagno di Kaili) e il segretario generale della ong No peace without justice Niccolò Figà-Talamanca. I nomi di Cozzolino e Tarabella non sono stati comunicati né dalla procura belga né dal Parlamento Ue, ma confermati da fonti vicine al dossier. «Fin dall’inizio, il Parlamento europeo ha fatto tutto ciò che era in suo potere per aiutare le indagini in corso e continueremo a garantire che non ci sia impunità», ha dichiarato ieri Metsola. La presidente si trova a gestire uno scandalo che sta minando alle fondamenta l’unica istituzione europea eletta direttamente dai cittadini. «I responsabili troveranno questo Parlamento dalla parte della legge — ha aggiunto —. La corruzione non può pagare e noi lo faremo fare di tutto per combatterlo».
L’aspettativa è che il voto per la revoca dell’immunità sarà preso dall’Aula a larga maggioranza per dare un segnale chiaro. Metsola sta anche lavorando a una serie di riforme per migliorare le forme interne di controllo, un decalogo che ha presentato al Consiglio europeo di dicembre. Le proposte saranno pronte nelle prossime settimane. Tra le misure allo studio ci sono sistemi di protezione degli informatori per garantire che coloro che contribuiscono a smascherare la criminalità siano tutelati; un nuovo registro per la trasparenza obbligatorio di tutti gli incontri con qualsiasi rappresentante di un Paese terzo da parte di deputati o assistenti e un nuovo regime sanzionatorio per garantirne il rispetto; la gestione di tutti i contatti ufficiali con i Paesi terzi solo attraverso la commissione competente del Parlamento Ue, attraverso il presidente; il divieto di accesso all’Eurocamera ai lobbisti o alle Ong che non sono nel registro e il divieto per gli ex deputati di usare il loro status per fare lobby. Tra le proposte ci sarà anche il divieto di tutti i «gruppi di amicizia» non ufficiali o di qualsiasi altro gruppo di parlamentari europei oggi tollerato, che comporterà una profonda revisione dell’attuale sistema delle delegazioni del Parlamento Ue. Inoltre qualsiasi risoluzione riguardante gli Affari esteri, incluse le cosiddette «risoluzioni urgenti», dovranno essere prima votate dalla commissione e poi dalla plenaria.